di Maurizio Verdenelli
“Altre domande sennò m’incazzo!”. Sorride la grande ‘scolaresca’ alla battuta sopra le righe del ‘professore’. Subito preso alla lettera dai ‘ragazzi’ che hanno affollato, giovedì sera, il teatro della Filarmonica nell’appuntamento più atteso di Macerata Racconta, in collaborazione con Unifestival. E ‘nella Città di Maria’ -‘un titolo che bisogna meritarsi’ ammonì un giorno papa Wojtyla, invano- i ‘ragazzi’ (emeriti) accorsi a sentire il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti che li stimola a gettare alle ortiche vecchie credenze (“ragazzi, ragazzi, via, ma certe cose ve le dicono…?” dove il soggetto sottinteso sono i preti) danno segni inequivocabili di non volersi …meritare l’appellativo religioso dato alla città. Allora, dopo Politica, Religione e Mercato -la cui prevalenza onnivora aveva fatto sbottare Galimberti- grandinano domande sugli altri grandi ‘misteri’ del mondo: declino del Cristianesimo -per il Professore non più religione ma agenzia etica – Fede e Ragione, Giustizia e Libertà e via elencando. Galimberti risponde volentieri a tutti argomentando. La ‘lectio magistralis’, laicissima, che nasce intorno all’ultima fatica letteraria dell’autore più letto del momento (“Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto”, Feltrinelli editore) si conclude, a fatica, intorno alla mezzanotte. Si vorrebbe andare avanti ma i pesanti portoni della società che danno su via Gramsci, devono chiudere. E’ tardi. L’entusiasmo resta tuttavia palpabile. Anche e sopratutto da parte del Filosofo che congedandosi alla stazione ferroviaria, questa mattina, agli organizzatori ha parlato di una ‘Macerata coinvolgente e coinvolta, di una città che vive i grandi problemi culturali della propria epoca, di persone desiderose di verità’. “Galimberti è stato entusiasta dell’accoglienza e dell’attenzione ricevute” ha assicurato Lina Caraceni, dell’associazione ConTesto che promuove la kermesse marchigiana dell’editoria.
Un appeal, peraltro, subito rivelato dal Professore in apertura: “Ho visto un panorama stupendo. Alla maniera della Toscana. Meravigliose anche queste Terre di Marche. Colline, casolari…anche qualche casa brutta”. Poi una lunga, ininterrotta lezione su Religione, Sacro, Cristianesimo e Follia con una platea attentissima senza sentir volare la classica mosca -che dato il clima avrebbe avuto ieri sera qualche problema…
Applausi e sorrisi all’apprezzamento sulla ‘serietà dei greci che non chiedevano nulla di troppo’ ed in particolare su quella esemplare di Socrate’ che accetta la condanna, pur ingiusta e non fugge. Poi il riferimento e la stima grande per Giacomo Leopardi. “Folli sono i bambini, fino a sei anni, gli artisti e i poeti. Leopardi scrive: ‘Cosa fai tu luna in ciel, dimmi che fai?’ che, diciamocelo, non è una gran domanda. Che senso ha? In realtà il Recanatese con sapienza mette mano all’oscillazione dei significati, smarginando dunque nella follia con al centro la luna. Ed è grande poesia”.
E sul fenomeno dei suicidi, che ha interessato anche e pesantemente la provincia maceratese. “Il Mercato da quando è finanziario è Nessuno. Ribaltando l’antico concetto dualistico padrone-operaio. Che permetteva, in caso di sopraffazioni, il ricorso alla rivoluzione. Tuttavia da quando imprenditore e dipendenti sono dalla stessa parte, costretti in un angolo dalla finanza, l’unica protesta possibile, in assenza fisica del grande Nemico, pare sia agli uni sia a tutti gli altri, il suicidio. Il mercato finanziario ha reso in pratica impossibile la ribellione classica”.
Rispondendo inoltre ad una domanda sulla politica attuale, Galimberti definisce ‘terrificante’ l’attuale situazione che ha generato il ‘governissimo’. “L’Italia non ha partiti seri. La Destra è governata da un unico padrone, il movimento di Grillo appare come una setta, e il Pd, sintesi di due partiti all’opposto, appare la sintesi di nulla, con la sinistra e i suoi resti ormai dissolti. E’ la riedizione della vecchia Dc”.
