Don Ennio e la missione
di educare alla gioia

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donennio2di Matteo Zallocco

“La mia missione è educare alla gioia e alla serenità e per farlo bisogna innanzitutto dare il buon esempio”. E in questo don Ennio Borgogna riesce da tanti anni con una simpatia unica, con il sorriso stampato sulle labbra e un lessico giovanile ricco di quei termini che usano i ragazzi con cui il sacerdote salesiano trascorre le giornate. E’ l’anima dell’oratorio salesiano di Macerata dal 1975 quando tornò nella sua città dopo aver iniziato la sua missione ai Salesiani di Porto Recanati e Gualdo Tadino. Ed è proprio l’aver trascorso la maggior parte del suo tempo con i ragazzi che permette a don Ennio di conservare, a 79 anni, questo incredibile spirito giovanile. Ed è anche grazie alla sua presenza che i Salesiani di Macerata continuano ad essere un punto di riferimento per tanti giovani (quasi 700 tra gli Scout, il gruppo missionario del Sermigo,  il Movimento Giovanile Salesiano, il gruppo teatrale, il gruppo musicale e la scuola calcio della Robur).
Don Ennio, dunque la sua missione è far crescere i giovani?
“Sì, da sempre cerco di proiettare questi ragazzi nel futuro per far crescere, citando le parole di don Bosco, buoni cristiani e onesti cittadini. Il tutto inserendoli in una grande comunità e non creando delle piccole isole. Ma li devo ringraziare perché mi hanno sempre fatto sentire giovane anche se mi fanno venire l’ernia – risponde con la solita ironia – Mi chiedono chi starà lì con loro quando morirò e io rispondo “che me ne frega a me, basta che vado in Paradiso altrimenti a don Bosco lo gonfio”.
Cosa consiglia ai ragazzi?
“Che non devono perdere tempo e dare un senso alla propria vita, anche aiutando gli altri. Mi hanno dato grandi soddisfazioni perché  non è facile imprimere questa mentalità altruista in una società sempre più consumistica”.
Dal 2000, assieme al Sermigo, porta avanti il progetto a Makuyu, in Kenya. In cosa consiste?
“Ogni estate, per tutto il mese di agosto, andiamo giù in Kenya con lo scopo di regalare sorrisi ai bambini e agli adolescenti del luogo. Dal 2000 a oggi hanno partecipato 255 ragazzi maceratesi e a tutti noi ha cambiato la vita  perchè ci mette in crisi con noi stessi. La missione viene preparata nel corso dell’anno con le riunioni bisettimanali del Sermigo, a Macerata ci prepariamo per condividere la povertà, che significa essere onesti, fare quello che bisogna fare e rinunciare a qualcosa”.
E con il Sermigo, nato nel 1990, ha partecipato anche ad altre missioni…
“Sì, dal ’94 al ’97 siamo stati in Nigeria e da tre anni andiamo anche in Tanzania con gli scout per aiutare nell’animazione oratoriale una missione di suore in una baraccopoli. Il Sermigo è nato sulla scia di altre esperienze che avevamo fatto in Angola e Brasile e nel 2002 è stato costituito anche il gruppo Famiglie Sermigo composto dai genitori che hanno intrapreso lo stesso cammino dei figli”.
E’ vicino anche allo storico gruppo Scout Macerata 2…
“Sì, sono il loro assistente ecclesiastico e in particolare sono vicino alla comunità Capi. Ho avuto la fortuna di essere scout e questo mi permette di entrare nella loro mentalità in maniera più spontanea. E poi c’è anche il Masci, composto da tredici famiglie di adulti che non hanno mai smesso di essere scout”.
Nei giorni scorsi il sindaco ha annunciato che il progetto urbanistico per salvare l’Istituto Salesiano è pronto. Una buona notizia…
“La grande notizia è che continuerà ad essere fatto tutto per i giovani, per farli crescere e non costruendo le palazzine sopra al campo di calcio. Verrà realizzata anche una palestra e ovviamente per tutto questo siamo stati tutti molto contenti”.



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