di Filippo Ciccarelli
(foto-servizio di Guido Picchio)
Terzo appuntamento della Giunta itinerante, che dopo gli incontri con i cittadini di Villa Potenza e quelli del Rione Marche, Santa Lucia, Verdi e Borgo Cairoli, ha incontrato i residenti del Centro Storico, via dei Velini (anche se l’assessore Curzi ha specificato che per loro e per quelli di via Panfilo sarà previsto un incontro ad hoc), corso Cairoli e del quartiere Mameli.
Come avvenuto nell’appuntamento del 14 settembre (leggi l’articolo), il sindaco ha spiegato che “la Giunta itinerante è importante, perché dopo che la legge aveva soppresso i consigli di circoscrizione abbiamo pensato, durante la preparazione del programma amministrativo che ci dovesse essere un doppio canale, fatto non solo dall’incontro di tutti gli assessori con i cittadini, ma anche dalla creazione di uno strumento istituzionale che possa sopperire alla mancanza delle circoscrizioni. Oggi siamo venuti principalmente per ascoltare problemi e proposte”.
L’assessore Curzi sottolinea la volontà di essere vicini alla gente: “L’idea è proprio quella di una prossimità con la cittadinanza, noi abbiamo il dovere di tornare. Se torneremo senza risposte potranno “volare le sedie”, oggi ascoltiamo e prendiamo nota dei disagi che ci sono nella zona. La nostra intenzione è quella di tornare subito dopo Natale, per dare risposta alle esigenze che emergeranno nel corso della discussione”.
Si comincia con una serie di domande sulla raccolta differenziata. Viene soprattutto evidenziato come il sistema di raccolta porta a porta “sia scomodo, perché i rifiuti possono essere messi fuori di mattina, nell’arco di un paio d’ore che convengono alla Smea, inoltre nonostante l’aumento della Tarsu ai residenti non vengono forniti nemmeno i sacchetti per fare la differenziata”. Un altro problema è quello relativo alle multe: “ci sono molte persone che lasciano i sacchetti fuori orario e spesso davanti a portoni di altre persone, che così magari si beccano pure la multa per aver messo l’immondizia in strada nell’ora sbagliata, anche se poi non c’entrano niente: se il Comune fornisse dei sacchetti personalizzati in qualche modo, col nome della famiglia o col codice a barre, si potrebbe differenziare più facilmente e vedere chi effettivamente mette i propri rifiuti nei posti giusti”.
Marco affronta il problema con una buona dose d’ironia: “In centro storico c’è una discarica a cielo aperto, è vicolo Del Ponte, la discarica di via Crescimbeni. Lì c’è di tutto, materassi, sedie, scarti di muratura. Poi vorrei dire che la raccolta dei rifiuti è porta a porta, non a porta di Marco! Mi trovo sempre l’immondizia di altra gente che la deposita sotto casa mia. Poi conosco un poveraccio che ha un garage, e per far uscire la macchina deve spostare l’immondizia e poi rimetterla lì davanti, perché sennò finirebbe in via Crescimbeni. Altri problemi riguardano la tenuta della strada, che sta sprofondando e tra un po’ lì ci faranno la nuova galleria… un consiglio, infine, all’amminstrazione: se il telelaser (leggi l’articolo) lo mettete in quella via, vi rifate il bilancio comunale, perché specialmente nel punto rettilineo ci corrono talmente tanto che sembra facciano le qualifiche del gran premio!”.
Anche Maria Lalla, di via Garibaldi, si lamenta della raccolta porta a porta: “Mi pongo delle domande, farla così, con sacchetti uguali, raccolti nello stesso camioncino, non ha senso. Ci dev’essere un addetto che deve aprire i sacchi uno per uno e capire cosa si differenzia! E’ uno spreco di soldi, tempo e dipendenti, e tra l’altro nonostante noi facciamo la differenziata, vedere che tutto viene ammucchiato insieme ci rende frustrati, perché abbiamo la sensazione che sia inutile”.
