Macbeth è l’opera perfetta:
per i saluti bandiere palestinesi
davanti agli occhi di Matteo Salvini

SFERISTERIO - L'allestimento di Emma Dante è destinato a passare alla storia per il suo potere evocativo e per la carica emotiva. Una notte indimenticabile sotto ogni punto di vista in cui la tragedia di Verdi ha veicolato un messaggio di pace nei confronti del genocidio di Gaza

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Le bandiere palestinesi esposte alla fine dello spettacolo sul palco dello Sferisterio

di Marco Ribechi

Bandiere della Palestina macchiate di sangue chiudono un Macbeth praticamente perfetto. Lo Sferisterio di Macerata si unisce ai luoghi di cultura di tutto il mondo che hanno deciso di prendere posizione per dire basta al genocidio in atto a Gaza e lo fa in una notte dall’altissimo valore simbolico e artistico. La tragedia musicata da Giuseppe Verdi, e allestita meravigliosamente dalla regia di Emma Dante, sembra infatti costituire il canovaccio ideale per lanciare un forte messaggio di pace al potere, considerando anche le tantissime autorità presenti in platea. Tra il pubblico, oltre ai sindaci dei Comuni della provincia in fascia tricolore, al commissario della Ricostruzione Guido Castelli, alla vice presidente della Commissione Cultura Giorgia Latini era presente, nel palco d’onore col sindaco Sandro Parcaroli, anche Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e vice presidente del Governo Meloni.

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Matteo Salvini sul palco d’onore con il sindaco Sandro Parcaroli

Ben tre bandiere palestinesi macchiate di sangue sono state esposte davanti al pubblico, accompagnate da ulteriori e convinti applausi dell’intera platea all’unisono. Praticamente nessuna protesta, nessun moto contrario ma solo un lungo e sentito battito di mani in segno di approvazione per un gesto che, evidentemente, non è stato deciso dal singolo ma condiviso dall’intero cast e probabilmente anche da qualche piano alto dello Sferisterio. Le tre bandiere sono state mantenute tese per diversi minuti e sapientemente posizionate all’interno della coreografia dei saluti finali. Un’esposizione fin troppo ben organizzata e coordinata per essere stata improvvisata all’ultimo, tenendo soprattutto presente che il Macbeth parla del potere violento, di stragi di innocenti, di mani sporche di sangue che tutti gli oceani del mondo non possono lavare, parafrasando lo stesso William Shakespeare. Altri temi sono la follia che consuma la vita di Lady Macbeth per i crimini commessi, la deposizione del sanguinario tiranno, il ripristino della pace con il popolo che inneggia alla libertà.

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Una delle profezie

Sono troppi i parallelismi con la dolorosa cronaca quotidiana, che da quasi due anni accompagna i notiziari di tutto il mondo, per non pensare che lo Sferisterio aspettasse proprio la presenza di così tante autorità per prendersi una responsabilità netta e far sentire la propria voce. Voce che, poco prima dell’inizio della rappresentazione, aveva inneggiato all’imprescindibile valore della cultura, salutando Matteo Salvini, sindaci e autorità per poi proiettare la bandiera italiana sul grande muro e intonare l’inno di Mameli, davanti a tanti politici entusiasti intenti a filmare con i telefonini. Da una bandiera all’altra quindi, con in mezzo un’opera di tale fascino e sapienza registica che quasi crea imbarazzo nel commentarla.

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I sindaci del territorio insieme a Guido Castelli, commissario straordinario per la Ricostruzione

Il Macbeth di Emma Dante, già presentato nel 2019 sotto la direzione artistica di Barbara Minghetti, è di una bellezza folgorante ed è destinato senza ombra di dubbio a passare alla storia dello Sferisterio e della lirica in generale come una delle realizzazioni più entusiasmanti negli oltre 100 anni di stagione lirica maceratese. Uno spettacolo davvero imperdibile che si pone su un livello artistico difficilmente eguagliabile. I fischi della scorsa settimana, quando il maltempo aveva rovinato la serata a tantissimi presenti (leggi l’articolo) si sono quindi trasformati in lunghissimi applausi, riconciliando il pubblico all’arena. È valsa la pena aspettare qualche giorno in più per poter debuttare con le condizioni perfette e mostrare questa creazione in tutto il suo autentico splendore. Dopo la visione di ieri è ancora più chiaro che era stata un’autentica follia poter pensare, anche solo se per cinque brevi minuti, di poterlo realizzare con un’illuminazione fissa, come era stato annunciato al termine del temporale di sei giorni fa a causa di un problema con il sistema di illuminazione.

