Aggredito dai ladri in casa
La moglie: “Una violenza inaudita”

CIVITANOVA - Adriana Ciccarelli racconta i momenti di terrore vissuti ieri sera quando il marito, Vittorio Damiani, si è trovato di fronte due malviventi che lo hanno minacciato e picchiato per avere la combinazione della cassaforte. Furti anche in abitazioni vicine

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2013-02-28 14.47.00

La villetta di Vittorio Damiani a Santa Maria Apparente

di Laura Boccanera

Non è in pericolo di vita, ma se l’è davvero vista brutta Vittorio Damiani, il settantenne che ieri sera, al suo ritorno a casa, è stato aggredito da una banda di rapinatori (leggi l’articolo) che lo attendevano per avere la combinazione della cassaforte. Un raid a tutti gli effetti condito di violenza gratuita e di brutalità. Oggi l’uomo, ricoverato al Pronto soccorso di Civitanova,  dovrebbe essere trasferito a Villa Pini, ha ecchimosi sul volto, una forte tumefazione allo zigomo, diverse costole rotte ed è dolorante sul fianco per le botte subite.

Nella villetta di via Capparuccia, un’abitazione che divide il cortile con alcuni parenti, oggi il figlio e la moglie ancora raccolgono e sistemano la casa dal disastro lasciato dal blitz. “Sembrava che ci fosse stata una guerra – racconta il figlio – pezzi di vetro ovunque, lungo le scale, a terra, finestre infrante, tutti i cassetti aperti, hanno rovistato per ore e probabilmente hanno atteso che tornasse mio padre, lo hanno aspettato”

Una rapina dalle dinamiche strane e piuttosto inquietanti quella che si è consumata ieri sera attorno alle 19.30. In casa nel pomeriggio non c’è nessuno: via Capparuccia è una stradina chiusa, la zona è piuttosto isolata, sebbene abitata. Tuttavia nel pomeriggio non c’è troppo movimento. I testimoni parlano di cinque persone, con accento dell’est: due si sarebbero introdotte nell’appartamento mentre gli altri tre a bordo di una vettura grigia avrebbero fatto da palo all’esterno. La moglie dell’uomo, Adriana Ciccarelli, solitamente nel pomeriggio è in casa, ma non ieri e prima di uscire non ha inserito l’allarme che ha agevolato l’ingresso dei rapinatori. Questi sono entrati rompendo con un cacciavite gli infissi della finestra che dà sul retro giardino. Il signor Vittorio è il primo a rientrare e sull’atrio lo accolgono i due malviventi iniziando subito a picchiarlo; schiaffi, pugni, calci e la minaccia del cacciavite puntato alla gola. Vogliono la combinazione della cassaforte: “sì, abbiamo una cassaforte – commenta il figlio – ma è degli anni 80, quasi mai usata, non ce la ricordiamo davvero la combinazione persa anni fa, ma dentro c’è solo l’orologio della comunione, non siamo ricconi che tengono contanti o gioielli in casa”.

Vittorio non ricorda la combinazione e i ladri continuano a picchiarlo dopo averlo portato al piano di sopra. Dopo qualche tempo rientra la moglie, Adriana: “ho avuto un presentimento mentre entravo perchè sentivo dei rumori, ma non ho subito pensato che potessero esserci dei ladri in casa – ricorda ancora traumatizzata per quanto successo al marito – ho solo inserito la chiave nel portone, ma non sono entrata, mi sono come congelata, allora sono andata sul retro per farmi aprire dall’ingresso laterale e ho iniziato a chiamare Vittorio, ma non mi rispondeva e udivo i rumori sempre più nitidi. Allora sono andata da mia cognata (che abita di fianco ndr) e ho iniziato ad urlare chiedendo di chiamare i carabinieri, non so come i ladri siano usciti, ma quando sono entrata ho trovato mio marito ferito, è stato un dolore e un trauma terribile”. E non è la prima volta che i ladri visitano la casa della famiglia Damiani: “sono venuti di notte anche qualche anno fa – ricorda – in quell’occasione non ci siamo accorti di nulla, i classici topi d’appartamento, stavolta invece quanta violenza e che cattiveria”.

Ma a quanto pare il blitz del gruppo di criminali era stato progettato per non rimanere a mani vuote tanto che nella stessa giornata sono entrati anche in altre abitazioni della stessa via, con tentate effrazioni anche in altri appartamenti. “Non ci sentiamo sicuri – commenta la donna – oltretutto sono anni che abbiamo fatto richiesta in Comune per avere l’illuminazione pubblica di questa via, ma non siamo mai stati presi in considerazione. Fino a qualche tempo fa qui ci si conosceva tutti e potevamo notare movimenti strani, ma ora la popolazione è cresciuta e la via buia, soprattutto di notte non ci fa sentire al sicuro”.



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