Scacco alla criminalità organizzata cinese
L’operazione “Dragone” tocca Macerata

Sequestrato nel centro storico del capoluogo un appartamento utilizzato per attività di prostituzione. A San Severino, denunciato un uomo per reati connessi all'immigrazione clandestina

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prostitute-cinesidi Alessandra Pierini

Ha coinvolto anche la provincia di Macerata l’operazione “Dragone”, volta a colpire la criminalità organizzata cinese.  Anche la Squadra Mobile di Macerata ha preso parte alle complesse attività di indagine, svolte su tutto il territorio nazionale e coordinate dal Servizio Centrale Operativo di Roma che hanno portato all’esecuzione di 50 provvedimenti di custodia cautelare e alla denuncia di centinaia di persone e perquisizioni di immobili. A livello nazionale, le indagini, svolte dagli investigatori nell’ambito del progetto “Dragone”, sono iniziate lo scorso marzo ed hanno portato alla luce un’organizzazione criminale ben strutturata dedita alle attività di sfruttamento della prostituzione, di immigrazione clandestina, reati contro il patrimonio e reati contro la persona. I poliziotti hanno scoperto un aumento di centri massaggi e di abitazioni private dove venivano obbligate giovani ragazze, per lo più provenienti dalla regione dello Zhejiang, a prostituirsi. I contatti avvenivano soprattutto tramite annunci sui quotidiani.
Proprio in tale ambito si è inserita l’attività degli investigatori della Questura di Macerata che hanno perquisito e poi sequestrato un’abitazione nel centro di Macerata. L’appartamento era stato preso in affitto da un uomo di origine albanese, residente in provincia di Ascoli Piceno, ma di fatto veniva utilizzata da cittadina cinese, proveniente proprio dalla regione dello Zhejiang, che la utilizzava per esercitare l’attività della prostituzione. L’uomo è stato quindi denunciato per il reato di sfruttamento e favoreggimento della prostituzione.
Invece, a San Severino Marche, la Polizia durante la perquisizione di un’abitazione occupata da un cittadino italiano, ha  trovato una copiosa documentazione- accertata essere completamente falsa- che è stata utilizzata per richiedere allo sportello unico per l’immigrazione, il rilascio del nulla osta allo svolgimento di un lavoro subordinato a favore di un soggetto cinese, anch’egli proveniente dalla regione dello Zhejiang. In questo caso il cittadino italiano è stato denunciato per reati connessi all’immigrazione clandestina e per le accertate violazioni alle norme sul lavoro.



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