«Il contributo destinato ai gruppi consiliari delle Regione può essere usato esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all’attività del Consiglio regionale e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione, esclusa, in ogni caso, ogni forma di contribuzione a partiti o movimenti politici, secondo quanto previsto negli articoli 1-bis ed 1-ter della legge regionale sul finanziamento dell’attività dei gruppi consiliari». Da questa disposizione è partita, lo scorso anno, l’inchiesta della Procura di Ancona che come in altre Regioni italiane è andata a verificare le spese fatte dai consiglieri ed ora sembra giunta ad una svolta, migliaia di scontrini, fatture e vari giustificativi degli impieghi dei fondi passati al setaccio.
Dopo alcune indiscrezioni è arrivata la conferma del magistrato Elisabetta Melotti: «Sì, ci sono indagati, ma non ritengo istituzionalmente opportuno dire quanti, chi sono e per quale titolo di reato si procede». Così il procuratore della Repubblica di Ancona sull’inchiesta sull’inchiesta conoscitiva, che si basa su indagini della Guardia di Finanza e interessa il periodo 2008-2012. La procura ha ricevuto una prima tranche di accertamenti ed è in attesa di una seconda. Le indiscrezioni parlano di una cinquantina di persone chiamate in causa per l’ipotesi di peculato. Non ci sono ancora avvisi di garanzia ma su 389 mila euro spesi nel 2011 sarebbero state riscontrate irregolarità su un ammontare di circa 300 mila euro di spese.
«A noi non risulta nulla – ha reagito seccato per le indiscrezioni il presidente dell’assemblea Vittoriano Solazzi -. Sappiamo soltanto che da oltre un anno è in corso un’indagine e che come Consiglio regionale abbiamo fornito alla Guardia di finanza tutta la documentazione relativa al periodo 2008-2012, che è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria».
Nessuna preoccupazione traspare dai consiglieri regionali delle Marche sull’esito dell’inchiesta. Il presidente del gruppo Pd, Mirco Ricci dice che «a noi non risulta nulla. Non siamo mai stati chiamati nè abbiamo ricevuto inviti a testimoniare come persone informate sui fatti. Dei 130 mila euro del nostro bilancio sono stati dichiarati non ammissibili 13 mila euro, oltre metà dei quali, però, giustificabili». Il consigliere del Pdl Giacomo Bugaro, vicepresidente dell’Assemblea legislativa: «Sono fiducioso nell’operato della magistratura, le somme sono irrisorie. Capisco l’impatto mediatico, ma stiamo parlando di un’inchiesta di dimensioni molto più modeste rispetto a quelle che interessano altri consigli regionali. Sono convinto che tutti sapranno dimostrare la loro buonafede”. Sarcastico l’ex capogruppo Idv Paolo Eusebi: “La cena più luculliana che abbiamo fatto è quella di un appartenente al gruppo per 26 euro: qui parliamo di spaghetti e fettine, non di ostriche e champagne».
Stessi toni dai consiglieri maceratesi in Regione. Francesco Comi (Pd) si dichiara estraneo alla vicenda: «La Corte dei Conti ha fatto delle contestazioni in cui io non sono coinvolto, perché non ho mai chiesto alcun rimborso. Non mi sono mai fatto rimborsare pranzi, cene, colazioni o quant’altro, quindi sono assolutamente tranquillo. Spero, però, che si faccia chiarezza, anche se vorrei che non si generalizzasse, perché credo che sia ingiusto e spesso troppo comodo». «Mi sono scrupolosamente attenuto al nostro regolamento interno» dice Angelo Sciapichetti (Pd). «Sono cifre modeste – commenta il consigliere Enzo Marangoni del Pdl -, nel 2012 sono cambiate le regole, perché mentre prima si portava al capogruppo solo la pezza d’appoggio relativa a pranzi o cene, ora oltre allo scontrino bisogna anche, giustamente, documentare le persone che hanno partecipato all’eventuale pranzo, ma non credo che questo possa creare problemi».
Ma cosa si scopre tra le carte, come sono stati spesi questi soldi? Soprattutto ristoranti, viaggi e telefoni e qui l’interpretazione dello scopo istituzionale diventa opinabile quando i posti interessati sono località amene di villeggiatura, discoteche o ristoranti sul mare. Poi ci sono spese per libri e riviste, anche qui non sempre di pacifica attinenza allo scopo, c’è la beneficienza, che all’istituzione compete forse per altre vie meno arbitrarie. Tanti convegni, uno anche la notte di San Silvestro, e spese di comunicazione, compresa la tv. Ritiri spirituali e biglietti teatrali, infine anche le mimose per l’8 marzo. Insomma quello che il comune cittadino mette tra gli extra, e che in questi tempi di crisi sono spesso tagliati dal bilancio familiare, possono avere una valenza politica per che svolge il servizio di consigliere regionale.
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