Il sindaco Carancini risponde che uno dei problemi è che manca la tradizionale divisione dei rifiuti che caratterizza la differenziata, ma spiega che la mancanza dei diversi cassonetti è stata decisa in precedenza per tutelare il contesto architettonico del centro cittadino. “Siamo a conoscenza della questione- spiega il primo cittadino – devo dire che il fatto che il passaggio dalla Smea al Cosmari sia in corso in qualche maniera condiziona le scelte. Noi siamo arrivati ad un accordo col Cosmari per l’acquisizione della Smea l’aprile scorso, e tutto si sarebbe dovuto fare entro luglio.
Ad oggi la situazione è piuttosto problematica, le notizie delle ultime ore ci rendono più pessimisti. Mi sento però di dire che in un modo o nell’altro la fase di incertezza dovrebbe finire per metà ottobre, a quel punto valuteremo il da farsi col nuovo partner. La chiave del problema riguardo al porta a porta è il controllo: con il Cosmari abbiamo pensato anche a formare del personale, perché questo compito non rientrerebbe in quello della polizia municipale. Il progetto prevede anche l’uso di sacchetti colorati da fornire ai cittadini per la differenziata, ma è difficile iniziare un programma se non si ha la certezza di poterlo continuare perché non si capisce ancora chi sarà il proprio interlocutore. Con la Smea, comunque, approfondimmo la questione subito dopo l’insediamento, e devo dire che in alcune frazioni abbiamo attuato il sistema di prossimità. La differenziata è passata dal 36% che abbiamo ricevuto in eredità al 47% di oggi, e nel centro storico dovrebbe essere poco più del 50%, qualche risultato lo stiamo ottenendo”.
Si è poi discusso di decoro urbano, con la situazione difficile in via Mozzi “a causa dei sampietrini staccati e della strada che presenta buche ed avvallamenti, ed anche delle fogne da ripulire perché piene di fango e residui di opere di muratura” ed anche in via Illuminati “dove da anni c’è un muro al posto di uno spazio verde che sarebbe dovuto essere aperto al pubblico 10 anni fa” ed anche dell’accesso dal parcheggio Garibaldi dalle mura di Tramontana, nel varco sotto l’Oviesse, che “è una latrina. Per chi viene da fuori quella è una delle porte di Macerata e le condizioni sono indecorose, c’è sporcizia e puzza di urina, bisognerebbe renderlo più accogliente e pulito”. Denunciata dal consigliere comunale Francesca D’Alessandro la situazione del cortile del Convitto nazionale (leggi l’articolo) “lasciato all’abbandono e dove recentemente sono stati trovati altri piccioni morti”. Le fa eco Stefano Casulli, che lamenta come quella zona sia ricca di topi e simili, ed infatti venga derattizzata per prima nella città.
Il comitato “La Grondaia” chiede “il controllo diurno e notturno della Ztl, con il ripristino delle fasce orarie con ingresso dalle 20 fino all’1.00. Non si capisce perché questi controlli di notte siano disattesi, in via Santa Maria della Porta non si rispettano i divieti d’accesso previsti, l’isola pedonale di via Garibaldi la mattina viene aperta al traffico e si crea inquinamento e rumore. Perché non ripristinare la vecchia fascia oraria, dalle 7.30 alle 10.30 per il carico e scarico?”. Le richieste del comitato si chiudono “con la preghiera all’amministrazione di impegnarsi preventivamente e con controlli efficaci per garantire la quiete pubblica, in particolare nelle ore notturne”.
Proprio sull’ordine pubblico l’assessore Pantanetti ed il sindaco Carancini hanno confermato la prossima installazione delle telecamere di sorveglianza, che dovrebbero essere montate all’inizio di via Garibaldi (lato piazza Annessione) ed a metà della stessa via. Sull’argomento telecamere rapido botta e risposta tra la D’Alessandro che ha espresso la propria insoddisfazione nell’apprendere i pochi passi avanti fatti in materia, ed il sindaco, che le ha chiesto di non fare propaganda politica ed ha spiegato di aver fatto la delibera ad aprile, ma che i tempi tecnici hanno consentito l’acquisto del materiale solo di recente, e che comunque la polizia municipale ha già fatto i primi sopralluoghi per capire i punti migliori in cui verranno installate le telecamere.
