Servizi pubblici locali e società partecipate

I "Focus" del Circolo Aldo Moro

- caricamento letture
relatori29.11-300x225

"I Focus del Circolo Aldo Moro"

di Renato Perticarari

La “tela di Penelope” della disciplina dei servizi pubblici locali ha finito di essere tessuta oppure ne manca ancora un pezzo?
Il Circolo Aldo Moro ha voluto creare, attraverso le relazioni tenute dall’avv. Alessandro Lucchetti e dal sottoscritto, una occasione di approfondimento senza avere la presunzione di dare una risposta, ma con l’intenzione di offrire elementi di conoscenza e di consapevolezza in un settore altamente specialistico, che “la politica” non può più pensare di affrontare senza adeguata preparazione.
Credo che la domanda iniziale sia legittima e, anzi, è opportuno che essa passi nella mente dei molti operatori del settore, pubblici o privati che siano.
È difficile, del resto, individuare un altro ambito normativo che, come questo, negli ultimi venti anni ha visto comporsi e scomporsi il suo quadro di riferimento. Sono ormai passati ventuno anni, infatti, dalla Legge n. 142 che nel 1990 diede inizio “all’era moderna” dei servizi pubblici locali, prevedendo in modo strutturato la possibilità della loro gestione attraverso le società miste pubblico-privato.
Il convegno del 29 novembre, molto partecipato da cittadini ed amministratori pubblici, ha posto in evidenza – in modo ormai inequivocabile – la necessità di pensare ad una gestione dei servizi pubblici locali che, avendo come obiettivo fondamentale quello di erogare servizi di qualità a costi quanto più contenuti possibile per gli utenti, si affranchi da alcuni falsi obiettivi che negli ultimi anni sono stati presentati, anche e soprattutto per scarsa conoscenza della normativa, come perseguibili, causando anche seri ritardi verso una adeguata organizzazione di tale complesso settore nel nostro territorio provinciale.
Da anni i principi comunitari sono fermi nello stabilire la necessità di introdurre concreti elementi di concorrenzialità nei servizi pubblici locali; ora, ma in realtà lo è dal 2008, questo è anche diritto vivente nel nostro Paese con l’art. 4 del DL n. 138/2011. Concorrenzialità che non significa privatizzazione, ma liberalizzazione. Dal convegno, infatti, è emersa con assoluta chiarezza la necessità di distinguere il “controllo pubblico” dalla “gestione pubblica”, uscendo dall’equivoco – in parte creato ad arte – per il quale la “gestione pubblica” ci sarebbe solo se il servizio è materialmente gestito da un soggetto pubblico. Non è così; ciò che deve sempre esserci è il “controllo pubblico” e la capacità seria di esercitarlo da parte della “politica”. La natura giuridica (pubblica o privata) del soggetto che materialmente svolge il servizio è del tutto irrilevante, se il “controllo pubblico” viene esercitato correttamente. Nella convinzione che ove tale controllo non c’è, la qualità del servizio non viene salvata dalla eventuale natura pubblica del soggetto gestore.

pubblico29.11-300x225

In questa ottica, per esempio, e con riferimento alla sfumata trattativa tra il Cosmari ed il Comune di Macerata per la cessione della Smea Spa, anche alla luce della recente legge regionale di riforma del settore dei rifiuti, il convegno è servito per comprendere quanto quella trattativa fosse estranea alle norme ed ai principi regolatori del settore. Quei principi a cui si dovrà ispirare il Comune di Macerata per individuare la strada da percorrere per una adeguata organizzazione e strutturazione delle sue partecipazioni societarie.




© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X