di Alessandra Pierini
Non si può immaginare niente di meglio per festeggiare la XVII Giornata dell’Alzheimer della presentazione di un progetto ambizioso ma necessario fortemente voluto dall’Associazione dei familiari Alzheimer e dalla sua tenace e combattiva presidente Manuela Berardinelli. La malattia, scoperta nel 2001, è in forte crescita, forse anche a causa del costante aumento dell’età media della popolazione. L’Afam è l’associazione che si è fatta portavoce e sostegno dei malati e dei loro familiari e che ora sta lavorando per la realizzazione di un Centro Diurno che sarebbe una struttura d’eccellenza unica nelle Marche e nel centro sud Italia.
«Abbiamo ideato il progetto sulla base di quello di Monza – ha spiegato la Berardinelli nel corso del convegno che si è svolto questo pomeriggio nella sala gremita dell’associazione La Filarmonica a Macerata – è innovativo perché aspira a combinare la struttura con un nuovo approccio alla malattia , senza dottori o medicine. L’Alzheimer va amato e non considerato come incapace. Il progetto è stato realizzato dall’architetto Agnese Corallini che è riuscita ad entrare perfettamente in questa ottica. Per me che ho sperimentato l’Alzheimer sulla mia pelle era molto più semplice ma lei è perfettamente riuscita nell’intento.»
Il nuovo centro diurno, illustrato dall’architetto Corallini, dovrebbe sorgere nell’edificio dell’Asilo della Pietà, avrà un giardino sensoriale esposto al sole, un orto e un passo carrabile per facilitare il trasporto dei malati. Lo spazio dedicato ai malati sarà distribuito su un unico livello a piano terra mentre il piano superiore sarà riservato alla parte amministrativa e all’assistenza psicologica ai familiari. E’ prevista anche l’ipotesi di piccole residenze nel caso in cui i malati dovessero per qualche ragione restare più giorni nel centro.
La Berardinelli ha le idee molto chiare e va avanti per la sua strada: «Vedo tanti volti noti e politici presenti. Devo avvertirvi che questa non è una sede in cui apparire perciò se prendete un impegno che sia concreto, altrimenti non dite niente.» In una lettera aperta all’assessore regionale alla sanità Mezzolani che considera un amico, dopo aver condiviso con lui l’esperienza delle visite domiciliari ai malati, ha fatto precise richieste perché quello che è per ora solo un progetto diventi realtà: «Ritengo che i politici e lo Stato debbano ringraziare l’Afam e non viceversa perché nel momento in cui nasce un’associazione come la nostra vuol dire che le istituzioni sono carenti. Il Centro Diurno ci accomuna nella volontà di dare una risposta reale alle famiglie in ginocchio. Ciò che stiamo progettando avrebbe dovuto essere realizzato già ieri, chiedo quindi che si concretizzi in delibere e fondi. Nelle case un concetto ricorrente è “Non mi ammazzo perché credo in Dio”, aiutaci a far sì che non dobbiamo più sentire queste parole.»
L’assessore Mezzolani ha espresso la sua disponibilità alla soluzione di un problema gravissimo: «Non conoscevo l’Alzheimer, me lo avevano descritto sul piano delle ricadute sociali e sanitarie ma ne avevo solo sentito parlare finchè non sono entrato nelle case dei malati dove ho visto la solitudine di queste famiglie. Dovremo attrezzarci alla diversità che il nostro tempo ci propone. Per lavorare bene dovremo mettere al centro la persona perché se i malati sentono amore intorno a loro la malattia è un po’ meno grave. Dovremo spingere in avanti questo progetto, cominciare la strada per l’accreditamento e trovare le risorse. Mantenere il Centro sarà difficile ma esso rappresenterà un fiore all’occhiello per la nostra regione.»
Anche Romano Carancini, sindaco di Macerata, ha sottolineato l’importanza del progetto: «L’Alzheimer deve essere conosciuto meglio e approfonditamente da tutti, perché è una questione sociale sulla quale dovremo misurarci, con attenzione e sensibilità e indipendentemente dai colori politici.»
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