Sulla questione della manutenzione stradale, Carancini ha ammesso “qualche problema derivante dal patto di stabilità, che ci vincola parecchio, e dagli introiti più bassi derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Pensavamo di incassare 2.400.000 €, probabilmente la cifra effettiva si avvicinerà alla metà di quella preventivata, che già era molto prudente. In ogni caso ci assumiamo la responsabilità di aver rifatto tutto l’anello delle mura, che non veniva toccato da 20 anni, ma sappiamo che ci sono situazioni gravi”. Il tema del bilancio è particolarmente caro all’amministrazione, che attraverso il sindaco spiega: “senza cercare giustificazioni, c’è un problema per tutte le amministrazioni locali che attiene al patto di stabilità, meccanismo imposto dal livello centrale e che in una qualche maniera limita grandemente le possibilità degli enti locali di fare investimenti. Se noi incassiamo 10, possiamo investire 7: questo ci dice il patto di stabilità. Ma la condizione essenziale è poter incassare 10: se non si incassa 10, ma si incassa 5, la possibilità di investimento non è 7 ma si abbassa proporzionalmente. Il problema di questa legge, fatto davvero frustrante, è che tratta tutti i Comuni allo stesso modo. Noi, per dire, che abbiamo sempre avuto conti in ordine e rispettato il patto abbiamo le stesse limitazioni di Catania, che è stato rifinanziato ed è comunque molto fuori dai limiti previsti”.
La Giunta, per bocca dell’assessore Pantanetti, ha poi risposto sulla situazione di via Illuminati, illustrando l’elefantiaco iter burocratico-amministrativo che ha portato le precedenti amministrazioni a dare la concessione edilizia all’Università perché effettuasse i lavori, ottenendo in cambio l’apertura dell’area privata ai cittadini. Tra rimpalli, attese, prescrizioni della Sovrintendenza recepite dall’ateneo e nuove concessioni edilizie (l’ultima sta per scadere) e nonostante i numerosi solleciti del Comune, l’Università di Macerata non ha ancora ottemperato a fare i lavori necessari per aprire l’area verde ai maceratesi. “Probabilmente, visto che anche l’Università economicamente non sta vivendo un periodo florido, non ottempereranno agli accordi che avevano preso, col risultato che la concessione scadrà e la situazione rimarrà così. Non possiamo fare molto, di certo se la recinzione è pericolante metteremo tutto in sicurezza”.
Alle lamentele di alcuni residenti, che hanno chiesto di verificare se i locali chiudano effettivamente alle 2 e non – come denunciato durante l’incontro – addirittura alle 5 del mattino, ha risposto lo studente Stefano Casulli: “Macerata ha 43mila abitanti, di questi, 11mila sono studenti. E si può uscire solo il giovedì sera. Non c’è nessun’altra città con un ateneo così grande che “apra” solo una sera a settimana. La sicurezza si combatte illuminando le strade, non solo coi lampioni ma anche metaforicamente, facendo sì che le vie siano abitate. Il ladro non va dove c’è confusione. La sera Macerata è disabitata: è imbarazzante il confronto con altre città italiane. L’estate i cittadini maceratesi vanno a Civitanova, a Porto Recanati, perché già durante l’anno non frequentano il centro città. Vorrei che si provasse a uscire alla dinamica che la sicurezza sia solo il carabiniere o la telecamera. Anzi, dico che sono soldibuttati quelli della telecamera, in altre città come Milano, Torino, Parigi e Lille le sanno togliendo, e qui le mettiamo. Secondo me la quesitone degli studenti è legata a quella del centro storico. E’ legata all’abitabilità del centro storico. Se ci passano le macchine il posto è più difficile da abitare e circolare. Però, basta andare in qualsiasi città universitaria e si vedrà che una gran parte della città è pedonalizzata. Parlo del centro o della zona universitaria, a Macerata in pratica c’è solo di via Gramsci, comunque basta pagare 2€ e si può entrare in centro. Bisogna che ci sia un’integrazione tra cittadini e studenti, e non la ghettizazione”. A proposito di sicurezza, molte le istanze presentate dei cittadini per avere più controlli, soprattutto nella zona dei Cancelli dove spesso si vedono uomini adulti armeggiare con i giovani presenti e con dei telefoni cellulari, per molte ore al giorno. Il sindaco, pur manifestando la volontà di non trascurare il problema, ha ricordato che l’ordine pubblico è competenza di polizia e carabinieri, e che l’amministrazione nei comitati per la sicurezza in Prefettura ha spesso ricordato le criticità della città.
