di Alessandra Pierini
E’ durata oltre 9 ore la seduta fiume della V Commissione Sanità della Regione, presieduta dal consigliere Francesco Comi. Qui sono stati esaminati i piani provinciali di riorganizzazione della rete ospedaliera, ma anche i possibili tagli per 5 miliardi di euro annunciati dal Ministro della Sanità Balduzzi. Alla riunione hanno partecipato i vertici della sanità regionale: l’Assessore Mezzolani, il Direttore Generale dell’Asur Ciccarelli, il Direttore del Servizio Salute Ruta, il Direttore di Torrette Galassi, quello dell’Inrca Maffei e quello di Marche Nord, Ricci. Ai lavori erano presenti anche gli esponenti delle singole aree vaste, il Vicepresidente di Commissione D’Anna, i commissari Busilacchi, Camela, Giorgi, Natali ed i consiglieri regionali Acquaroli, Foschi, Giancarli, Marangoni, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti.
Un vero e proprio “spiegamento di forze” per un tema cruciale come quello della sanità regionale, in un periodo di vera e propria fibrillazione vista la revisione della spesa proposta dal governo Monti. La discussione è stata introdotta dalle comunicazioni del Presidente Comi sui possibili tagli annunciati dal Governo nazionale, che potrebbe prevedere il taglio di 18.000 posti letto per dirottare risorse a favore dei servizi territoriali, con una media posti letto che si abbasserebbe da 4.2 a 4.0 per mille abitanti. Prevista anche la chiusura degli ospedali piccoli, considerati meno sicuri, costosi (con meno di 120 o 80 posti letto), oltre alla chiusura di 112 sale parto, ovvero quelle considerate meno sicure perché sotto lo standard di 500 nascite l’anno. Nelle Marche sarebbero a rischio 18 ospedali e altri posti letto, considerato che il Piano è stato tarato su 4.2 posti letto per mille abitanti.
Piero Ciccarelli ha introdotto con la sua relazione i lavori che si sono svolti dalle ore 9.30 fino alle 18 nella Commissione Salute, ma non si sbilancia ed aspetta di conoscere le misure definitive adottate dal governo: “Rispetto ai dati ed ai lanci d’agenzia che escono sulla supposta chiusura dei piccoli ospedali con 120 o 80 posti letto dobbiamo aspettare, perché spetta alla Regione il compito di riorganizzare il servizio. Tuttavia noi abbiamo già fatto, per legge regionale, quella riorganizzazione che oggi chi chiede il governo, e che nelle Marche prevede un unico presidio ospedaliero per area vasta”.
Qual è la situazione nella nostra provincia?
“Nell’Area Vasta 3 di Macerata non c’è più il singolo ospedale di Macerata, Civitanova, Camerino, Tolentino, etc. Esiste un unico presidio, con un’unica organizzazione sanitaria e amministrativa. All’interno di questo unico presidio sono state riorganizzate le funzioni delle diverse strutture, sia quelle per acuti che quelle post acuzie”.
Si teme però una serie di chiusure di queste strutture per i tagli del governo…
“L’aver razionalizzato puntando sul presidio unico ci preserva, rispetto alle notizie ancora frammentarie, dalla chiusura del piccolo ospedale. Una struttura da 80 posti letto è un piccolo ospedale che non è in grado di offrire i servizi necessari; se però è una delle 8 sedi del presidio unico di Area Vasta 3, può offrire prestazioni specifiche e mirate che consentono un contenimento della spesa e una maggiore efficienza. In pratica” conclude Ciccarelli “riconvertire le funzioni delle strutture all’interno del presidio unico ci consente non solo di non chiuderle, ma anzi di usarle a livello ottimale”.
Sull’eventualità dei minori trasferimenti da parte dello stato per la Sanità è intervenuto anche Francesco Comi: ” Sono molto preoccupato” ha affermato il Presidente della V Commissione “per le notizie che giungono dalla riunione del Governo di ieri e che successivamente saranno dettagliate meglio nel decreto del ministro Balduzzi. Spending review significa revisionare la spesa pubblica, depurarla degli sprechi, delle spese inutili, riorganizzare meglio i servizi, non significa solo tagliare la spesa in modo lineare. La spesa sanitaria non è un capitolo ordinario della spesa pubblica: non è accettabile annoverare nei capitoli delle spese sacrificabili quelle sanitarie. Non è neppure accettabile mettere tute le Regioni sullo stesso piano. Marche e Lombardia sono le uniche in Italia, in grado di rispettare i rigidi parametri economici di contenimento della spesa con la loro organizzazione regionale” conclude Comi “chiediamo al governo autonomia: siamo capaci di organizzare il servizio sanitario e lo abbiamo dimostrato, ora ci assegnino le risorse che ci spettano. Stiamo lavorando per riformare il sistema e produrre ulteriori economie, possiamo farlo organizzando meglio i processi sanitari senza ridurre servizi o chiudere presidi”.
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