Il recordman Di Fabio racconta
le sue 690 presenze tra i “Prof”

L'INTERVISTA - L'allenatore della capolista Maceratese tra aneddoti, curiosità e bei ricordi da calciatore spaziando da "Pippo" Inzaghi al rigore fallito contro il Milan senza dimenticare la rete in nazionale e le uscite serali con Roberto Baggio

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L'allenatore della Maceratese Guido Di Fabio

di Andrea Busiello

Da allenatore sta facendo molto bene ma da calciatore ha un record invidiabile. Il nostro personaggio del giorno è Guido Di Fabio, attuale trainer della Maceratese che al centro del campo alternava la qualità di Pirlo alla grinta di Gattuso (con le debite proporzioni!). Nella sua carriera ha collezionato la bellezza di 690 presenze tra i professionisti, 390 in serie C e 300 in B. Numeri invidiabili da considerare che non sono incluse le apparizioni in Coppa Italia. Quando si gioca per 23 anni consecutivi tra i professionisti (l’esordio a 16 anni) un motivo ci sarà. Tante le squadre che l’anno visto protagonista: Giulianova, Sambenedettese, Parma, Messina, Piacenza, Casertana, Siena, Fermana, Castel di Sangro, Pescara e Chieti. Con Di Fabio abbiamo dialogato a 360° su questo grande record e ripercorso in pochi flash una carriera calcistica sfavillante.

Di Fabio, domanda scontata: quant’è il rammarico per non aver giocato in serie A?

“Risposta facile: tanto. Ho avuto la fortuna di giocare solo in B e C, peccato che non sia arrivata la grande occasione della massima serie ma sono felicissimo di quello che ho fatto da calciatore”.

Peccato non aver sfondato il muro delle 700 presenze….

“Eh si. Anche questa è una cosa che mi dispiace. Avevo 39 anni quando giocai l’ultima gara nei professionisti: Chieti-Catanzaro 1-2. L’anno successivo dovevo andare alla Cavese ma purtroppo mio padre si ammalò ed io preferii lasciare il calcio per stare dietro a lui ed al suo male che poi dopo poco purtroppo se lo portò via”.

Partiamo dall’esordio. Se lo ricorda?

“Come potrei dimenticarlo? Parliamo di Reggina-Giulianova. Avevo 16 anni e sul 2-0 per noi la gara fu sospesa per invasione di campo da parte della tifoseria di casa”.

di-fabioCi diceva che ricorda più di tutte, due sfide in particolare…

“Si. Ho nel cuore Parma-Real Madrid, Milan-Parma e Parma-Roma. Partiamo dal Real. Non capita tutti i giorni giocare contro campioni di quel calibro e quell’amichevole non potrò mai dimenticarla. Contro i rossoneri, invece, era una gara di Coppa Italia. La sfida terminò sul 2-2 e andammo ai rigori dove riuscimmo a vincere ma…”.

Ma cosa?

“(C’è prima un sorriso simpatico, ndr) L’unico rigorista del Parma che sbagliò il penalty fu Guido Di Fabio…”.

Ha avuto l’onore di fare il militare con un certo Roberto Baggio…

“Si, a Barletta. E’ una persona speciale. Uscivamo tutte le sere insieme io, lui e Pioli (l’attuale allenatore del Bologna). Fa un certo effetto ricordare quei momenti”.

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Quali sono i giocatori con i quali ha giocato che hanno “sfondato” nel palcoscenico della serie A?

“Inzaghi, Mesto, Portanova, Quagliarella e Rocchi. Con Mesto e Portanova ci sentiamo ancora spesso e mi ha fatto piacere ricevere le loro telefonate d’in bocca al lupo quando accettai la panchina della Maceratese”.

Tanti aneddoti in questa lunga carriera: ci racconti cosa fece “Pippo” Inzaghi…

“Pippo giocava con la nazionale a Pescara ed io in quell’anno ero proprio al Pescara soltanto che capitò che la sera della partita della nazionale noi eravamo in ritiro a Sulmona. Lui andò dal magazziniere dello stadio e gli disse che a fine partita gli doveva dare una cosa. Morale della favola, Inzaghi finita la partita lascia al magazziniere la maglia numero 11 dell’Italia che doveva dare a me appena mi vedeva. Conservo ancora con cura quella maglietta di un amico oltre che di un grande campione”.

Lei ha giocato un pò in tutte le formazioni giovanili dell’Italia ed ha gonfiato anche la rete con la maglia azzurra…

“Si, non sono riuscito ad arrivare alla nazionale under 21 e nemmeno a quella maggiore ma la soddisfazione di fare gol con quella maglia me la sono tolta. Qualificazioni europee under 16: Italia-Malta 3-1. Io, su assist del “Principe” Giannini, realizzai di testa il gol del 2-0″.

Adesso lei allena la Maceratese: come mister chi è che le ha lasciato di più?

“Ho appreso un pò da tutti quelli che ho avuto. Mi piace menzionare Giampiero Vernisi, sconosciuto ai più (allenatore del settore giovanile del Giulianova) ma davvero magnifico. Altri grandi allenatori che ho avuto e dai quali spero di aver preso il meglio sono Cagni, Zeman, Ivo Jaconi e Dino Pagliari”.

La serie A non l’ha fatta da giocatore. A questo punto l’obiettivo è quello di arrivarci da allenatore…

“La strada è lunga. Il mio unico pensiero è quello di fare bene con la Maceratese, poi è logico che essendo il mio lavoro spero di arrivare il più in alto possibile”.

 



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