di Maria Luisa Lasca
Il Grande Quaderno mostra attenzione per la natura e l’ecologia. Apprezza l’insegnamento che la terra, nel ciclo delle stagioni, impartisce naturalmente. A tale proposito esiste un progetto presente da alcuni anni nelle nostre scuole, trovando nel territorio maceratese diffusione entusiastica: Orto in Condotta.
Il programma, a carattere nazionale, prevede la realizzazione di orti didattici, per promuovere e sviluppare l’educazione alimentare e ambientale. I Comuni mettono a disposizione i terreni, le sementi e gli attrezzi, le scuole sviluppano la parte didattica. Slow Food (www.slowfood.it), che ha promosso l’iniziativa (proseguendo l’esperienza degli School Garden in USA), cura l’aggiornamento dei docenti (orto e educazione sensoriale, educazione alimentare e ambientale, cultura del cibo).
Nelle scuole che hanno aderito al progetto si può immaginare una scena, a testimonianza della validità di un laboratorio che è anche apertura al mondo e alla meraviglia della scoperta. È trascritta nel Grande Quaderno. I bambini escono di corsa dal retro della scuola e si immergono nel sole di maggio. Appena un respiro di vento, un cielo immobile e pulito, come a proteggere la loro innocenza. Grembiulini e piccoli attrezzi subito messi in funzione e poi al lavoro: qualche filo d’erba da togliere tra i pomodori, le fragole da raccogliere. Occorre sostenere le melanzane con i tutori di bambù, già preparati dal nonno ortolano, collegandoli a gruppi di tre. Le piante di patate, in fioritura, sono da ricoprire con piccoli colmi, a difesa dei tuberi sotterranei. I bambini si impegnano, indaffarati come formiche per l’inverno. Intanto svolgono le diverse operazioni colturali, in sintonia con il ciclo di vita delle piante e delle stagioni. Imparano l’attesa e la storia. Applicano il lavoro di gruppo: l’orto diviene aula a cielo aperto. Poco più in là, quasi al confine con il bosco, nel terreno morbido e sciolto, notano delle piantine, spuntate di recente: teneri germogli che attirano l’ attenzione. Hanno il permesso di estrarne una, delicatamente, per osservare meglio. E intanto descrivono con i termini precisi che hanno imparato: radice lunga e ricca, una ghianda aperta in due, seminterrata, in cima la piantina, piccola, delicata, poche foglioline dai margini seghettati, il colore sfumato tra verde e nocciola. I bambini chiedono di poter coltivare in un vasetto, come un bonsai, la quercia. E la maestra spiega che così è nata, tanto tempo addietro, la pianta monumentale, la roverella quercus pubescens cui la classe aveva fatto visita qualche mese prima. Un bambino ricorda che per abbracciare interamente la quercia era stato formato un girotondo con sei di loro.
Gli orti didattici rivestono un ruolo fondamentale, condensando gli obiettivi sopra descritti: sono etici, educano ad una pedagogia di pazienza, di pace. Si può consultare il portale www.ortidipace.org, se si volesse approfondire la filosofia della rete degli orti di pace. Coltivare è un gesto antico, portatore di civiltà: i bambini e i ragazzi della scuola media (il progetto riguarda la fascia d’età dai tre ai quattordici anni) si confrontano con la storia, le scienze, la geografia, la botanica, l’arte. La mensa, integrata dalle fragole e dai pomodori coltivati dai bambini in modo naturale e biologico, produce con i suoi scarti il compost che nutre l’orto biologico, i cui prodotti ritornano a mensa. Un semplice ciclo, a portata di mano, può far ragionare su quelli grandi della vita che riguardano tutti noi. La coltivazione è interculturale, l’orto didattico avvicina le generazioni, gli studenti che crescono, con la curiosità di apprendere, gli educatori adulti che li seguono e i nonni ortolani collaboratori, che si mettono a disposizione, a favore delle nuove generazioni. Un vecchio e un bambino, di fronte ad un orto, si possono dare la mano, l’uno ricco di esperienze di vita e di cicli naturali, l’altro dell’entusiasmo per le novità. Pedagogia del rispetto, dell’attenzione, dell’attesa, questo insegna l’orto didattico: non moda, ma provocazione positiva per tutti gli adulti.
Utili informazioni sugli Orti in Condotta realizzati dalle scuole maceratesi sono rinvenibili nei siti della Provincia e del Comune. In questi giorni, con una nota nel sito web, il Comune di Macerata presenta il rendiconto sui numeri del progetto: sono tredici a Macerata le scuole dell’infanzia e primarie coinvolte, cui vanno aggiunte, a livello provinciale, quelle di Belforte, Corridonia, Mogliano e Petriolo. Un migliaio di alunni e una quarantina tra insegnanti e nonni sono dunque impegnati nel progetto triennale. Esso, continua il comunicato, sta dando grandi soddisfazioni, viene sostenuto fattivamente dall’Amministrazione comunale, dalla Provincia e da Slow Food che offre materiali didattici, il coordinamento al progetto nazionale, corsi di formazione per tutto il triennio con operatori qualificati, dedicati agli insegnanti e ai genitori, con attività in aula e sul campo insieme ai nonni ortolani.
Il grande Leopardi usa con affetto il termine orti. A Silvia: Mirava il ciel sereno,/ le vie dorate e gli orti,/… La sera del dì di festa: e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti/ posa la luna, e di lontan rivela/…
Cercando un riferimento letterario per la scelta del programma Orto in Condotta, i Canti del Leopardi non lo fanno mancare, con esiti lirici unici.
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