di Walter Cortella
Nel rispetto di una lunga tradizione, l’Associazione Arma Aeronautica ha festeggiato, nella ricorrenza della festa dell’Immacolata Concezione dell’8 dicembre, la Madonna di Loreto, Patrona di tutti gli aviatori del mondo fin dal 1920, per volere dell’allora pontefice Benedetto XV, al secolo Giacomo Della Chiesa (1854-1922). Nel corso della cerimonia, svoltasi nella chiesa parrocchiale di S. Maria dell’Assunta di Castelnuovo di Recanati, il Ten. Avv. Giuseppe Sabbatini, presidente della Sezione A.A.A. di Macerata, ha presentato l’opuscolo «Recanati in volo – Una Santa Casa e tanti valorosi aviatori», di cui egli stesso ha curato la pubblicazione e nel quale sono ricordati nove recanatesi che, a vario titolo e tempi diversi, hanno indossato l’uniforme azzurra dell’Aeronautica Militare, a partire dal 1923, anno della sua fondazione. Alcuni di essi, decorati al valor militare, hanno pagato con la vita la dedizione verso la Patria.
Le loro biografie, frutto di minuziose ricerche condotte presso gli archivi storici dell’Aeronautica italiana nell’arco di un decennio, sono riportate nel prezioso e monumentale volume «Il volo, l’Aviazione, gli Aviatori in Macerata e provincia» del compianto gen. Marcello Pedretti (1915-2010), indimenticato Comandante della Scuola Specialisti dell’A.M. di Macerata, le cui spoglie riposano nel cimitero di Recanati. Sabbatini, instancabile organizzatore di eventi e incontri finalizzati al mantenimento in vita di tradizioni e valori di fondamentale importanza per la vita della nostra società, ha estrapolato ed arricchito le nove biografie dei recanatesi e ne ha fatto un volumetto maneggevole e di comoda consultazione, distribuito poi agli intervenuti alla suggestiva cerimonia, alla quale hanno preso parte anche alcuni famigliari degli aviatori commemorati. Uno di essi, figlio del Sergente pilota Fernando Cingolani (1921-93), sopravvissuto agli orrori della guerra, ha voluto raccontare un breve aneddoto relativo ad un incidente di volo di cui il giovanissimo pilota rimase vittima nel 1943, mentre era impegnato in una manovra acrobatica, alla guida di un caccia CR 32. A causa di un guasto meccanico, l’aereo entrò «in vite» e a nulla valsero i tentativi di rimetterlo in assetto di volo.
Il pilota fu quindi costretto a lanciarsi con il provvidenziale paracadute che, ironia della sorte, era denominato «Salvador». Mai nome fu più appropriato di quello! Di quell’aereo il pilota conservò per ricordo della sua disavventura, oltre naturalmente al paracadute, anche l’impugnatura della cloche, che il giovane Cingolani ha mostrato con orgoglio ai presenti. Dopo aver ricordato con commosse parole i nove aviatori, il Presidente ha ceduto il microfono al Socio ing.Sandro Rita che ha illustrato, con termini chiari ed accessibili, le caratteristiche tecnico-operative del Cr 42, il biplano costruito dalla Fiat su progetto dell’ingegner Celestino Rosatelli e prodotto in circa 1800 esemplari. L’aereo, protagonista assoluto della nostra guerra aerea, fu impiegato durante il conflitto anche da altri Paesi europei, come Ungheria, Belgio, Finlandia e Svezia. Un esemplare di questo velivolo, vanto della nostra industriapesante, è conservato presso il Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Al termine della semplice ma suggestiva cerimonia, dopo il rituale «Inno»nazionale di Mameli, gli intervenuti hanno assistito alla messa, celebrata nell’attigua chiesa parrocchiale.
(Foto di Sandro Rita)
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