Carancini ha poi riconosciuto che anche le forze dell’ordine hanno forti problemi di soldi ed organico: “quando, di notte, c’è una sola pattuglia per il territorio provinciale, si capisce che non è semplice presidiare per tutta la notte e per molte ore un territorio che non è piccolo. La gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico non dipende dal Comune”.
Si è poi parlato di parcheggi, che all’interno delle mura sono molto limitati, e della sproporzione rispetto ai permessi concessi, anche in considerazione dell’elevato numero di accessi nel “salotto buono” della città (17000 complessivi in un anno quelli registrati dalle telecamere). Alla domanda sull’effettiva possibilità di poter tenere aperto il Parksì 24 ore su 24, il sindaco ha detto di “aver incontrato l’azienda privata che lo gestisce. Ci potrebbe essere la possibilità, se 100 residenti sottoscrivessero l’abbonamento, di poter pensare all’ipotesi di tenerlo aperto. Comunque stiamo lavorando all’idea di fare il parcheggio a Rampa Zara, era nel nostro programma e pensiamo che limiterebbe ancora di più l’accesso dei veicoli al centro storico. L’Apm sta studiando la fattibilità di realizzarlo”.
Anche il consigliere di opposizione Deborah Pantana, presente come altri politici all’incontro (tra cui Massimiliano Bianchini, Claudio Carbonari e Marco Guzzini), ha posto alcune questioni al sindaco, chiedendo tra l’altro che fine avessero fatto i bagni pubblici da mettere il giovedì sera in piazza, previsti da una mozione votata due anni fa, ed il rapporto della Giunta con i commercianti, ma ha anche criticato le dichiarazioni del primo cittadino su Rampa Zara: “Dopo tutti questi anni è fuori tempo e fuori luogo dire che si è ancora a verificare la fattibilità di un parcheggio a raso”. Carancini ha risposto che i commercianti li ha sentiti per primi, subito dopo il proprio insediamento e che ha rapporti costanti con loro. Sui bagni pubblici ha ricordato: “noi ci siamo insediati da un anno, comunque sulle critiche politiche che muovi credo sia giusto che le faccia, d’altronde le fai anche in consiglio. Dico che l’anno scorso abbiamo vinto, ora ci misuriamo con gli impegni presi. In democrazia i cittadini scelgono, vedremo se tra 4 anni, o 2 giorni, o 2 anni ci diranno di restare, o di andare a casa o di eleggere Deborah Pantana. Sappiamo che non è possibile fare tutto, e che anche alcuni interessi sono confliggenti. Devo dire che stasera sono venute fuori indicazioni non polemiche e quest’approccio credo sia costruttivo. Verificheremo questione rifiuti e se si può arrivare alla regolamentazione degli accessi al centro storico e poi ci confronteremo, e poi daremo conto di quel che possiamo fare”.
