Metti, una sera a cena

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“Si è perduta una buona occasione” dice il presidente reduce dall’inaugurazione della Galleria delle Fonti a Macerata e ‘disperato’ per il pareggio subito in extremis dall’Ascoli (“I giocatori guadagnano troppo sulla pelle di noi tifosi e fanno poco: c’è un terzino che prende uno stipendio netto di 200.000 euro!”). L’occasione non è quella dilapidata dalla squadra marchigiana per risalire in classifica nel campionato di B, ma è riferita al ‘taglio del nastro’ per l’avvio del tunnel: “Perché? Ma è chiaro: alla cerimonia c’erano solo le autorità. Invece l’occasione era giusta per una grande festa di popolo. Il progettista l’ha detto: è quasi un record europeo, questa galleria! E sotto quelle volte così potenti ci sarebbero andate benissimo diecimila persone”. Il pensiero e il ricordo, lo intuiamo, sono rivolti al ponte “Pertini”. L’idea di festeggiare un’infrastruttura vitale per l’asfittica viabilità cittadina, come la Galleria delle Fonti, non è così peregrina a Macerata, in una città cioè tanto povera di opere pubbliche che a distanza di 150 anni un Garibaldi redivivo non avrebbe difficoltà a riconoscere l’antico ed “immobile” tracciato stradale.
Prima che Giulio Silenzi fosse arrivato a presenziare alla cena del gruppo aziendale dipendenti della Provincia all’Istituto alberghiero di Cingoli, il suo più ascoltato consigliere vedeva così il ‘suo’ 2009: “1) Vado in pensione; 2) Ritorno ad insegnare (è insegnante proprio presso l’Alberghiero ndr); 3) Continuo a lavorare in Provincia se Giulio vince le elezioni”. …..Già, cosa si prevede per il rinnovo del Consiglio provinciale? “Siamo già ‘usciti’ quattro volte ed è stato un bagno di folla” assicura lo stesso consigliere. ….E in caso di pensione? “Ho un milione di hobbies”. Come ad esempio l’inclinazione alla scena. Ed ecco una spassosa, boccaccesca poesia in vernacolo sanginesino di Alfonso Leopardi “Sposi da venti giorni” e le sublimi “Litanie” di Mario Affede, bene interpretate (con un leggio da …viaggio) davanti alla platea dei dipendenti. Strappa applausi e divertimento, animatore per una notte, il professor Renato Pasqualetti.
Silenzi è andato già via facendosi incartare qualche castagna arrosto da consumare lungo la strada che l’attendeva per Appignano dov’era atteso sul far della notte. Poco prima, al microfono, dopo aver premiato la dott.ssa Maria Luigia Cerolini per 25 anni di servizio -lei aveva sorpreso l’uditorio dicendo che un quarto di secolo “le era quasi volato via lavorando in Provincia”- il presidente aveva tessuto l’elogio dell’uomo padrone del proprio tempo snocciolando invece tutti gli appuntamenti del giorno dopo da tenere impegnato un manager quasi per un mese. Da parte sua, un elogio Silenzi, l’aveva ricevuto dal “padrone di casa” il preside dell’Alberghiero, prof. Elio Carfagna (“15 anni da vicesindaco di Belforte del Chienti, prima di decidere di chiudere per sempre con la politica”). “Siamo grati alla Provincia che ci ha risolto un problema enorme in agosto: abbiamo così potuto iniziare l’anno scolastico con i migliori auspici proseguendo con quella tradizione di eccellenza che viene ormai riconosciuta all’Alberghiero di Cingoli”.
Tre anni fa l’Ipssart si è intitolato “Girolamo Varnelli” assumendo il nome del fondatore dello stabilimento che produce il celebre mistrà e che con piglio cordiale e fiero guarda tutti dall’alto di una foto nella sala mensa. “Varnelli ci è sembrato il nome giusto –dice Carfagna- peraltro quello di Antonio Nebbia (“padre” del Cuoco maceratese) è stato assunto dall’Istituto di Loreto!”.
“Sono qui dal 2002 e da allora –dice il preside- siamo passati da 280 a 640 iscritti. E’ una scuola modello, un corpo insegnante entusiasta. Sono tutti giovani e quasi tutti precari (eccetto Pasqualetti, si capisce ndr) ma non stanno lì a fare una vertenza sindacale se c’è un’ora in più da lavorare! Come stasera, sabato: la scuola sarebbe dovuta essere chiusa. Ma quando ci ha chiesto uno sforzo la Provincia, eccoci subito pronti! Come dire no a Silenzi?”.
Gran finale, con menù: “Buffet di benvenuto (davvero trionfale: polenta, trippa, farro, ceci, ciauscolo, salame ndr), tortellone con verza, patate e ciauscolo su crema di pecorino sopravvissano. Pollo in potacchio, patate di Colfiorito, pancia di vitello marchigiano dop con salsa di colli Maceratesi, cicoria dei campi Maceratesi. Buffet di dolci tipici (avvertenza per chi legge: se vi capiterà, fateveli incartare con la carta stagnola e portateli a casa: meritano!)”.
Vini: Belisario spumante brut, santa Cassella Colli Maceratesi, santa Cassella cardinal Bonaccorso, vino cotto dell’Istituto.
Maurizio Verdenelli



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