Da Daniele Salvi, ex assessore provinciale, riceviamo e pubblichiamo.
La mano destra non sa cosa fa la sinistra. E’ proprio il caso di dirlo per quel che riguarda l’apposizione del vincolo di interesse storico-architettonico sul complesso delle “Casermette” in località Torre del Parco a Camerino da parte del Ministero dei Beni ambientali e culturali. Da tempo, infatti, lo stesso complesso di proprietà del Ministero della Difesa risulta tra i beni dello Stato in vendita.
Per molto tempo, vuoi per disinteresse, vuoi per carenza di idee progettuali, non ci sono state iniziative incisive volte alla rifunzionalizzazione di un sito che per la sua ubicazione rappresenta il trait d’union del sistema locale di Camerino-Castelraimondo e un punto di snodo strategico nell’ambito della viabilità dell’alto maceratese.
La possibile realizzazione della Pedemontana rende ancora più interessante un’area che nel passato ha mancato più volte l’appuntamento con un potenziale sviluppo a causa della miopia delle classi dirigenti amministrative del territorio.
Oggi l’area adibita a magazzino militare in disuso è all’interno di aree produttive e di servizi in espansione e costituisce un obiettivo diaframma alla loro integrazione. L’interesse della Quadrilatero è sicuramente lodevole, ma non possiamo nasconderci che di tutte le Aree leader finora ipotizzate nessuna è realmente partita e sinceramente c’è modo di ritenere che sarà così anche per i tempi a venire.
Peraltro, è la stessa realizzazione della Pedemontana che ha subito con l’ultima intesa Stato-Regione sulle infrastrutture un deciso stop, dal momento che il tratto Matelica-Muccia non è finanziato e la sua realizzazione è prevista con i proventi della “cattura di valore” tramite il Piano di Area Vasta, il che vuol dire, per chi conosce l’entroterra maceratese, non fare nulla.
La Provincia di Macerata, con il manifestarsi della crisi dell’Antonio Merloni, aveva inserito la rifunzionalizzazione del sito delle “Casermette” nell’ambito della piattaforma di 25 idee progettuali per il rilancio del territorio montano. L’idea era ed è quella di farne un polo tecnologico in collaborazione con l’Università di Camerino nell’ambito del progetto di distretto tecnologico che la Regione Marche ha riproposto al Ministero dello Sviluppo Economico e per il quale è stato ipotizzato un investimento di 50 mln di euro.
L’idea, tra l’altro, non constrasterebbe con un recupero del sito rispettoso del vincolo recentemente apposto. Anche qui però l’Accordo di Programma Stato-Regione per dare risposte al territorio interessato dalla crisi dell’Antonio Merloni langue nelle stanze ministeriali e ad oggi a nulla sono valsi gli appelli della Regione e del Presidente Spacca.
Vigileremo sulle intenzioni e sulle azioni delle amministrazioni che si sono insediate, affinchè qualcosa si muova e non certo per fare l’ennesimo centro commerciale.
Daniele Salvi
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