A sinistra Sergio Carlacchiani, direttore artistico di Vita Vita, insime al vicesindaco di Civitanova Giulio Silenzi
di Filippo Ciccarelli
«Nel decimo anniversario della nascita di Vita Vita, ringraziamo il suo ideatore Sergio Carlacchiani che ha regalato il marchio alla città». L’annuncio di Vanessa Spernanzoni, consigliere dell’Azienda dei Teatri di Civitanova, sarebbe la ciliegina sulla torta a conclusione di una manifestazione che ha lasciato «estremamente soddisfatto» Giulio Silenzi, vicesindaco ed assessore alla cultura. Tanto più dopo il trauma Popsophia, che ha sedotto e abbandonato la città, spostandosi a Pesaro e Tolentino. Ma la torta rimane un po’ indigesta, nonostante il bilancio positivo tracciato anche dal direttore artistico Sergio Carlacchiani, per l’annuncio che lo stesso patron di Vita Vita ha fatto nel corso della conferenza stampa. «Adesso che il marchio è del Comune potrebbero fare Vita Vita anche senza di me. E’ vero, io sono l’ideatore, però questo festival è diventato così grazie alla città che lo ha sostenuto, e con cui ho sempre voluto condividerla» afferma Carlacchiani, che rivela anche abboccamenti con altre città interessate alla kermesse. «Sì, ho ricevuto
offerte per portare la manifestazione altrove, ma non ho mai pensato di lasciare Civitanova – prosegue Carlacchiani -, e sono contento di aver donato il marchio alla città. Ma a continuare in queste condizioni non ci sto». E’ principalmente il budget risicato ad impensierire Carlacchiani. Il Comune ha messo a disposizione 40 mila euro per Vita Vita, una cifra che ha richiesto una notevole capacità di rimboccarsi le maniche per portare avanti un programma ricco e di qualità. «Non posso trattare male gli artisti – dice Carlacchiani, – quest’anno sono stati fatti sforzi che ho fatto volentieri, e sono felicissimo di aver dato il mio contributo, ma non continuerò a queste condizioni».
Il vicesindaco Silenzi, che ha detto di «non aver mai ricevuto così tanti attestati di soddisfazione per la riuscita di Vita Vita», ha ammesso però che ci saranno alcune cose da correggere: «Il ritorno economico è stato notevole. Ho constatato che molte volte si doveva rinunciare a consumare perché c’erano lunghe file. Per questo, dato che la festa funziona, deve esserci sinergia tra pubblico e privato, il prossimo anno regolamenteremo la contribuzione degli sponsor, ce ne aspettiamo di
più». Silenzi ha poi riconosciuto il valore di Carlacchiani, «riuscito a garantire qualità anche con un budget basso, visto che per il Comune è stata la spesa più contenuta di sempre». La formula di quest’anno ha puntato sia sull’offerta culturale che su quella enogastronomica. Il cachet di alcuni ospiti, come Marco Cocci e Daniele Di Bonaventura, ad esempio, è stato pagato da due negozi della città. E alcuni eventi, previsti in origine, sono stati tagliati: «Quest’anno abbiamo a malincuore dovuto rinunciare alla danza», spiega Natalia Tessitori dell’Azienda Teatri «ci è dispiaciuto, ma abbiamo visto che anche con meno soldi è possibile fare ottime cose». A Vita Vita si sono esibiti 250 artisti per un totale di 75 performance, comprese le repliche. E’ stato inoltre allestito lo spettacolo “Un talento contro le dipendenze”, a cui hanno partecipato giovani e giovanissimi che hanno fatto mostra delle proprie qualità salendo sul palco allestito nel piazzale della stazione.
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vecchio giochetto della disinformazione. Vorremo sapere il costo di vita vita e non le spese vive del comune.
si e’ notata la differenza infatti, anche se vi siete rimboccati le maniche. Avete puntato sulla sagra di paese !!!
Bene, bene, ora che Vita Vita è passata di proprietà del Comune ci penserà il prode Silenzi ad affossarla definitivamente, infatti il prossimo Flop sarà diretto dal solito Troli, e vedrete che tenteranno la fusione a freddo fra i due Flop annunciati, Futura e Vita, realizzando Vita Futura, altro carrozzone senza capo ne coda…..in tempi di liberalizzazione solo a Civitanova sono rimasti in piedi i burocrati di partito che vogliono accentrare nelle mani dei funzionari del Comune, togliendolo ai legittimi incaricati, ciò che neppure conoscono…la Cultura…..roba da matti!
E’ LA VOLTA BUONA CHE PERDIAMO ANCHE VITA VITA………..NN VEDO L’ ORA CHE CI SONO LE ELEZIONI COMUNALI………..LA CAZZATA D VOTARLI L’ HO FATTA NEL 2012 NN LA RIFARO’ MAI PIU’………………
Vita Vita eccetto qualche evento e qualche singola promessa troppe ripetizioni di scarso spessore culturale e spettacolare .Una iniziativa che ha rischiato fortemente di superare il confine che la separava da una Kermesse strapaesana .
Ormai è evidente che la formula che da anni si è ripetuta ha perso sia la curiosità culturale e originalità.
Sui costi ritorniamo a chiedere che senza l’organizzazione amministrativa online Open Data tutto è superato e si presta a tante interpretazioni politiche.
Non disprezzate almeno lo sforzo degli artisti che hanno lavorato gratuitamente. Perdere questo evento farebbe perdere loro un’occasione di proporsi al pubblico, anche in un contesto difficile come quello, dove l’offerta è concentrata e le distanze ridotte, ma…tant’è! Viva Vita Vita, anche se sagra sagra!
Ma no le amministrazioni comunali non dovrebbero fare le Sagre ma nel caso di Vita Vita fare promozione culturale,spettacolo,promozione,ecc.Il risultato invece è stato deludente e le sagre lasciamole fare ai comitati di festeggiamenti le sanno fare bene e meglio.
Per ragioni di impegno finanziario, lo strappo rischiato con Felicetti, promotore del festival Rive, si sta consumando con Carlacchiani, ideatore di Vita Vita. Sergio lascia il marchio al Comune, con cui ha collaborato 10 anni, ma non è disposto a continuare. Tagli quindi rispetto alle richieste sia di Felicetti che di Carlacchiani. Il Comune per ridurre le spese ha messo le mani in Vita Vita, snaturandone i contenuti e trasformandolo in festival del manicaretto. L’unico che si è salvato dalle sforbiciate è stato Troli – agli amici non si può far torto – che ha prodotto con spese ingenti un festival seguito da pochi intimi. Siamo in settembre e si dovrebbe tenere il festival della Letteratura, strombazzato alla presentazione di Futura, ma di cui l’assessore Silenzio stranamente non parla più. Speriamo che il festival non faccia la fine degli 8 progetti annunciati lo scorso anno alla presentazione della stagione teatrale – di cui uno dedicato al fonadore dell’Eni Enrico Mattei – ma rimasti lettera morta. A vendere il fumo, assessore Silenzio, tutti sono capaci: è alla prova dei fatti che emerge la sostanza e la sua dal punto di vista culturale dopo un anno è tutta da dimostrare.