Prima della fine dell’incontro, l’assessore Curzi ha promesso che entro un mese sarebbe stato creato un “centro civico comunale”, che di fatto ripristinerebbe le vecchie circoscrizioni. Nell’idea dell’amminstrazione, gli uffici comunali dovrebbero raccogliere le richieste dei cittadini, comprese quelle dell’ultim’ora, e sarebbero composti da tutti quegli abitanti con la voglia di impegnarsi e partecipare. “Chiunque voglia farlo potrà creare questo centro civico comunale, che dovrebbero avere la sede dove c’erano le vecchie circoscrizioni” ha concluso l’assessore.
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IL SINDACO RISPONDE AI CITTADINI (GUARDA IL VIDEO)
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Dice il Sig. Sindaco:
“…oggi la situazione è piuttosto problematica, le notizie delle ultime ore ci rendono più pessimisti. Mi sento però di dire che in un modo o nell’altro la fase di incertezza dovrebbe finire per metà ottobre, a quel punto valuteremo il da farsi col nuovo partner. La chiave del problema riguardo al porta a porta è il controllo: con il Cosmari abbiamo pensato anche a formare del personale, perché questo compito non rientrerebbe in quello della polizia municipale. …”
Ma Civitanova Marche si trova in un’altra nazione o siamo sempre in Italia????
Come mai a Civitanova il controllo (e relative sanzioni) sulla raccolta differenziata è compito della polizia municipale???
Per poter rivedere il vicolo Del Ponte libero dalla montagna di sporcizia dobbiamo assumere un vigilante privato????
Quando si fanno questi articoli si omette sempre il costo dell’operazione, sarà un caso?
Chi ci dice quanto ci costa???
Telecamere? Non credo servano e in ogni caso non credo risolvano nessun problema, ma se si vuole provare, diciamoci quanto spendiamo almeno per una “prova”…
I giovani e il giovedì sono il problema? Perchè non costruire centri per i giovani dove possano riunirsi invece di farli vagare per strada nella notte?
Credo che in ogni caso non ci sia criminalità dilagante a Macerata, però in alcune ore e in alcuni casi, una pattuglia della polizia o dei carabinieri non si vede mai…
Ha, dimenticavo che è via Garibaldi, qualsiasi cosa dici contro di loro c’è la rappresaglia. In ogni modo secondo me il problema non si risolve così, però provare non costa nulla, anzi costa, ma vedremo quanto risolverà…
mah io non ci credo più…, se voi vi fidate e ci credete fate pure. io so solo che vivere in centro è sempre più duro.
Ho partecipato alla riunione riguardante il Centro Storico di Macerata ed ho ascoltato le lamentele dei residenti ed ho notato che un fattore importante per loro è la gestione della raccolta differenziata dei rifiuti.
Vorrei ricordare una proposta che cercai di portare avanti per la raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani quando ero Dirigente del Settore Ambiente: la realizzazione di isole interrate in diversi punti del Centro Storico, isole interrate che potevano sostituire la raccolta manuale ed essere più facilmente gestite e più facilmente utilizzate dai cittadini.
Con tale proposta i costi sarebbero stati di gran lunga inferiori al costo della raccolta “Porta a Porta”.
Unica risposta ottenuta dall’Assessore delegato è stata la domanda rivoltami dallo stesso: “ma chi ti ha chiesto di fare questa relazione?” come se proporre qualcosa di più utile per il cittadino e meno costoso per tutta la cittadinanza non fosse il sacrosanto dovere di ogni Dirigente!
I risultati fino ad oggi ottenuti sembra che mi diano ragione e che occorre cambiare radicalmente metodo d’intervento.
Fatta tale considerazione vorrei mettere in evidenza che nulla o quasi è stato effettuato in questi anni per, non dico favorire, ma almeno non accentuare il sempre maggiore esodo di tutte le attività che in qualche maniera favoriscono la vita ad un Centro Storico.
Ing. Sandro Seri
Salve a tutti,
vorrei portare il mio contributo da criminologo per quanto concerne la questione delle telecamere. Innanzitutto la videosorveglianza (CCTV, dall’inglese closed circuit television camera) è una misura di prevenzione situazionale che, come tutti sanno, consente di monitorare uno spazio fisico da un’area remota. La prevenzione situazionale è invece un insieme di strategie che nasce nel mondo anglosassone, che affonda le sue radici in teorie criminologiche specifiche e che prevede una serie di strategie di prevenzione si focalizzano sulle opportunità che inducono a commettere un reato, sulle condizioni favorevoli e sulla prevenzione dell’evento piuttosto che sulla prevenzione degli autori.
