di Vittorio Zazzaretta *
Cosa sta succedendo allo Sferisterio? Esattamente quello che è capitato 10 anni fa. Forse nessuno ricorda che nel 2001 furono richiesti dalla commissione quarta, da me presieduta, i libri contabili dell’Associazione Sferisterio, peraltro diventati invisibili fino ad allora. Ricordo il clamore che l’atto provocò e il timore che la politica dovesse perdere il suo primato: seguì un anno di discussioni in Comune e in Provincia, e in quest’ultima venne addirittura istituita una commissione d’inchiesta. Vennero alla luce situazioni debitorie drammatiche e quasi ultimative, quindi si decisero delle misure straordinarie contenute nella delibera comunale n. 119 del 10 e 11 dicembre 2001 così titolata “Associazione Arena Sferisterio. Piano di intervento programmatico e finanziario. Provvedimenti”. La suddetta delibera, corredata da molti dati relativi ai debiti accumulati e alle assurde capitalizzazioni, è facilmente rintracciabile nel sito del Comune di Macerata e chi avesse la curiosità di leggerla, si renderebbe facilmente conto della costante inadeguatezza della politica a dare seguito a decisioni importanti, nonostante che molte linee fossero state adeguatamente tracciate in delibera.
La sottocultura di molti amministratori, i facili entusiasmi per alcuni personaggi, la pervicacia della politica che è capace soltanto d’invadere tutto, ma senza capacità specifiche e quel che è peggio senza quel senso di responsabilità che dovrebbe caratterizzare “il buon padre di famiglia”, non può che portare al “redde rationem” e quando è sicuramente troppo tardi. Molto oggi si parla di “questione morale”, ma nessuno è disposto a fare un passo indietro e quindi guai a procedere con riforme strutturali capaci di mettere in predicato il primato della politica, ammesso per assurdo che possa essere ancora definita politica. Quindi: mai una riforma statutaria, mai un bilancio preventivo affidabile e categorico che non consentisse di ripianare a piè di lista, mai una particolare attenzione alle ricadute positive sul territorio, addirittura si consentono scelte che tolgono risorse ai maceratesi, vedi produzione dei costumi di scena precedentemente lavorati in loco con un’ottima organizzazione sartoriale. La pubblicità delle nostre produzioni sempre affidata ad iniziative dilettantesche, ma ugualmente dispendiose: ho potuto constatare io stesso che i depliant illustrativi della Stagione lirica venivano consegnati una settimana prima dell’inizio dell’evento e ammassati in decine di migliaia nel retro della biglietteria del teatro, quindi senza distribuzione alcuna, nemmeno consegnati talvolta ai negozi limitrofi; in alcuni casi presi io stesso alcune centinaia di fogli pubblicitari per distribuirli. Nel periodo del SOF la città dovrebbe essere o meglio apparire in festa, invece sembra che nulla debba accadere e tutto si risolve in “aperitivi culturali” nell’infuocato mezzogiorno estivo e per pochi intimi affezionati. Sono passati 10 anni dalla delibera del 2001 e ancora la politica si dibatte pietosamente attorno alle cause del disastro culturale e socioeconomico dello Sferisterio e si fa credere che tutto possa risolversi con la scelta di un direttore artistico nuovo o con qualche piccola conferma, ma nei fatti questo è un falso problema, perché su tutto prevale la fame di autoconservazione dei soliti noti che hanno probabilmente segnato il destino di un non piccolo capitale dei maceratesi. Oggi non c’è più la possibilità di fare ulteriori mutui, siamo arrivati a un punto di non ritorno e questa “stagione ponte”, di cui non capisco il significato, non potrà assolutamente cambiare le cose se non fare accumulare ulteriori debiti.
* Già consigliere comunale di Margherita e Pd e presidente della Istituzione Macerata Cultura
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Ha ragione , corsi e ricorsi storici come il fatto che quando vengono le cose a galla parlano tutto e tutti. E persone che non vedevi battersi più per la Cultura maceratese improvvisamente si rendono visibili.
Il peggior male di Macerata sono i maceratesi. Quello che è stata la storia dello Sferisterio, come ben ricostruita da Verdenelli, non si può leggere solo in termini di bilanci altrimenti dovremmo chiudere tutti i Teatri d’Italia ma anche in quello che è stato dato alla città in termini di lavoro e in termini di turismo.Leggo che oggi Civitanova, recanati e altri paesi organizzano da soli la Lirica: 20 anni fa non si muoveva una paglia senza prima chiamare MacerataOpera. Altro primato perso. E quanto costa perdere primati?
Lo Sferisterio non è un’azienda di insaccati, e non se ne può parlare con pressappochismo e superficialità .
Per avere turismo, visibilità, successo qualcosa bisogna dare con amore e orgolgio, senza livore che porta solo all’appiattimento delle persone.
EUREKA! Perché non trasformare l’arena in un salumificio o in un moderno velodromo? Faremo felici quei ciclisti che continuano a girare in velocipide intorno alle mura in perenne ricerca della pista ciclabile perduta o insaccata…
Oppure diamo lo Sferisterio in gestione a quello scarparo che riesce a coniugare competitività (profitto) con solidarietà (carità).
In tempi non sospetti, in una molto assai seriosa discussione tra amici, proposi di sgomberare tutto l’interno dell’Arena (via sedie, palchi, illuminazione, tende, ecc.) e costruirci un parcheggio multipiano (ipotizzavo 2 livelli sotto strada e 3 liveli fuori, circa 500 auto) con collegamenti verso il Centro Storico.
Non superando il parcheggio, in altezza, la facciata dello Sferisteio (e quindi presevando il bene architettonico per le foto e le visiste esterne) non credo che alcuno avesse potuto obiettare qualcosa.
Ed avremmo salvato, in tempi non sospetti, anche il Centro dalla desertificaziione ed avremmo risparmiato i soldi per i Parcheggi Palladini, Garibaldi e Diaz.
Per i melomani, che perdevano la loro Arena, uno specialissimo abbonamento: 12 mesi di parcheggio all’interno delo Sferisterio e la possibilità di acquistare a prezzo scontato quasiasi CD di opere liriche….