Un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Pesaro si è ucciso in casa, sparandosi un colpo con la pistola d’ordinanza. Antonio Smacchia, 44 anni, sarebbe dovuto rientrare in servizio proprio oggi, dopo un periodo di convalescenza per un incidente stradale.
A dare la notizia è stato il segretario della Uil Pa Penitenziari Eugenio Sarno.
Il cadavere dell’agente è stato scoperto da una postina che doveva consegnargli una lettera e ha visto il sangue filtrare dalla porta dell’appartamento. Quando sono arrivati i soccorsi l’agente era ancora vivo: è morto durante il trasporto in ospedale.
“Non ci sono parole se non un senso di vuoto, smarrimento e dolore” ha detto Sarno, che ha trovato il comandante del reparto di polizia penitenziaria Riccardo Secci “molto provato e affranto”.
Questo di Pesaro, ricorda la Uil Pa, è il quarto suicidio di agenti penitenziari, e tutti a maggio. “Appena qualche giorno fa avevamo invitato il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a un confronto sul disagio lavorativo. Ancora una volta la risposta è stata un assordante silenzio. Di più non voglio aggiungere, ma è chiaro che c’è un problema, e grave, di gestione del Dipartimento”. La necessità di un incontro collegiale è stata prospettata stamani anche al ministro della Giustizia, “per fare il punto sulla drammatica situazione penitenziaria”.
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