Dopo dieci anni si è finalmente conclusa con l’assoluzione perchè il fatto non costituisce reato, la vicenda giudiziaria di Francesco Forti, dirigente scolastico attualmente in pensione, difeso dall’avvocato Nicola Perfetti. La Corte di Appello di Ancona si è così pronunciata sul reato di diffamazione per il quale il dirigente era stato condannato alla pena di 400 euro di multa, nonché al risarcimento della parte civile per 2.000 euro.
Il Preside Forti ha diretto per trentuno anni le scuole nel comune di Potenza Picena prima come Direttore Didattico, poi come Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Raffaello Sanzio di Porto Potenza Picena.
Nel 2002 i genitori Massimo Mobili e sua moglie Neva Sibilla difesi da Marco Vannini, querelarono il dirigente, perché si ritenevano offesi da una sua circolare, inviata a tutte le famiglie, che difendeva la scuola e l’ambiente di Porto Potenza Picena.
La lettera fu scritta dopo che alcuni genitori delle classi quinte, intenzionati a trasferire i propri figli alla scuola media Pirandello di Civitanova avevano sostenuto che l’Istituto Sanzio era una scuola insufficiente, mal governata dal Preside, i cui docenti non valevano niente. Aggiungevano poi che l’amministrazione comunale non faceva niente per la scuola e che tra l’altro era teatro di episodi di bullismo. Colpito dalla durezza degli attacchi, il professore rispose con la circolare in cui si diceva tra l’altro che «agire subdolamente allo scopo di denigrare l’istituzione educativa locale non costituisce un esempio concreto orientante nei confronti dei figli in crescita. Occorre evitare che interventi di persone pedagogicamente incompetenti continuino a creare contrapposizioni disgreganti della collettività (genitori oculati ed intelligenti scelgono la scuola migliore nel territorio salvaguardando e valorizzando l’ambiente sociale e culturale nel quale i propri figli vivono».
Gli Insegnanti, gli Organi Collegiali, l’Amministrazione Comunale hanno sempre espresso, anche con documenti, il loro sostegno e la solidarietà al Dirigente:” Solo chi vive nella e per la scuola, lavorando con passione, sa e può comprendere lo stato d’animo e la profonda delusione di chi viene additato o peggio querelato per frasi dette o scritte in un momento di amarezza e di disappunto al fine di difendere il prestigio ed i valori dell’Istituzione Scolastica.
Gli stessi alunni di quella classe quinta, coinvolti nell’increscioso avvenimento, hanno scritto al Preside Forti:« Grazie per ogni volta che abbiamo trovato la tua porta aperta. Grazie per averci ascoltato quando ne avevamo bisogno e sapevamo che tu c’eri per noi. Grazie per quelle volte che ci hai fatto crescere, quando passando pensieroso, entravi in classe…ma un sorriso appariva sul tuo volto, un sorriso speciale per ciascuno di noi. Grazie per averci fatto sentire la scuola come la nostra “casa” dove abbiamo scoperto le “cose” grandi: l’amicizia, la solidarietà, la voglia di imparare, il desiderio di farcela, la volontà di rialzarsi di fronte alle difficoltà e…ripartendo sempre con le nostre gambe».
La giustizia, anche se impiegando molti anni, ha fatto il suo corso riconoscendo la non colpevolezza e restituendo la serenità a Francesco Forti, che ha trascorso la sua vita lavorativa operando per proteggere, migliorandolo, ciò che di più importante abbiamo nell’ambiente: i fanciulli, la scuola ed il principio di lealtà che deve essere sempre alla base di un confronto costruttivo.
(redazione CM)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati