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Tutta la verità dalla A alla Zes

ECONOMIA – Zone economiche speciali e Zona Unica, le Marche come “regione in transizione”, credito d’imposta e territori comunali esclusi, fondi disponibili e pratiche presentate: andiamo oltre le polemiche politiche e facciamo chiarezza

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Francesco Cittadini, Dottore Commercialista – Tartuferi & Associati

di Francesco Cittadini *

Sgombriamo il campo da un primo errato commento: la Zona economica speciale (Zes) non retrocede una Regione, la Zes non stabilisce un punteggio o una posizione. La classificazione dei territori regionali viene gestita a livello comunitario – ovvero dall’Unione Europea – con i programmi di finanziamento comunitari settennali, messi a punto sulla base degli indicatori economici degli anni precedenti.

Nel 2014-2020 le “Regioni meno sviluppate” sono Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; Abruzzo, Molise e Sardegna sono le “Regioni in transizione” mentre le “Regioni più sviluppate” sono Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e le Province Autonome di Bolzano e di Trento.

Nel 2021-2027 le “Regione meno sviluppate” sono Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; Abruzzo, Marche e Umbria sono le “Regioni in transizione” mentre “Regione più sviluppate” sono Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e le Province Autonome di Bolzano e di Trento. Ognuno tragga le proprie conclusioni in merito alle responsabilità politiche di questo arretramento.

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Fonte Unione Europea: le tre Regioni in transizione in Italia per il periodo 2021-2027.

Detto ciò, la distribuzione delle colpe, oltre che sterile, si mostra piuttosto superficiale dato che la nostra Regione in questi anni ha dovuto fare i conti con terremoti veri (2016), terremoti finanziari (Banca Marche) e il drastico ridimensionamento di quello che nel massimo splendore è stato uno dei principali gruppi industriali italiani, ovvero il mondo Merloni. Proseguiamo ora con i fatti. Il Decreto Legge 91/2017 ha previsto e disciplinato la possibilità di istituire nelle aree delle regioni, individuate dalla normativa europea come “meno sviluppate” e “in transizione”, Zone economiche speciali (Zes), che consentano lo sviluppo delle imprese ivi operanti, nonché l’insediamento di nuove imprese, mediante la creazione di condizioni più favorevoli in termini economici, finanziari ed amministrativi.

Tra il 2018 e il 2021, mediante specifici decreti del presidente del Consiglio dei ministri (i Dpcm diventati tristemente famosi durante la pandemia da Covid), sono state istituite otto Zes: Abruzzo, Calabria, Campania, Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, Adriatica Interregionale Puglia-Molise, Sicilia Orientale, Sicilia Occidentale, Sardegna. Il Decreto Legge 124/2023 istituisce, a partire dal primo gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – “Zes unica” che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e che sostituisce le precedenti Zone economiche speciali frammentate in 8 diverse strutture amministrative.

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Il Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2025 ha quindi approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge che introduce disposizioni per il rilancio dell’economia nei territori delle regioni Marche e Umbria. La proposta normativa amplia l’area della zona economica speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno, in modo da includervi le altre due regioni italiane in transizione individuate dall’ordinamento europeo, la regione Marche e la regione Umbria. Anche queste Regioni potranno così accedere alle agevolazioni amministrative ed economiche previste dalla normativa vigente per l’Abruzzo, regione in transizione già inclusa nella Zes unica.

Veniamo ai benefici. Abbiamo due categorie principali: le semplificazioni e il credito d’imposta. Per quanto riguarda il primo aspetto si tratta dell’introduzione dello strumento dell’autorizzazione unica, che concentra in un unico provvedimento autorizzatorio, fatte salve le normative vigenti in materia di valutazione di impatto ambientale, tutti gli atti di autorizzazione, assenso e nulla osta previsti dalla legislazione vigente in relazione alle opere da eseguire, alle attività da intraprendere o ai progetti da approvare nelle Zes, con la riduzione della metà dei termini per l’ottenimento dell’autorizzazione unica e per gli adempimenti nell’ambito delle procedure con silenzio-assenso. In merito al secondo tipo di agevolazione, ovvero il credito d’imposta, occorre tenere presente che l’ultima Legge di bilancio ha confermato il finanziamento di questa misura stanziando 2.200 milioni di 
euro per il 2025. Alla data dell’8 luglio 2025 risultano pervenute 1.959 domande (istanze di AU e comunicazioni preventive). Considerato che sono agevolabili i progetti di investimento il cui costo complessivo sia pari o superiore a 200.000 euro e che la percentuale del credito d’imposta oscilla di base tra il 40% e il 15%, anche dando per scontato che tutte le domande siano ammissibili, appare difficile sostenere che non ci siano fondi a sufficienza per l’ingresso delle Marche.

Qui le altre informazioni sul credito d’imposta: https://www.strutturazes.gov.it/it/credito-di-imposta/

Ultimo argomento di polemica: Comuni si, Comuni no. Che significa? Possono godere del credito d’imposta gli investimenti in “strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nonché nelle zone assistite della regione Abruzzo, come individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027”. Una volta che sarà efficace l’ingresso della Regione Marche, ecco il punto chiave: la Carta degli aiuti. Il 19 aprile 2021 la Commissione europea ha adottato gli “Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027”. Si tratta dei criteri per la definizione delle aree dell’Unione europea in condizioni di svantaggio economico – all’interno delle stesse Regioni – in cui è ammessa una deroga al divieto generale di concessione degli aiuti di Stato.

Il processo per l’individuazione e l’aggiornamento delle zone che soddisfano i requisiti dei trattati comunitari è stato molto articolato e più volte soggetto a modifiche. L’ultimo aggiornamento geografico risale al 7 marzo 2024 ed è consultabile qui: https://politichecoesione.governo.it/it/politica-di-coesione/la-programmazione-2021-2027/risorse-2021-2027/aiuti-a-finalita-regionale-2022-2027/mappa-interattiva-della-carta-degli-aiuti-italia-2022-2027-aggiornata-al-07-marzo-2024/

Anche in questo caso, attribuire responsabilità politiche, considerando il ruolo decisivo della Commissione Europea e la necessità di valutare dati statistici, appare pretestuoso e strumentale. Di seguito un estratto significativo della mappa per la Provincia di Macerata.

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Fonte: Dipartimento per le politiche di Coesione e per il Sud – Presidenza del Consiglio dei Ministri

 

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