(ANSA) ROMA – L’Italia ci pensi bene prima di decidere un ritiro, anche parziale, dalle missioni internazionali in cui è impegnata. E’ questo il senso del messaggio lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia di consegna delle onorificenze dell’ordine militare d’Italia, che si è svolta questa mattina al Quirinale. “Dobbiamo corrispondere – ha detto Napolitano – alla fiducia che da tutte le parti interessate è stata riposta nell’Italia e nei militari italiani. Non possiamo rinunciare al capitale di prestigio che grazie alle prove date con la partecipazione alle missioni peacekeeping abbiamo accumulato sulla scena internazionale. E sono più in generale persuaso che, come è stato concordemente ribadito anche in Coniglio Supremo di Difesa, si debba valutare attentamente ogni eventuale ipotesi di pur parziale disimpegno di forze italiane da ciascuna delle missioni in corso, e che si debba assicurare un’adeguato supporto finanziario, normativo e giuridico ai nostri reparti”.
Napolitano ha inviato alle Forze Armate un messaggio in cui , tra l’altro, auspica che “non venga mai a mancare il pieno supporto dei cittadini e dello Stato” verso le missioni internazionali in cui è impegnata l’Italia perché “l’impegno militare italiano nelle missioni internazionali è di capitale importanza per il futuro del Paese e della comunità internazionale”.
“Oggi – si legge nel messaggio – ricorre il 91° anniversario della vittoria nella Grande Guerra e con essa si celebrano il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate. Questa mattina all’Altare della Patria mi chinerò in nome di tutti gli italiani sulla tomba del Milite Ignoto per rendere omaggio a coloro che sono caduti per assicurare al nostro Paese libertà, democrazia e prosperità. Nel contesto pur profondamente mutato del XXI secolo, questi restano valori fondamentali che dobbiamo continuare a tutelare ed a consolidare. Ieri, ho celebrato il 4 novembre insieme ai nostri militari impegnati nella missione UNIFIL in Libano ed ho potuto ancora una volta apprezzare lo straordinario contributo che le Forze Armate sanno dare – per generale riconoscimento – alla sicurezza internazionale, alla pacifica convivenza e al progresso dei popoli. La critica fase di instabilità che stiamo vivendo, con le sofferenze e le ingiustizie che pure comporta, segna un passaggio di rilevanza fondamentale nella transizione verso una società globale sempre più interconnessa ed interdipendente. Questa nostra società sarà in grado di affrontare e vincere le grandi sfide dell’umanità se gli Stati sapranno trovare la necessaria unitarietà di intenti e costruire insieme un sempre più rappresentativo sistema di istituzioni internazionali ed un’efficace struttura di sicurezza. Tale struttura dovrà avere la capacità, da un lato, di intervenire nelle situazioni di crisi e di instabilità prima che queste degenerino in conflitto e, dall’altro, di contrastare le grandi minacce eversive transnazionali, dal terrorismo alla criminalità organizzata. Questi sono i compiti primari delle Forze Armate dei Paesi avanzati e di quelle italiane in particolare. Siamo tutti ben consapevoli che l’impegno militare italiano nelle missioni internazionali è di capitale importanza per il futuro del Paese e della comunità internazionale e dobbiamo perciò far sì che a questo impegno non venga mai a mancare il pieno supporto dei cittadini e dello Stato. I militari di ieri sono stati artefici dell’Unità del nostro Paese ed hanno poi difeso dall’arbitrio del totalitarismo i valori conquistati con tanto sacrificio. I soldati, i marinai, gli avieri, i carabinieri ed i finanzieri di oggi hanno raccolto quella eredità morale, offrendo, in tante travagliate Regioni ed aree di crisi del mondo, la propria professionalità ed il proprio impegno per la pacifica cooperazione tra i popoli. L’Italia è loro vicina, con affetto e gratitudine. Certo di interpretare i sentimenti dei cittadini italiani, rivolgo alle Forze Armate il mio più caloroso saluto e l’apprezzamento per la loro meritoria opera, spesso prestata in condizioni difficili e rischiose, al servizio dell’Italia e della comunità internazionale. Viva le Forze Armate! Viva la Repubblica! Viva l’Italia!”.
BREVE COLLOQUIO BERLUSCONI, FINI, SCHIFANI – Breve colloquio di 5 minuti tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente della Camera Gianfranco Fini e il presidente del Senato Renato Schifani alla cerimonia per la Festa delle Forze Armate all’Altare della Patria, in attesa dell’arrivo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il premier ha poi salutato il capo dello Stato. E’ il primo incontro dopo la decisione della Corte Costituzionale sul lodo Alfano.
IL MESSAGGIO DI LA RUSSA – “Gli anni del conflitto sono ormai lontani ma ancora oggi dobbiamo dire grazie ai tanti militari e a tutti gli italiani di allora che, con il loro sacrificio e le loro sofferenze, portarono al compimento quell’ideale di Patria unita, nato nel secolo precedente nelle menti di una sparuta ma illuminata minoranza”. Lo afferma, nel messaggio inviato alle Forze Armate in occasione della ricorrenza del 4 novembre, il ministro della difesa Ignazio La Russa, sottolineando che “L”Unità Nazionalé, oltre a rappresentare la realizzazione storica di quel grande progetto di riunire tutti gli Italiani su un unico territorio, deve oggi guardare al futuro ed essere percepita con un senso di maggiore ampiezza: l’appartenenza ad una unica collettività, la nuova Europa che stiamo costruendo”. Questa ricorrenza “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate – dice il ministro – riporta alla mente degli italiani un momento cruciale della nostra storia, quando, nel 1918, si concluse vittoriosamente la Prima Guerra Mondiale. Furono, quelli, oltre tre anni di durissimi sacrifici, sia per i militari al fronte sia per la popolazione civile. I nostri combattenti diedero prove straordinarie di coraggio, impressi in modo indelebile nella memoria nazionale. Ne sono testimonianza, tra l’altro, la guerra in alta montagna e l’epopea degli alpini, la resistenza sul Piave e sul Grappa, le ardimento e azioni dei Mas, i primi audaci duelli aerei”. “Con l’armistizio di Villa Giusti si concluse l’ultima guerra del Risorgimento, che portò all’unificazione territoriale nazionale, riunendo alla madrepatria territori le cui genti, per tradizione e cultura, sentivano di appartenere all’Italia”.
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