Il segretario Cisl Marche Claudio Giuliani
«Grande adesione anche al Cosmari allo sciopero del settore dell’igiene ambientale. le isole ecologiche più importanti nel territorio provinciale sono rimaste chiuse. Per i servizi di raccolta porta a porta non sono mancati disservizi e disagi». A dirlo Giovanni Smargiassi della Cgil Macerata e il segretario Cisl Marche Claudio Giuliani che parlano di «una adesione superiore all’87% a livello nazionale, e con molte realtà in cui la partecipazione è stata totale. Le lavoratrici e i lavoratori hanno inviato un segnale forte alle controparti datoriali: il contratto deve essere rinnovato senza più indugi, con risposte concrete ai bisogni reali, con più tutele per salute e sicurezza, salari adeguati al costo della vita e rispetto per chi garantisce ogni giorno un servizio essenziale per i cittadini e l’ambiente».
Tornando al Maceratese, secondo Smargiassi e Giuliani «anche al Cosmari la partecipazione è stata alta: le isole ecologiche più importanti nel territorio provinciale sono rimaste chiuse, lo stesso dicasi per gli impianti di selezione interni. Per quanto riguarda i servizi di raccolta porta a porta non sono mancati disservizi e disagi, pur considerando la precettazione operata su molti autisti ed operatori ai sensi delle normative vigenti in materia di garanzia dei servizi minimi essenziali».
I lavoratori chiedono a gran voce di rafforzare le misure preventive a tutela della salute e sicurezza al fine di contrastare le troppe morti sul lavoro e le tante patologie professionali e di valorizzare le professionalità per fermare la fuga di competenze verso altri settori e sostenere lo sviluppo industriale del comparto. Nel mirino dello sciopero anche la tutela dei lavoratori in appalto contrastando ogni forma di dumping contrattuale e l’adeguamento dei salari erosi dall’inflazione al reale costo della vita.
«Necessità inconciliabili con quelle che sono le strategie datoriali messe in campo fino ad ora – proseguono i sindacalisti -, che alle scriventi appaiono guidate da due meri obiettivi inaccettabili: dilazionare all’infinito i tempi della trattativa e comprimere il costo del lavoro al fine di rinnovare al ribasso il Contratto unico dei servizi ambientali. Siamo dinanzi ad un bivio: se alla consapevole determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori corrisponderà una rinnovata disponibilità da parte delle imprese a discutere sulle tematiche reali, le trattative potranno riprendere con un rinnovato slancio verso un esito positivo. Se invece, le associazioni datoriali continueranno a considerare il lavoro solo come un mero costo da comprimere, come organizzazioni sindacali metteremo in campo tutte le possibili iniziative di mobilitazione: assemblee in ogni luogo di lavoro e nelle piazze delle nostre città».
E concludono: «Sapremo rivendicare ancora una volta il diritto a non morire o ammalarsi di lavoro, alla piena dignità professionale, ad un giusto salario, al libero e democratico esercizio del diritto di sciopero».
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