«Il Cosmari non emette fatture ai Comuni
ma paga gli oneri per un mutuo di 9 milioni»

CINGOLI - Interrogazione dell'opposizione, guidata da Alessandro Maccioni: «Il sindaco spieghi se gli oneri finanziari contribuiscono alla quantificazione della tariffa Tari con conseguente aggravio sui costi sostenuti dai cittadini»

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Alessandro Maccioni

di Luca Patrassi

Una interrogazione al sindaco del Comune di Cingoli che prova ad aprire uno squarcio sulla vicenda finanziaria e gestionale complessiva del Cosmari: a firmarla il gruppo di opposizione guidato dall’ex candidato sindaco Alessandro Maccioni e formato anche da Anna Maria Tittarelli, Claudia Spadoni e Raffaele Consalvi.

Si parla con i riferimenti per inquadrare la questione: «Nei giorni scorsi su un canale social il presidente del Cosmari Paolo Gattafoni, con evidente riferimento al bilancio della società, risulta aver dichiarato “abbiamo fatture non emesse ai Comuni per svariati milioni di euro che dovranno prima o poi vedere la luce (chi presta servizi deve essere pagato, credete che sia a gratis?)”. Il 29 luglio 2025 il Consiglio di amministrazione del Cosmari ha indetto una gara pubblica con oggetto: “Procedura aperta telematica per l’affidamento del servizio finanziario relativo all’erogazione di mutuo a tasso variabile, suddiviso in tre lotti, per un importo complessivo di nove milioni di euro da destinarsi alla copertura del fabbisogno finanziario per l’anno 2025 e in parte per l’anno 2026».

Alcune considerazioni dei consiglieri di opposizione. «La gestione dei rifiuti della provincia di Macerata sta attraversando una situazione di forte criticità dovuta alla mancata individuazione del sito che dovrà sostituire la discarica in fase di ampliamento e attiva da anni nel territorio cingolano, e alla temporanea indisponibilità (forse due anni?) di quest’ultima con conseguente aumenti dei costi di trasporto dei rifiuti sostenuti dal Cosmari per abbancamenti fuori dal territorio provinciale. L’amministrazione comunale, da qualche anno, pur potendolo reclamare in quanto sede di discarica, non esprime un proprio membro sia in Consiglio di amministrazione, sia nell’organo di controllo a cui è affidata anche la revisione contabile».

Arrivano le richieste a cura del gruppo Maccioni: «A quanto ammontano i ricavi che Cosmari ha inscritto nelle proprie scritture contabili sino ad oggi e che dovranno essere, in futuro, pagati dal Comune di Cingoli. La descrizione dei servizi resi al comune di Cingoli. La stratificazione annuale dell’importo complessivo) e se, tempo per tempo, i singoli importi annuali sono stati formalmente comunicati all’amministrazione comunale e se quest’ultima ha poi provveduto al formale riconoscimento/disconoscimento nell’ambito della riconciliazione delle rispettive posizioni contabili alla quale il Cosmari deve obbligatoriamente ottemperare». Infine ancora domande al sindaco di Cingoli che interessano però tutta l’utenza servita dal Cosmari: «Ritiene gestionalmente corretto che una azienda 100% di proprietà pubblica, che opera in regime di monopolio e in house providing su tutto il territorio provinciale e che produce servizi per i comuni soci (sicuramente solvibili) con tariffe certe e determinate per legge validate da Arera, deve ricorrere a finanziamenti a lungo termine (rimborso in sette anni) per esigenze di cassa con aggravio di oneri finanziari; se gli oneri finanziari contribuiscono alla quantificazione della tariffa Tari con conseguente aggravio sui costi sostenuti dai cittadini e dalle imprese del nostro Comune; di conoscere il suo intendimento rispetto al rilascio o meno dell’autorizzazione per la realizzazione della terza vasca qualora l’autorità preposta procrastinasse ulteriormente l’individuazione del nuovo sito sede di discarica; se prevede o meno un ulteriore aumento della Tari nell’anno 2026 visto che il Consiglio di amministrazione del Cosmari ha previsto anche per il 2026 un incremento di costi di circa 3 milioni di euro rispetto all’esercizio 2024».

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