di Roberto Scorcella
Un morto e quattro persone salve per miracolo: è questo il tremendo bilancio di una giornata caratterizzata dalle conseguenze dirette e indirette del maltempo che ha flagellato la nostra provincia nelle ultime ore. Nell’entroterra ci sono stati interi paesi per quasi due giorni senza corrente elettrica, decine di persone impossibilitate a scaldarsi e a comunicare con l’esterno. Così, a colpire duro, con la sua azione subdola e letale è stato il tremendo monossido di carbonio. A San Ginesio ha ucciso un uomo di 63 anni, Emilio Contratti, ex cantoniere. A Sarnano stava per distruggere un’intera famiglia di quattro persone.
Il dramma di San Ginesio si è consumato poche ore fa. Emilio Contratti viveva insieme alla moglie in via Zaccagnini, mentre la figlia abita in un’altra casa. Contratti nel pomeriggio di oggi era da solo nella sua abitazione, in quanto la moglie si trovava fuori per alcune commissioni. Ed è stata proprio la consorte a preoccuparsi del fatto che potesse essere capitato qualcosa al marito, in quanto aveva provato ripetutamente a chiamarlo al telefono senza però riuscire mai ad ottenere risposta, né al fisso né al cellulare. La donna si è insospettita e, intorno alle 20.30, ha fatto ritorno a casa: nel sottotetto ha trovato il marito riverso a terra ormai senza vita. Immediatamente sono stati allertati i soccorsi, ma per l’uomo ormai non c’era più nulla da fare. Nel sottotetto dell’abitazione si trova una caldaia a metano e c’è quasi la certezza che ad uccidere Contratti siano state le venefiche esalazioni di monossido di carbonio sprigionatesi nella casa. Questa circostanza viene confermata dal fatto che i rilievi dei vigili del fuoco hanno confermato la presenza di valori molto alti di monossido di carbonio. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di San Ginesio, Emilio Contratti potrebbe essersi reso conto che la caldaia non stava funzionando a dovere e per questo sarebbe salito sul sottotetto per cercare di ripararla. Qui, però, avrebbe perso i sensi non riuscendo più a rialzarsi e a mettersi in salvo.
Chi invece ce l’ha fatta a sfuggire a una sorte identica è stata la famiglia Cardinali di Sarnano. Quattro persone – padre, madre e due figli – hanno rischiato di morire a causa del cattivo funzionamento di un generatore di corrente autonomo che ha sprigionato nella loro abitazione monossido di carbonio. Peggio è andata al loro cane che non è riuscito a sopravvivere alle esalazioni. Sarnano è uno dei paesi rimasti per quasi due giorni interi senza corrente elettrica e così, chi ha potuto, si è arrangiato soprattutto per combattere le basse temperature notturne. Così ha fatto la famiglia Cardinali che abita in contrada Cardagnano. Ieri sera intorno alle 19, Mario, Antonia e i due figli Corrado e Moreno hanno acceso il generatore per scaldare la casa. Il macchinario, appoggiato in cantina, è rimasto in funzione per tutta la notte. Il primo a svegliarsi stamattina è stato Corrado Cardinali che si è diretto verso il bagno accusando però dei forti dolori al petto. Non appena varcata la porta è crollato pesantemente a terra svenuto. Il tonfo ha richiamato l’attenzione della madre che è corsa verso il bagno e ha iniziato ad urlare svegliando così anche l’altro figlio Moreno. Seppur intontito dalle esalazioni, Moreno, 25 anni e un fisico sportivo, si è reso conto che c’era qualcosa che non andava nel generatore autonomo e si è trascinato fino alla cantina, riuscendo a spegnerlo. Nel frattempo la signora Antonia ha chiesto subito aiuto al terzo figlio Simone e alla nuora Marta che abitano in un’altra casa. In breve sul posto sono arrivate le ambulanze del 118 che hanno trasportato gli intossicati in ospedale. Fortunatamente le loro condizioni non erano particolarmente preoccupanti e così tutti e quattro sono stati dimessi nel pomeriggio dopo essere stati sottoposti agli accertamenti del caso. Purtroppo, invece, non c’è stato niente da fare per il cane di famiglia che, proprio per il freddo, si trovava in garage ed è stato quello maggiormente esposto alle esalazioni di monossido. A salvare la famiglia Cardinali, quasi sicuramente, è stato il fatto che sia i coniugi Mario e Antonia che il figlio Moreno dormivano con la porta della camera chiusa. Grazie a questo, le esalazioni di monossido di carbonio hanno fatto breccia più lentamente, provocando danni minori di quelli irreparabili che in realtà avrebbero potuto causare.
Assume in questo contesto un significato ancora più importante la rabbiosa presa di posizione del sindaco di Sant’Angelo in Pontano, Eraldo Mosconi, arrivata peraltro prima ancora che si diffondessero queste drammatiche notizie. “Ben trentasei ore senza corrente elettrica, una situazione insostenibile e indegna di un paese civile che ha causato enormi problemi in tutto l’Alto Maceratese”: il sindaco di Sant’Angelo in Pontano, Eraldo Mosconi, non usa mezzi termini per commentare lo stato di disagio in cui il suo paese, insieme agli altri limitrofi, si sono trovati fra la notte di martedì e il pomeriggio di giovedì. “Siamo rimasti isolati per un giorno e mezzo senza che nessuno ci fornisse qualche notizia certa. Da mercoledì mattina mi sono sempre sentito rispondere che entro un paio d’ore la situazione sarebbe tornata alla normalità. I risultati, invece, si sono visti. A chi dovevamo rivolgerci? Ai call center? Ho avuto la netta sensazione che si sia navigato a vista, con una serie di problemi che i tecnici disponibili non potevano riuscire a risolvere da soli. Mi chiedo per quale motivo non siano state inviate altre squadre in aiuto? Contiamo poco perchè qui ci sono pochi voti da raccattare? Nessuno ha pensato ai disagi che una popolazione prevalentemente anziana come la nostra poteva avere? Stavolta è stato superato ogni limite di decenza. Siamo stanchi come sindaci dell’entroterra di essere cercati solo quando bisogna piazzare i tralicci dell’alta tensione che nessun altro vuole. Vogliamo pari dignità rispetto ai Comuni più grandi e più importanti, perchè non ci sentiamo e non siamo cittadini di serie B”.
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