In particolare, basandosi su una concezione economica del reato (secondo cui commettere un reato soggiace a dinamiche di calcolo costi-benefici), la prevenzione situazionale intende rendere più difficile, meno rischioso e quindi meno proficuo il reato (quanto appena detto riguarda reati come per es. scippi, borseggi, furti, etc. etc., ma non vale per i reati dettati da motiviazioni psicologiche, come per esempio i reati sessuali).
Tornando alla videosorveglianza si comprende come le telecamere rappresentino un deterrente per chi intende commettere un reato: il potenziale autore deve fare i conti con la possibilità di essere ripreso e facilmente identificato. Dall’altra parte, la letteratura criminologica, pone delle forti critiche a questa forma di prevenzione situazionale che si riassumo nell’effetto displacement. Ciascuna telecamera riprende, come detto all’inizio, una determinata area spaziale (il cono di ripresa) ben definita nello spazio e nei contorni. Al di fuori del cono d’ombra il potenziale reo è libero di fare ciò che meglio crede….in completa libertà!
Il pericolo maggiore, in questi casi, è lo spostamento (displacement) della criminalità e della devianza dalla zona di applicazione della telecamera ad altre zone limitrofe. Un pò come decidere di pulire il proprio salotto e poi mettere lo sporco sotto il tappeto.
In secondo luogo la telecamera riprende l’autore di un reato, non può intervenire prima che lo stesso decida di commetterlo (a meno che il soggetto che monitora la determinata area sia in grado di anticipare le intenzioni del potenziale criminale).
Infine, ripongo alcuni dubbi sulle parole di Carancini quando dice che
1. “La gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico non dipende dal Comune”. Devo commentare??? La sicurezza non è forse l’essenza della qualità della vita e delle azioni che svolgiamo ogni giorno? Rimango basito (scusate il commento personale)
2. “La polizia ha fatto i primi sopralluoghi per capire i punti migliori in cui verranno installate le telecamere”: con tutto rispetto per le forze dell’ordine l’installazione delle telecamere, di solito, è una decisione che viene concertata, cioè presa tra tutti gli attori istituzionali e non. Non è stato fatto uno studio fatttilbilità (perchè via Garibaldi e non Cairoli, per esempio???), non è stato fatto un crime mapping delle zone a rischio, etc etc…nulla…si tratta di decisioni prese da altri, con i nostri soldi, sulla nostra pelle….Un vero esempio di democrazia partecipativa…(mi scuso per la seconda volta dei miei commenti personali).
Complimenti a Stefano Casulli che ha detto delle cose sensate.
Spero che il mio intervento (commenti personali a parte) sia stato utile per capire cosa stanno facendo.
Grazie dell’attenzione
Sono pienamente d’accordo con il criminologo Del Bianco, anche sulla solo relativa utilità delle telecamere, che non possono certo risolvere tutti i problemi più volte segnalati. Però aggiungo: la messa in opera delle telecamere (che secondo me dovrebbe riguardare anche via Mozzi e i vicoli che sono in zona, compreso quello dietro ilTartaruga), con tutti i suoi limiti, non è meglio del niente assoluto in termini di prevenzione e deterrenza che sinora si registra in zona?
Salve Sig. Bommarito,
La ringrazio innanzitutto per l’attenzione dimostrata. Le rispondo dicendo che io non ho nulla in contrario con lo strumento delle telecamere (ho esposto ciò che la teoria e l’esperienza hanno insegnato nel tempo). Anche perchè non faccio previsioni e non saprei dire, prima di uno studio, quale misura di prevenzione possa risultare migliore rispetto ad un’altra.
