Centro per l’autismo, Dipende da noi:
«Così la cittadella sanitaria diventa ghetto»

CIVITANOVA - La consigliera Elisabetta Giorgini puntualizza le ragioni del no: non solo motivi tecnici, ma anche di merito: «Da troppo le famiglie attendono, ma è stato fatto credere loro che la soluzione siano 6000 metri quadrati, quando è solo un megaprogetto edilizio»

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La protesta delle famiglie in consiglio comunale

«No alla cittadella socio sanitaria, diventa un ghetto, ai familiari è stato fatto credere che la soluzione sia una variante da 6000 metri quadrati». Dipende da noi dopo il caos in consiglio comunale sul voto per la variante urbanistica richiesta dal Paolo Ricci per realizzare un centro per autismo e per Alzheimer a Civitanova Alta interviene per specificare in modo più approfondito le ragioni dell’opposizione del movimento a quella che si configura come una cittadella socio sanitaria dove convergere le fragilità gestite dal Paolo Ricci. Una posizione che in consiglio era stata sostenuta dalla consigliera di Ddn che aveva espresso, oltre che dubbi tecnici sull’estensione del progetto e sulla fattibilità economica anche motivazioni di carattere sociologico.

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Elisabetta Giorgini (Dipende da noi)

«Le migliori esperienze e gli studi più avanzati in questo campo dicono che le persone con autismo non vanno inserite in strutture di grandi dimensioni che trattano tipologie di disagio diverse (problemi mentali e differenti forme di disabilità psichica e motoria, anziani), queste residenze comunitarie andrebbero inserite nel normale tessuto sociale della città o del paese. A Civitanova il problema dell’autismo è sentito e i casi sono in aumento. Occorre che l’amministrazione comunale, gli enti socio-sanitari e le associazioni del volontariato siano al fianco delle famiglie per dare la risposta giusta. Ma, a fronte di questa esigenza, nel consiglio comunale si è avuto un dibattito surreale e distorto per la pretesa del sindaco Ciarapica e del presidente del consiglio Troiani, dopo anni e anni nei quali il problema è stato ampiamente trascurato, di forzare la mano imponendo una variante urbanistica che prevede addirittura 6.000 mq di edificazione per una “cittadella socio-sanitaria” in cui realizzare un Centro per l’autismo, ma anche altri servizi, dal problema dell’Alzheimer a quello degli anziani non autosufficienti. L’unica cosa chiara è la richiesta di poter edificare su 6.000 mq. Chiunque capisce che questo approccio denota confusione, prepara un ghetto per tutte le persone che hanno un disagio grave in uno spazio sradicato dal contesto della città, non ha alcun carattere di comunità accogliente e farebbe pensare semmai a una mera operazione di speculazione edilizia. L’aggravante è che il sindaco ha strumentalizzato la disperazione delle famiglie, che attendono da troppo tempo e vogliono subito un intervento che le aiuti. Così a molti familiari è stato fatto credere che la variante dei 6.000 mq sia la soluzione».

Il movimento chiede che vengano chiariti scopi e modalità di attuazione del progetto: «forzare la mano per avere una variante al di fuori di questi criteri – spiegano – sulla quale anche molti consiglieri di maggioranza dissentono, sarebbe dare prova del fatto che a questa amministrazione non interessa dare una risposta al problema, ma solo i risvolti economici della costruzione di una mega-struttura».

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