Su Benedetto XVI. “Si è dimesso non da papa ma da successore di Pietro. Papas era la definizione greca di vescovi. E Bergoglio si è presentato sopratutto, non a caso, vescovo di Roma. Che può dunque dialogare, alla pari, con gli altri vescovi della cristianità. Un dialogo, non solo culturale ma sopratutto religioso, che appare necessario per arginare il declino di questa religione al pari dell’Occidente, etimologicamente terra del tramonto. E, da ateo -ha affermato Galimberti- sono profondamente d’accordo con Benedetto XVI che ha rivendicato le radici cristiane dell’Europa. Cristiani lo sono tutti… anche gli atei e pure la scienza. Perchè tutti parlano e ragionano cristianamente essendo ormai questo un fenomeno culturale, non più religioso, in quanto desacralizzato con l’incarnazione e la ricerca del senso dell’esistenza”.
Dopo il suo appuntamento ‘cult’ con il Umberto Galimberti, Macerata Racconta ha vissuto oggi un momento atteso ed insieme delicato: la fiera dell’editoria “Marche Libri”. “Nostro merito è sopratutto aver riaperto i locali ex Upim” dice la presidentessa di conTesto, Maria Cristina Ottavianoni. Quaranta case editrici, venti stand, tanti libri. Inaugurazione alla grande con molti ospiti con due forfait in extremis: il sindaco Carancini e il presidente della Camera di Commercio, Bianchi. Entrambi convocati con urgenza a Jesi, Fontedamo, al capezzale della Grande Ammalata: Banca delle Marche. “Comprate libri” si appella in conclusione Stefania Monteverde, assessore (alla Cultura) ed editrice. Come mette in evidenza l’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini che taglia il nastro ed assicura l’impegno della giunta anche per il prossimo anno. “Inoltre abbiamo prorogato di 4 settimane il bando per la richiesta di provvidenze al settore”. Che è in crisi, come tutti gli altri, ma ha grande entusiasmo ed aspettative. “A Macerata -dice Marcolini- lungo Corso della repubblica ci sono tre librerie, tutte attive, una a ridosso dell’altra: non esiste un caso così in altri capoluoghi italiani”. Che Macerata entrerà a far parte della rete torinese delle Città del Libro lo svela la stessa Monteverde, anche se a riferire agli altri sindaci coinvolti dell’entità del budget maceratese c’era da diventar rossi, il mese scorso al summit torinese. Ma non importa. “C’è il sostegno politico e sociale intorno alla produzione del libro e a tutte le altre sue forme” assicura la Monteverde. “Che con la cultura si mangia” è sicura anche l’on. Irene Manzi, quasi al suo esordio cittadino come deputata, dopo aver inaugurato la stessa manifestazione lo scorso anno come vicesindaco.
Ad augurare ogni bene all’editoria con la Ottavianoni e il direttore artistico o di conTesto, Pietrani, c’è anche l’assessore Leonardo Lippi in sostituzione del presidente Pettinari e dell’assessore ‘competente’ Bianchini. Lippi parla di ‘speranza’. C’è il prefetto Giardina; il presidente dell’Ersu, Natali e il direttore Tonini; il direttore dell’azienda speciale della Camera di Commercio, Luca Bartoli (parla di valorizzazione del centro storico), il prof. Lucinato dell’Accademia di Belle Arti; il rettore Luigi Lacchè (“Macerata Racconta è l’incipit di un momento culturalmente attivo per la città cui l’ateneo contribuirà con Unifestival”). Ci sono anche il presidente dell’associazione regionale degli editori, Sandro Urbani, il consigliere provinciale Daniele Salvi, i consiglieri comunali Romeo Renis e Guido Garufi e l’ex assessore regionale Gianfranco Formica. Passa ma non si ferma il prof. Alberto Febbrajo (“Un grande rettore, forse il migliore” commenta Garufi).
Un bel pomeriggio, sperando che l’Upim possa essere una vetrina ed insieme, sopratutto, un banco di vendita per libri che si producono, si ammirano ma spesso si chiedono in regalo, restando nella visionarietà collettiva un bene voluttuario. Anche a Macerata. “Abbiamo iniziato -dice la Ottavianoni- quasi per gioco, è stata una sfida, quasi. Ma ora qualcosa di importante è stato costruito. Speriamo continui”.
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Ricco e variegato il programma che Macerata Racconta propone per domani (4 maggio). Al centro degli incontri letterari quelli con Matilde D’Errico (ore 18,30, Teatro della Filarmonica) e Maurizio Maggiani (ore 21, teatro Lauro Rossi).
AMORE CRIMINALE – Matilde D’Errico, autrice e regista della trasmissione Rai Amore Criminale, parlerà della sua esperienza e delle tante storie con cui è venuta in contatto, dalle donne conosciute durante le sue indagini ai diversissimi uomini da lei avvicinati con le loro paure e devastazioni.
MAURIZIO MAGGIANI – Quello con Maurizio Maggiani invece, sarà un incontro-spettacolo in anteprima nazionale, intitolato Beati noi. Lo scrittore, pluripremiato con Il coraggio del pettirosso (1995) e vincitore di numerosi altri premi letterari, tra cui il Premio Stresa di narrativa e il Premio Strega, a Macerata Racconta sarà in veste di uomo di teatro per presentare il suo nuovo monologo, Beati noi appunto, invettiva su quelli della sua generazione.
SPAZIO DEDICATO AI BAMBINI – Ma Macerata Racconta assicura fin dal mattino altri appuntamenti da non perdere. Si parte alle 10,30, nei locali dell’ex Upim, con la novità che la festa del libro propone quest’anno, ovvero Ti leggo una storia, lo spazio dedicato alla letteratura dell’infanzia con letture per bambine e bambini a cura dell’associazione Luna a dondolo.
Alla Sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti, alle 10,45, invece, battute finali per il laboratorio di scrittura che gli studenti delle scuole superiori di Macerata hanno seguito nei mesi scorsi curato dalla scrittrice romagnola Caterina Cavina .
Il tema de L’universo femminile. Le CEDAW tra diritto e politiche, curato da Ines Corti, sarà invece il tema dell’incontro fissato per le ore 11 nei locali dell’ex Upim e la cui partecipazione vale come credito formativo dell’Ordine degli Avvocati di Macerata.
APERITIVI LETTERARI – Proseguono anche gli Aperitivi letterari alla Civica Enoteca Maceratese: alle 12 ci sarà la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, introdotta da Lucia Tancredi. Di Pietrantonio presenterà il suo romanzo d’esordio Mia madre è un fiume, che ha riscosso un notevole successo per il suo stile magistrale. A seguire l’aperitivo curato da Doppio Zero Lab e cantine Murola, Terre di San Ginesio e Fondazione Mastrocola.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI DELLA GIORNATA – I ricchi incontri del pomeriggio inizieranno alle 16, nel cortile del Municipio, con Noi vogliamo leggere, ovvero la presentazione della Carta dei diritti della lettura, insignita con una medaglia di rappresentanza dal Presidente della Repubblica, a cura dell’Associazione Donne di carta. Interverranno Sandra Giuliani, Olga Ciofini e le persone libro del Proyecto Fahrenheit 451.
Sauro Savelli e la sua lettura scenica di fiabe classiche per bambini sarà invece il protagonista dell’incontro fissato per le 16,30, alla Sala Castiglioni, mentre alle 16,45, nel cortile del Municipio, Nicola Gardini presenterà Le parole perdute di Amelia Lynd, introdotto da Fabio Sparapani. Dalle 17 una serie di presentazioni è in programma nei locali dell’ex Upim: alle 17 ci sarà Carlo Scagnozzi con Forse aveva qualcosa da dire, alle 18 sarà la volta di Stefano Sanchini e La casa del filo di paglia”e, infine, alle 19, toccherà a Valerio Cuccaroni con L’Arcatana. In viaggio nelle Marche creative under 35.
A chiudere gli appuntamenti della serata, alla Mozzi Borgetti, sarà la Notte di racconti, a cura dell’associazione Luna a dondolo. Lo spettacolo, con inizio alle 21,30, proseguirà fino alle 24 con le narrazioni di Simone Maretti e le suggestioni musicali di Alessandro Pivetti.
FIERA DELL’EDITORIA – Da ricordare che, dopo l’inaugurazione fissata per oggi pomeriggio alle 16.30, nei locali dell’ex Upim proseguirà la seconda edizione della fiera dell’editoria Marche libri che presenta un nutrito numero di case editrici operanti nel territorio regionale, di cui alcune di rilevanza nazionale.
MOSTRE – Macerata Racconta, infine, è anche arte con le mostre Le Distanze, collettiva degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Macerata a cura di Paolo Gobbi (galleria Mirionima, piazza della Libertà), Distanze#Dell’Arte con le opere di Claudio Nalli, Giulio Perfetti, Agostino Cartuccia, Manuela Cerolini (Galleria degli Antichi Forni) e Storie d’Istanti, personale fotografica di Massimiliano Palombi (Galleria degli Antichi Forni).
Info e programma completo: www.macerataracconta.it , www.comune.macerata.it .
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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<Che “con la cultura si mangia” è sicura anche l’On. Irene Manzi>, asserisce l’articolista. Sicché l’Onorevolessa Manzi lo dice pure?
Mi auguro si tratti di un lapsus infelice dell’estensore dell’articolo: per lo meno in questi termini. Quanto all’iniziativa, lunga vita ad essa! Più vitalità c’è in città e meglio è per tutti.
La Manzi, Pojaghi, Garufi, Pasqualetti, Lippi, ect etc… che grande cultura!!!!!!!
Ma invece di Marche-libri non potevano fa un consiglio comunale???????
Nessun lapsus infelice, mio giovane amico. Seppure ne abbia molti all’attivo nei miei 46 anni, ormai quasi 47 anni di giornalismo. L’on. Irene Manzi, nel corso della cerimonia che ha inaugurato Marche Libri, ha citato il titolo di una recente pubblicazione per indicare la vitalità economica dell’editoria e la necessità dunque di sostenerla, con questa sostenendo (adiuvando) lo sforzo di tutti coloro che operano in questo delicatissimo settore culturale. Anche noi: tu Filippo come poeta e scrittore, io come giornalista professionista, alla maniera dell’on. Manzi e dei nostri amici librai, a cominciare da La Bottega del Libro, ci cibiamo di questo cibo mistico ed insieme concretissimo della cultura e pertanto del libro. Spero di essermi spiegato, come dire, ad ultra.
M.Verdenelli
Caro Maurizio,
figurati se non avevo capito il senso della frase! Ma non ho saputo resistere alla tentazione di una battuta già servita sul piatto.
Quanto alla felice vitalità del mercato editoriale, temo che dietro l’apparenza dei numeri si celi – e si preferisca celare – la qualità dei titoli che si vendono e che si vendono così bene. Per carità, sia chiaro: ne sono lietissimo per chi lavora nel settore editoriale e dunque abbia un rientro positivo dalle mele, dalle pere, dalle verdure o da qualunque altra cosa funzioni nelle vendite e gli faccia guadagnare la mesata.
Contemporaneamente, tuttavia (visto che le librerie le frequento e so cosa va, purtroppo…) non riesco a dimenticare quella famosa intervista a Pasolini in prossimità della spiaggia, in una giornata ventosa, e nemmeno lo sconsolato Franco Loi che a Rimini, parlando del più e del meno, mi disse “Purtroppo è finita, il popolo ha tradito”. Io lo contestai, gli ribadii che non era vero, che c’era sempre una possibilità, una speranza per crederci ancora, per ridare fiato e valore alla parola e alla scrittura. Ma forse aveva ragione lui: la grande editoria si salva per meriti di contributo statale, la piccola (più libera e coraggiosa) soffoca sotto i colpi di una distribuzione sempre più esosa. E quanto agli autori, di fronte alla lezione narrativa del Sud America e della Spagna contemporanee, l’Italia proprio non esiste, afflitta dal noir e dall’abbrutimento stilistico. Nelle redazioni, poi, non c’è più Sereni: ormai la fanno da padroni i correttori di bozze, i maestri dell’editing. E le ricette della Parodi, come i gialli di Camilleri (altro che Gadda o Sciascia, diciamoci la verità…), vendono e stravendono. Non so, sinceramente, se c’è da stare così tanto allegri…
Un abbraccio.
@ Basta sinistra a Macerata!!!
Non hai altri argomenti oltre l’attacco personale? Peccato.
BELLA IDEA
OTTIMA IDEA DOVE QUALSIASI PERSONA SI INFORMA SUL MONDO DELLA SCIENZA E NON SOLO
…ah, io non chiedo di essere un gabbiano né un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano – che è il pesce più brutto del mare – pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua…
Elsa Morante – “L’isola di Arturo”
Quando anche gli assessori regionali vengono nominati con il porcellum tutto tace. Si pensi a Marcolini, ad esempio.