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La campanella suona, il cellulare no:
«Ridateceli almeno a ricreazione,
sono utili per la didattica»

MACERATA - Rientro in classe oggi per gli studenti con la novità del divieto di telefonini. Nicole e Giulia (Itas Ricci): «Li abbiamo tenuti negli zaini. Molti prof vorrebbero che li lasciassimo a casa, ma sottovalutano l'utilità. Abbiamo perso l'autobus e senza non avremmo potuto chiamare». Andrea Rafanelli (Itas Ricci): «non è cambiato più di tanto. Oggi ce lo hanno tolto e hanno detto che saranno più severi. Neanche i professori li possono usare. In passato servivano per lavori con Power Point o ricerche». Edoardo Smorlesi (Pannaggi): «Le punizioni sono più pesanti ma per noi cambia poco dallo scorso anno. Però nell’intervallo lo rivorremmo»

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di Alessandra Pierini (foto di Fabio Falcioni)

E’ suonata questa mattina la campanella per l’inizio del nuovo anno scolastico a Macerata. Novità rispetto al passato tante: dalla riforma dell’esame di maturità all’importanza rafforzata del voto in condotta passando per le nuove misure per chi fa scena muta all’esame per protesta. Ma quella che ha avuto maggiore impatto è senz’altro il divieto assoluto di utilizzare il cellulare in classe, ricreazione compresa. Il provvedimento, disposto dal ministro Giuseppe Valditara era in realtà già in vigore anche in passato ma, anche in questo caso, c’è stato un upgrade nelle conseguenze dell’eventuale utilizzo dei dispositivi in classe.

Primo-giorno-scuola_FF-4-650x433_censored«Spero che tra due mesi si coordino tutti» esclama ironica Sara, alunna del liceo Scientifico Galilei di Macerata. «Il problema è che non ce lo fanno riprendere neanche a ricreazione. Ci hanno anche detto che rischiamo una nota e persino la sospensione se diffondiamo foto scattate a scuola e non permesse» insiste Sofia di Appignano.

«Al Pannaggi abbiamo le cassette da due anni – ricorda Denise – non è che sia cambiato molto». Concorda Edoardo Smorlesi, anche lui iscritto al Pannaggi, quinto anno: «Le punizioni sono più pesanti ma per noi cambia poco dallo scorso anno. Però a ricreazione almeno lo rivorremmo».

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C’è anche un gruppo numeroso di studenti e studentesse che fanno notare l’utilità a fini didattici dei device: «Il provvedimento è giusto – dice Diego di Passo Treia, alunno dell’Itas – ma per le attività scolastiche sarebbe utile». Nicole Mancini e Giulia Castagna di Montecosaro, entrambe studentesse dell’Itas Ricci: «Siamo in quinto e questo per noi è l’ultimo primo giorno di scuola. E’ come sempre emozionante anche se sono cambiate le regole e abbiamo tenuto i telefonini negli zaini, purtroppo. Il cellulare può aiutare per lavori di gruppo. Molti prof vorrebbero che li lasciassimo a casa, ma sottovalutano l’utilità. Noi ad esempio abbiamo perso l’autobus e senza telefono non avremmo potuto chiamare».

Continua Giulia: «Da una parte è una cosa giusta, ma ad esempio un mio compagno ha ritrovato il cellulare distrutto e non è stato rimborsato dalla scuola come ci avevano detto. Quindi la misura è giusta ma sono le scuole a doversi organizzare al meglio. I professori dovrebbero avere un po’ più di empatia nei nostri confronti».

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«Lasciamo perdere – esclama Andrea Rafanelli di Corridonia nel sentire l’argomento – è vero che non non è cambiato più di tanto. Oggi ce lo hanno tolto e hanno detto che saranno più severi. Neanche i prof li possono usare ma non ha senso. In passato li utilizzavamo anche per la didattica, per lavori con Power Point o per le ricerche».

Nel primo giorno di scuola, massima è anche l’attenzione alla viabilità: polizia municipale in campo per garantire la fluidità del traffico. Mezzo della Protezione civile all’ingresso di via Cioci, lato terminal dei bus: nulla di nuovo, solo un modo per ricordare che in orario di uscita dalle scuole, il transito in via Cioci è consentito solo in un senso, proprio per garantire la massima sicurezza degli studenti.

 

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