Si può tradurre L’infinito?

RECANATI - Ultima giornata del Convegno Internazionale di Studi leopardiani: al centro il tema della poesia nel mondo e il dialogo tra lingue e culture attorno al capolavoro leopardiano

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Si concluderà domani, sabato 25, la 16esima edizione del Convegno internazionale di Studi leopardiani, e sarà una chiusura nel segno dell’internazionalizzazione del pensiero di Giacomo Leopardi. Tema centrale della giornata sarà infatti quello delle traduzioni, da sempre uno dei focus dell’attività del Centro nazionale di Studi leopardiani (Cnsl) guidato dal presidente Fabio Corvatta.

Nel solco delle “Cento traduzioni de L’infinito” e delle numerose iniziative editoriali legate alla diffusione dell’opera leopardiana all’estero, la giornata di domani vedrà due sessioni di lavoro guidate dalle docenti Cristina Coriasso e Paola Villani. Protagonisti: Perle Abbrugiati, Philippe Audegean e Giuseppe Sangirardi (Francia), Fabiano Dalla Bona (Brasile), Rossend Arquès e Carme Arenas (Catalogna).

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Accanto al tema delle traduzioni, anche quello delle “riscritture”, affidato alle voci degli scrittori Antonella Antonia Paolini, Silvio Perrella ed Emanuele Trevi, in un confronto tra creazione letteraria e interpretazione poetica dell’universo leopardiano.

Il convegno, a cadenza quadriennale, è organizzato dal Cnsl con la collaborazione della Biblioteca nazionale di Napoli, della Cattedra “Giacomo Leopardi” dell’Università di Macerata, del liceo Leopardi di Recanati e del Centro mondiale della Poesia e della Cultura, con il sostegno della Bcc di Recanati e Colmurano, Tecnostampa e Guzzini. Anche quest’anno l’appuntamento ha registrato una partecipazione significativa, sia in presenza che online, confermandosi punto di riferimento per gli studiosi leopardiani a livello internazionale.

Le sudate carte leopardiane in mostra al convegno internazionale



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