Lorenzo Longo, presidente provinciale Federconsumatori
«L’ennesimo caso di abuso da parte di una società di recupero crediti». Lorenzo Longo, presidente provinciale di Federconsumatori, non usa mezze misure nel raccontare la vicenda che ha coinvolto nei mesi scorsi una 83enne di San Severino.
«La donna, totalmente estranea ai fatti contestati, è stata ripetutamente molestata, minacciata e disturbata telefonicamente da una società che reclamava una somma di 540,89 euro, sostenendo di aver acquistato il credito da un operatore telefonico – spiega Longo – peccato che, a seguito delle opportune verifiche, è emerso che il debito, peraltro prescritto, non riguardava lei, bensì una sua omonima residente a Chieti. Nonostante i numerosi tentativi della cittadina di spiegare l’equivoco e dimostrare la propria totale estraneità, portando anche esempi concreti della confusione creata dall’omonimia, visto che in passato la stessa omonima avrebbe addirittura ritirato esami medici a suo nome, causando ulteriori disagi e confusione, gli operatori incaricati del recupero hanno proseguito con insistenza le telefonate, senza fornire documentazione dettagliata né spiegazioni puntuali. Particolarmente grave è stato il comportamento di una presunta legale collegata alla società di recupero crediti, che ha inviato messaggi minacciosi tramite applicazioni di messaggistica, ventilando querele in seguito a una chiamata involontaria partita per errore».
Federconsumatori segnala il fatto poiché «si configurano potenzialmente pratiche commerciali scorrette e aggressive» e chiede che venga fatta luce su comportamenti del genere da parte di alcuni operatori del recupero crediti. «Molti agiscono al limite della legalità, approfittando della scarsa conoscenza dei cittadini in materia di prescrizione e diritti del consumatore – continua Longo – il caso dell’anziana non è isolato: sempre più spesso il nostro sportello riceve segnalazioni da parte di cittadini ai quali vengono richieste somme risalenti anche a oltre 10 anni fa, spesso prescritte e mai sufficientemente documentate. Una tendenza preoccupante che rischia di minare la serenità di famiglie e persone del tutto estranee ai debiti contestati».
Nel caso in oggetto, finisce il presidente di Federconsumatori Macerata, «la comunicazione inviata alla cittadina, datata 3 luglio 2025, conteneva indicazioni generiche e non riportava il dettaglio delle singole fatture né il contratto originale che giustificasse la pretesa. Federconsumatori ha quindi inviato formale contestazione e richiesta documentale, avvertendo che in mancanza di riscontro il credito sarà considerato inesistente e l’attività di recupero illegittima. Chiediamo che le autorità competenti intervengano con urgenza per porre un freno a questi comportamenti e per garantire la tutela dei consumatori. Invitiamo altresì tutti coloro che ricevono richieste di pagamento dubbie o non documentate a non cedere alla pressione e a rivolgersi ai nostri sportelli per assistenza. Federconsumatori continuerà a vigilare e a denunciare ogni forma di abuso o pressione indebita ai danni dei consumatori».
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