di Maurizio Verdenelli
“Giuro che se dopo tutta ‘sta faticaccia alla fine non mi ritrovo in Paradiso, appena vedo don Bosco, lo gonfio!”. Parola di don Ennio Borgogna assistente spirituale dell’Istituto Salesiano, maestro di generazioni di maceratesi. Così come in precedenza lo era stato un altro leggendario Don E: don Ennio Pastorboni anch’egli nella storia di questo pezzo importante della città che sono “I Salesiani” (e si spera continuino ad essere). Don Borgogna è stato trionfalmente eletto Maceratese dell’anno venerdì sera 13 febbraio nel teatro del “suo“ Istituto. Che ha visto formarsi alla vita nel corso dei decenni molti cittadini illustri e tanti altri provenienti da Marche ed Abruzzo. Tra i maceratesi pure Silvio Spaccesi, protagonista del fortunato musical su San Francesco d’Assisi: Aggiungi un posto a tavola. Ed allora don Bosco, per carità ma senza affrettarti (ci mancherebbe!) aggiungi un posto alla tavola non dico dei santi ma a quella vicina, per il “nostro” carissimo, irascibile Don Ennio, il quale è piccoletto ma tostissimo.
Don Borgogna è stato eletto dalla giuria tecnica e fino all’ultimo sembrava candidato ad un trionfale en plein. Invece con un prodigioso rush finale, l’ha sopravanzato nel numero dei tagliandi pervenuti al “Il Resto del Carlino” (che ha organizzato l’evento) la bravissima Maria Toni. La signora “Toma” ha celebrato i primi 40 anni del suo stabilimento di divise alberghiere, ad Appignano. Ricordo il primo grande successo negli anni ‘80: l’appalto per le tute dei meccanici Ferrari. Succedeva infatti che quelle precedenti perdessero …peli inevitabilmente verniciati sulle carrozzerie di questi gioielli costosissimi che sono i bolidi del Cavallino rampante. La signora Maria, con un procedimento di cui mi rivelò il segreto, convinse pienamente l’azienda di Maranello. Rammento ad una cena al Park Hotel di Pollenza, Cesare Romiti, allora”signor Fiat”, alzarsi di scatto ed accogliere con un baciamano ed una stretta d’affettuosa stima, la signora Maria, talento d’imprenditoria femminile di questa terra d’impiegati. Tuttavia a sorprendere davvero la signora fu Azeglio Ciampi, ad un ricevimento a Roma per la Fondazione Belisario. Conosciuta la provenienza geografica dell’imprenditrice marchigiana, il Presidente della Repubblica cominciò a parlarle in maceratese stretto chiedendole scherzosamente dove fossero Piediripa e le altre frazioni. Rivelando solo alla fine che lui a Macerata era di casa essendoci vissuto per dieci anni ed avendo qui conosciuto la sua Franchina compagna al liceo classico “Leopardi” di Dante Cecchi e della compianta Giugiù Bonservizi Mastronardi.
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All’ombra del campanile. Quanti miracoli “laici” all’ombra dei campanili! E’ rimasta nel cuore dei campioni della Lube la gran festa in parrocchia a Santa Maria in Selva, riservata loro da don Giuseppe (“don Peppe”) Branchesi, che con don Borgogna ha in comune l’inarrestabile verve e l’altezza fisica quest’ultima non …pari alla prima. Il giorno dopo, i biancorossi ritornati al “desco usato” (ottimo ed abbondante) de “Lu spaccittu” di Dante Pettorossi, hanno confidato che una polenta così mai l’avevano assaggiata. Meravigliandosi pure della presenza tra loro del patron Luciano Sileoni. Sì, perché il Signor Lube, in compagnia dei “ragazzi” va nell’intero arco dell’anno ad una sola festa: quella che organizza il suo amico don Peppe! Eccezion fatta, si capisce, per quella dello Scudetto…tocca ferro!
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Carnevale con Bush. Per fortuna l’ex presidente degli Usa non c’entra nulla con l’evento che organizza ai Giardini Diaz e dintorni la Pro Loco di Piediripa di Pio Tacconi: il tradizionale Carnevale Maceratese. C’entra invece Natalia Bush, ragazza dalle forme generose diventata nota per la partecipazione al reality di Mediaset “La Talpa”. Natalia, per la spiccata sensualità, non sarebbe propriamente indicata a fare la madrina di cardiopatici che eventualmente fossero sui carri carnevaleschi e dei gruppi delle piccole mascherine (signora Ramaccioni, mi raccomando a lei la prossima volta!) ma tant’è: è sempre così freddo ogni volta sul palco che sotto eskimi, pellicce e piumini le bellezze più conturbanti vengono di fatto “castigate”. Sarà come sempre una bella festa presentata da Daniza Marziali e Marco Moscatelli. E’ tradizione che a concludere la sfilata, preceduto dalla sua “Topolino” pronta per una vacanza sulla neve, ci sarà pure a cavallo di un jumping ante litterasm, il cavalier Franco Prato. Sì, lui il tramandatore che traborda con il suo museo del tempo che fu all’ingresso di Macerata, Il punto, en plein air, è in via Roma in corrispondenza di quel passaggio a livello spesso chiuso che bloccò pure Mussolini nella storica visita alla città. In quell’occasione il duce regalò 50 lire, il costo di due paia di scarpe, ad una contadina che passava per nulla intimorita dal gran corteo proveniente da Pausula appena ribattezzata Corridonia.
Concludendo: sarebbe un giusto riconoscimento a Prato da parte del Comune riorganizzare il “museo”, magari in un interno, con un criterio ed un ordine più scientifici. Perchè non credo che tutto quel materiale in esposizione –mi ricordano alcuni padiglioni della Biennale di Venezia- sia paccottiglia: nessuno lo pensa. Perché altrimenti sarebbe rimasto sempre lì, primo biglietto da visita di Macerata, definita L’Atene delle Marche?
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Don Chisciotte. Vista l’incombenza della festa, domenica 22, ritorniamo ai Giardini Diaz (e al terminal) presidiati dopo una lunga battaglia legale, dalla scultura di Giuseppe Gentile: Don Chisciotte. Probabilmente un’epifania di chi, anche in questa città, lancia in resta come lui contro i mulini a vento, pensa di cambiare le situazioni. Queta non movere … Don Chisciotte deve aver desistito anch’egli, tanto appare in disarmo. Ci sono i soldi per un restauro, che appare doveroso dopo anni di intemperie? Sarebbe forse il caso, considerato che l’eroe di Cervantes rappresenta anch’esso un altro primo biglietto da visita del capoluogo.
Nellla foto: Maria Toni e don Ennio Borgogna.
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