di Laura Boccanera
Famiglie monogenitoriali, coniugi separati, coppie con figli sulla via della separazione. E’ uno spaccato di nuove povertà quello che emerge dal convegno dedicato al tema che si è svolto questa mattina al teatro Annibal Caro. Un incontro organizzato dall’ordine degli avvocati e coordinato dal presidente Stefano Ghio e dall’avvocato Luisella Cellini. Ma si è trattato di molto di più di un momento di confronto per la categoria chiamata ad affrontare sempre con più frequenza casi di separazioni divorzi e iter giudiziali per le relazioni di coppia. Una casistica ampia e complessa che ha coinvolto, oltre che legali anche psicologi, commercialisti e psicoterapeuti. Impressionanti i numeri forniti nel convegno: l’11% della povertà relativa è nella società di oggi costituito dalle famiglie monogenitoriali e il reddito non costituisce un più un fattore in grado di garantire l’esclusione dalle sacche di povertà. Un fenomeno che colpisce con percentuali maggiore il Sud Italia (20%) rispetto al Nord (5%). I nuclei monogenitoriali sono per la maggior parte composti dalle donne che incontrano difficoltà maggiori dopo la fine di un rapporto a ricostituire un nucleo di coppia anche a causa della riduzione del tempo dedicato al lavoro. “La povertà femminile è una povertà nascosta – ha spiegato la psicologa Sabrina Tosi – non si vede fino a che non si arriva alla rottura della famiglia perchè il lavoro delle donne nella media è più precario e malpagato rispetto a quello degli uomini”. La psicologa ha anche spiegato come spesso il fattore economico e la crisi relazionale siano correlati e come influenzino a vicenda l’andamento delle relazioni: “dopo una rottura una coppia spesso fronteggia difficoltà economiche ma è anche vero il contrario, ovvero che spesso sono i problemi economici a mandare in tilt una relazione. Non dobbiamo dimenticare che le separazioni apportano cambiamenti dal punto di vista non solo affettivo ma anche sociale, economico e legale e per elaborare il lutto della separazione ogni coniuge impiega circa un anno e mezzo”. Nell’analisi sono state sviscerati anche le diverse tipologie di famiglie che si creano prima e dopo la separazione: dalla ricomposizione di un nucleo familiare con una terza persona dopo la rottura dei coniugi, ai casi dei “separati in casa” “il modello più dannoso in caso di presenza di bambini piccoli che attingono così ad un modello di relazione di coppia ambiguo e che può avere conseguenze sulle sue relazioni future” – ha concluso la psicologa. Al termine del convegno a ciascun avvocato è stato diffuso un questionario con l’obiettivo di studiare e raccogliere informazioni contestualizzate all’esperienza professionale di ciascun legale.
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Salvo i “Carnelutti”, pure gli avvocati sono arrivati ai limiti di povertà con la crisi che non fa pagare loro le parcelle.
l’epoca di FRANCESCO CARNELUTTI era quella del BOOM ECONOMICO…..l’epoca attuale è quella della CRISI ECONOMICA…..come sono in CRISI i CLIENTI…..lo sono anche gli AVVOCATI…..