Sono però contrario all’applicazione senza conoscenza dello strumento della videosorveglianza. Le spiego: chi ha deciso che le telecamere vanno messe in via Garibaldi e non, per fare un esempio, in via Mozzi, piuttosto che ai giardini o in Corso Cairoli? Su quali basi analitiche l’amministrazione comunale, la Prefettura, la questura e gli altri attori privilegiati hanno deciso la collocazione delle telecamere?
Ci sono stati colloqui con i comitati dei quartieri? E stata fatta una mappatura delle zone a rischio criminalità? E’ stata fatta una mappatura delle zone percepire come rischiose dalla cittadinanza? Per prevenire quali reati vengono messe le telecamere???…sono le prime domande che mi verrebbero in mente…senza contare che si potrebbero chiedere gli studi ex ante ed ex post delle telecamere già messe in precedenza in altre zone.
Poi il panorama dei soggetti che si occupano di sicurezza a Macerata è vasto: chi scarica le responsabilità (il sindaco nelle sue parole), chi fa demagogia e utilizza la sicurezza ad uso e consumo nei momenti di interessi (per esempio le elezioni), chi parla solo di repressione, insomma credo che sedersi ad un tavolo e discutere, per una volta della situazione, sarebbe un buon inizio. Ma il sindaco non esce mai la sera?
Lei ha ragione quando dice che in questo niente assoluto anche un paio di telecamere sarebbero molto preziose… concordo, ma aggiungo anche che (un pò alla Morandi-Ruggeri-Tozzi) si può fare di più…e meglio.
Grazie
Ancora una volta mi trovo d’accordo con il sig. Bommarito. L’unico effetto che ci sarà ad installare le telecamere in Corso Garibaldi sarà che i vicoli retrostanti, dove ho la sventura di abitare, saranno ancora più frequentati per commettere atti maleducati, ma soprattutto per comprare e usare droga in pieno giorno. E se non ci credete, fatevi una passeggiata verso le 18: da Piazza Annessione a Via Mozzi, Vicolo Tribunali (dando anche un occhiata verso Vicolo Rinchiostro, il vicolo cieco) fino a Via Illuminati. In questo bel tour è compreso tutto, trattativa, acquisto e consumo.
condividendo in pieno il sig.delbianco,non mi stupisco se mettono delle telecamere così alla male e peggio,senza uno studio ad hoc,visto quello che hanno speso per l’ex l’impianto semaforico vicino al cimitero,dismesso dopo poche settimane,e buttato nel dimenticatoio.Ed IO PAGO!!!
@cico,
e perchè non mettiamo anche lì una mezza dozzina di telecamere..poi magari ne compriamo un’altro centinaio da mettere nei luoghi ove, nel frattempo, si sarà trasferito il “traffico”..
Francamente abito in zona e frequento le vie che tu citavi almeno 4 volte al giorno e tutta st’attività criminale non l’ho mai vista..da come lo descrivi sembra un barrio di Tijuana.. ma siamo a Macerata..
Signori amministratori,
sottopongo alla vostra attezione una delle tante foto che dimostrano come sono amministrati i soldi (molti, anzi troppi) che i cittadini pagano per la Tarsu.
http://foto.libero.it/gfranceschetti/Foto-profilo/Immag032
la foto si riferisce allo stato in cui versava il Vicolo del Ponte per tutto il pomeriggio del sabato fino al successivo lunedì mattino (inizialmente i materassi erano due ma poi uno è sparito….)
A me sembra che gli amministratori non stanno eseguendo il loro mandato ( di amministrare i nostri soldi) in maniera accettabile……. poi domando ancora al comandante dei vigili urbani (la quale sembra abbia dichiarato che se uno sceglie di abitare nella zona VIP del centro storico deve sopportare i disagi dovuti alle violazioni delle elementari norme di igiene pubblica….) non le sembra che quanto riportato nella foto evidenzi una violazione palese del codice della strada????
Come potrebbero gli automezzi transitare lungo il VIcolo del Ponte??
E allora chi dovrebbe intervenire???