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L’annullamento della prima appare oggi quasi come la realizzazione di un vaticinio realizzato da qualche misteriosa forza per far coincidere così tante suggestioni nella stessa notte. Il Macbeth di Emma Dante ha una tale potenza espressiva e visiva che solo i grandi capolavori sono capaci di racchiudere. Le atmosfere, cupe, fredde, tetre raccontano i lati più tremendi della fame di quel potere cieco, privo di ogni legame con la terra e con i popoli. Le scene che mostrano le profezie delle streghe sono da pelle d’oca e sembrano realmente aprire le porte degli inferi agli spettatori. Rituali orgiastici e pagani, sabba malefici, parti orrorifici di infanti spalancano gli occhi su quella dimensione del fantastico che, all’epoca della scrittura dell’opera, sono apparsi come un aspetto estremamente innovativo nato dall’infinito genio di Giuseppe Verdi. Particolarmente cariche di pathos le apparizioni del fantasma di Banco la cui entrata in scena dopo l’assassinio fa sobbalzare il pubblico sulla sedia come nei più riusciti film dell’orrore. Un momento indimenticabile è quello della scoperta dell’omicidio del re Duncano dove il corpo esanime del sire trasmutato in Cristo dolente viene esposto come una pietà di cui è costellata l’arte italiana. Altro riferimento alla pittura è il demoniaco e scheletrico cavallo di Macbeth che cita il Trionfo della Morte di Palazzo Abatellis a Palermo, uno dei tanti riferimenti sparsi nell’opera che rimandano alle origini siciliane della regista.

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Una splendida Marta Torbidoni nei panni di Lady Macbeth

A far da corollario a tante suggestioni visive davvero meritevoli di essere osservate con i propri occhi anche la qualità vocale e scenica della protagonista femminile, una Marta Torbidoni che si conferma di nuovo eccelsa dopo la stupenda prova nella Norma dello scorso anno.

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La sua presenza scenica è totalmente convincente, sia nelle vesti della sposa sanguinaria, vera forza motrice della vicenda, sia nelle scene del sonnambulismo, dominate da una luce notturna e glaciale. In crescendo invece la prova del protagonista, impersonato da Leon Kim: inizialmente un po’ in difficoltà ha saputo riprendere le redini dello spettacolo e maturare con lo svilupparsi della narrazione, migliorando decisamente nella seconda parte dopo l’intervallo. Kim in ogni caso è stato scelto solo per la scorsa notte e dalla prossima messa in scena ci sarà la possibilità di apprezzare la voce di Franco Vassallo che potrebbe dare ancora più vigore ad uno spettacolo convincente che funziona da ogni punto di vista. Apprezzati anche Banco – Simón Orfila e Macduff Antonio Poli, autore di una convincente prestazione nell’aria “Ah, la paterna mano” quando il suo personaggio si strugge constatando la strage della propria famiglia.

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Una menzione speciale va fatta per il coro e per le scene collettive che sembrano appartenere quasi più alla cinematografia che al teatro. I costumi di Vanessa Sannino e le coreografie di Manuela Lo Sicco amplificano all’ennesima potenza quelle suggestioni inserite da Giuseppe Verdi nella sua partitura e splendidamente diretta dal Maestro Fabrizio Maria Carminati, anche lui in stato di grazia come l’intera Form. Gli applausi finali non sono mai stati così tanto meritati e il Macbeth ha guadagnato anche l’entusiasmo di Matteo Salvini, il cui Governo ha deciso di finanziare proprio l’arena maceratese con un contributo permanente di 400mila euro per sostenerne la produzione culturale. Salvini nel pomeriggio aveva fatto notare la sua presenza con un banchetto in piazza Mazzini a cui però pochissime persone avevano partecipato. L’uscita di scena invece è stata improvvisa e in sordina, nonostante il forte messaggio delle bandiere palestinesi insanguinate lanciato dal palco.

 

(foto Cronache Maceratesi Falcioni, foto di scena Simoncini)

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La bandiera italiana proiettata allo Sferisterio durante l’inno nazionale

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Una bandiera palestinese sporca di sangue

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