Calano le vocazioni e aumentano gli impegni
Salesiani a rischio chiusura

PORTO RECANATI - Imminente l'accorpamento con l'altra struttura salesiana di Loreto. Sono tante le difficoltà per i parroci don Pietro e don Ennio

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La chiesa dei Salesiani a Porto Recanati

 

di Stefano Palanca

La chiesa dei salesiani di via San Giovanni Bosco è chiusa per il tetto che, nei mesi scorsi, aveva dato segni di cedimento. Presagio? Chissà. Qualche anno fa sotto il manto del campo da calcio rifatto, ovvero la zona sotterranea, è stata venduta per farne dei garage. Altro Presagio? Forse. La certezza è una: l’Opera Salesiana, presente in città dal 1924, è a rischio chiusura. Anche se non è proprio così. Quel che viene in mente è che, quasi come un’attività commerciale si vede costretta ad abbassare la saracinesca, l’oratorio chiuderà.   La realtà è che mancano le vocazioni, i salesiani di Porto Recanati sono anziani e verranno accorpati all’istituto salesiano di Loreto dove sorge un’altra Casa salesiana. Il parroco Don Pietro Urbinis di oltre 70 anni, per decenni missionario, e Don Ennio Borgogna di 83 anni tornato in città dopo la sua precedente esperienza al “porto”, sono in difficoltà. L’impegno è gravoso e le forze vengono a mancare nonostante lo spirito salesiano sia vivo. Il quarantenne Don Gaetano Romani, invece, responsabile all’interno dell’oratorio e sempre presente sia di spirito che di manovalanza, verrà spostato da un’altra parte. Dal 2013, quindi, molto graverà sulle spalle dei laici e dei volontari. In soldoni i salesiani non gestiranno più l’Oratorio, ma ci saranno dei laici.
Per essere ancor più chiari il catechismo rimane, i gruppi tra cui gli Scout rimangono, Don Ennio e Don Pietro saranno dentro l’oratorio ma, al calar della sera e in altre ore della giornata, faranno comunità con quelli di Loreto. La speranza che qualcosa possa cambiare c’è sempre e, come si dice, è l’ultima a

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Don Ennio Borgogna, recentemente tornato a Porto Recanati dopo aver trascorso tantissimi anni all'Oratorio salesiano di Macerata

morire. Secondo fonti ben informate, però, quella stessa speranza è comunque fievole.Da alcuni volontari, laici e animatori all’interno dell’Oratorio però parte un appello rivolto a quanti dicono di avere spirito salesiano e quel fuoco di don Bosco: aiutateci a far vivere l’oratorio secondo lo spirito salesiano e con educatori salesiani. Tutti i ragazzi portorecanatesi delle passate generazioni, o quasi, sono infatti passati e cresciuti all’oratorio secondo lo spirito salesiano di aggregazione e servizio. Dopo l’Adriatica Campione d’Italia giovanile che trionfò nel 1964, molti altri sono arrivati nella massima serie come Massimo Palanca o Luigi Piangerelli cominciando a tirare calci al pallone proprio sul campo di “sabbiò” all’ombra del campanile. Le istituzioni, intanto, si sono già mobilitate. Spiega il sindaco Rosalba Ubaldi: “Sono stupita. Spero che le voci non corrispondano al vero: noi faremo di tutto perché la presenza dei salesiani sia presenza viva e vitale nella nostra città. Un oratorio dove passa l’80% della popolazione giovanile da sempre e in una città che ha un problema di immigrazione molto elevata, l’oratorio deve continuare a svolgere il suo ruolo di aggregazione seguito dai salesiani, quindi religiosi, con l’aiuto dei cooperatori. E’ una parte del nostro tessuto sociale alla quale non possiamo e non vogliamo rinunciare: faremo tutte le pressioni possibile tanto che ho già parlato con Don Antonello Sanna dei salesiani e col vescovo Carlo Giuliodori”.
A favore dell’oratorio si schiera anche il centro sinistra Uniti per Porto Recanati come si legge in una nota stampa. “La notizia non può non destare preoccupazione. Storicamente la congregazione ha svolto un’indiscussa funzione dal punto di vista religioso, socio culturale e dell’aggregazione e formazione giovanile. Alla base della scelta ci sarebbe la crisi delle vocazioni sebbene il nostro paese abbia indiscutibilmente fatto la sua parte, visto che ben due porto recanatesi, Umberto Gaetini e Simone Calvano, hanno aderito all’ordine. Ciò vuole dire indiscutibilmente che qui il terreno è interno-con-don-boscofertile, che l’opera Salesiana è viva e questo basta a farci pensare che sarebbe un grave errore chiudere proprio dove la semina rende! La gestione dovrebbe passare ora a dei volontari laici. Il venir meno dell’attività salesiana, in una realtà ove per atavica inerzia delle amministrazioni che si sono succedute non esistono altri centri assimilabili di aggregazione giovanile, lascerebbe un vuoto incolmabile anche dal punto di vista sociale. Che fine faranno attività come lo scautismo o la Polisportiva Giovanile Salesiana che hanno  fornito salesiani-1-esterno-300x225occasioni di sana crescita ad intere generazioni di portorecanatesi? Ci auguriamo che la Congregazione Salesiana riveda la propria decisione”. Un verso della poesia “Ell’Oratoriu” di Emilio Gardini racchiude in sé la sintesi di quel che l’opera salesiana è riuscita a costruire fino ad oggi: “è un canto sottovoce, un’oraziò, un segno de croce che te recordi per ‘ita (vita) intiera, tutte le ‘olte che te pare sera”.



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