di Filippo Ciccarelli
Ci sono due anime a Montecosaro; la prima è quella con cui ci si scontra, e non potrebbe essere altrimenti, appena usciti dalla superstrada. Abbandonate le quattro corsie della Statale 77, balza all’occhio un’anima impulsiva, votata al commercio, all’industria, che si è vestita di cemento e luci sgargianti, ma che non è riuscita a stravolgere le piccole vie della frazione conosciuta come Borgo Stazione (oggi Montecosaro Scalo) per assecondare la crescita del paese, smisurata negli ultimi anni. Bar all’ultimo grido, outlet di moda ed abbigliamento, punti vendita di accessori d’informatica e tanto altro. Intorno, un viavai continuo di automobili e camion. E ancora speed check, semafori ed incroci intasati che sopportano un traffico in gran parte sconosciuto alle località vicine, rimaste fedeli ad una vocazione prettamente agricola.
C’è poi un’altra Montecosaro, quella lassù in alto, arroccata in collina come la maggioranza delle cittadine marchigiane. Una presenza discreta, un’anima gentile, raccolta, meno appariscente rispetto a quella di fondovalle. Forse più autentica, di sicuro più legata alla tradizione, con un centro cittadino che è la classica “bomboniera”. Ordinato, pulito e ben curato: nella centralissima piazza Trieste l’unico neo è rappresentato dall’impalcatura che nasconde la facciata settecentesca della Collegiata, dove all’interno si possono trovare esempi di rara bellezza, come l’affresco del ‘300 intitolato alla Madonna del Latte, eredità dell’antica chiesa di Santa Maria in Piazza.
Come facciano a coesistere nella sola Montecosaro due realtà apparentemente antitetiche lo spiega il sindaco Stefano Cardinali:
“Negli ultimi anni abbiamo avuto una fortissima espansione. Sia in termini percentuali, che in valore assoluto, siamo il paese che cresce di più in tutta la provincia di Macerata. Ormai nel nostro comune ci sono oltre 7.000 residenti (nei primi anni ’80 erano poco meno di 4.500, ndr), accogliamo circa 250 persone in più ogni anno, un dato superiore del 68% rispetto all’incremento di Civitanova, che ha ben altri spazi rispetto ai nostri. Il motivo, secondo me” spiega Cardinali “è duplice: in primis Montecosaro c’è una buona qualità della vita, ed il paese è vicino a Civitanova e quindi al mare. Poi qui le case costano meno che sulla costa, per cui chi vuole fare una famiglia ha anche questo vantaggio, tant’è che molti dei nuovi residenti sono civitanovesi che si trasferiscono a Montecosaro”.
Però i residenti di Montecosaro Scalo lamentano il problema del traffico, e pure la scarsità di strutture educative…
“Stiamo provvedendo in entrambi i casi. A settembre partiranno due sezioni della prima scuola materna pubblica, ci sono già una cinquantina di iscrizioni (leggi l’articolo). Tra breve dovrebbero ripartire anche i lavori per la costruzione del nuovo polo scolastico, che comprende l’asilo nido, la materna, le scuole elementari ed un palazzetto dello sport. L’opera si era bloccata quando sono state trovate alcune ossa in fase di scavo, per cui la Sovrintendenza ai beni culturali ha dovuto vederci chiaro, e questo ha comportato uno stop di tre mesi. A settembre 2013 dovrebbe essere completato il primo stralcio, un progetto di circa 2.400 metri quadri che comprende anche la scuola elementare di contrada Cavallino. Poi sarà la volta del palasport”.
E per quel che riguarda la viabilità?
“E’ prevista la realizzazione di una bretella che possa portare il traffico pesante che proviene da Trodica direttamente in superstrada, aggirando Montecosaro Scalo. Stiamo trattando con i privati che possiedono i terreni su cui dovrebbe essere realizzata l’opera, prevediamo che la strada sia larga 10 metri e 50, e che ci siano due rotatorie nel tracciato. La bretella partirebbe all’altezza dell’azienda Cimini, nella zona ovest, e se tutto va bene in estate potremmo già partire coi lavori”.
Qual è un tratto distintivo della sua comunità?
“Sicuramente la vivacità, che non è solo di tipo commerciale. A Montecosaro ci sono tante associazioni, oltre 40, e sono tutte molto attive sul territorio. Chi abita qui non rappresenta un numero, la cittadinanza è molto coinvolta in tutte le manifestazioni che vengono organizzate”.
Qualche tempo fa c’è stata una querelle, a causa della mostra su Tullio Crali, organizzata proprio a Montecosaro… (leggi l’articolo)
“Io ribadisco che l’Amministrazione ha pagato le spese che si era impegnata a coprire. Se non erro la cifra contestata è di 600 euro, quando per quella mostra abbiamo pagato costi superiori, intorno agli 800. In ogni caso, ho fatto prevedere nel bilancio uno stanziamento per chiudere le questioni pendenti, vedremo di risolvere questa situazione il prima possibile”.
Merita una menzione a parte (e una visita) la chiesa dell’Annunziata a Montecosaro Scalo, conosciuta come l’abbadia di Santa Maria a Pie’ di Chienti. Si tratta di uno di quei gioielli di casa nostra spesso misconosciuti – proprio perché di
casa nostra – portatori di una bellezza antica e di un fascino immutato nei secoli, a dieci minuti da Civitanova e un quarto d’ora da Macerata. Che si può volere di meglio?
(1/CONTINUA)
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