Sicurezza a Macerata, sale l’allarme.
M5S: «La destra ha scelto di non fare».
I commercianti: «Così impossibile lavorare»

ALLARME - Dopo la violenta rissa della notte tra sabato e domenica, Roberto Cherubini, consigliere comunale pentastellato, mette nel mirino la questione immigrazione: «Gli stranieri non spariscono perché si smantella un progetto di accoglienza: chi governa bravo solo a fare propaganda». Paolo Perini, presidente Acm, vuole tutele per le attività: «Bar Totò colpito per la terza volta: serve un tavolo di discussione col Comune»

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A sinistra Paolo Perini, presidente dell’Associazione commercianti Macerata; a destra Roberto Cherubini, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle

Atti vandalici, risse, violenza. Macerata reclama sicurezza e a mettere sulla graticola l’amministrazione comunale è tanto la politica quanto la società civile.

Il primo a prendere posizione è Roberto Cherubini del Movimento 5 Stelle, che si concentra sulla gestione dei flussi degli migranti. «L’aumento degli episodi di violenza nella nostra città, spesso coinvolgenti cittadini stranieri, è un fenomeno reale e preoccupante – rimarca il pentastellato – ma sarebbe ipocrita analizzarlo senza guardare in faccia le responsabilità politiche.

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Roberto Cherubini

La destra che governa ha scelto scientemente di non gestire il problema, rinunciando a strumenti fondamentali come il Siproimi, e ora ne vediamo le conseguenze. Il sistema Siproimi, pur con alcuni limiti, garantiva un’accoglienza diffusa, regolata e orientata all’integrazione. Permetteva ai Comuni di accompagnare i nuovi arrivati in un percorso fatto di formazione, lingua, lavoro, rispetto delle regole e inserimento nella comunità. Certo, andava monitorato e migliorato, ma eliminarlo senza proporre alternative è stato un atto di irresponsabilità.

Gli stranieri non spariscono perché si smantella un progetto: arrivano comunque, spesso fuggendo da guerre, crisi climatiche o povertà. Ma ora lo fanno in un contesto urbano dove non esiste più alcun filtro, nessuna presa in carico, nessuna possibilità concreta di integrazione. E dove le tensioni sociali, inevitabilmente, aumentano».

La gestione del Gus aveva mostrato criticità evidenti, anche nella nostra città, secondo Cherubini. «Ma la soluzione non può essere “chiudere tutto e far finta che il problema non esista”. Al contrario, serviva e serve oggi più che mai una presa di responsabilità da parte delle istituzioni, con la costruzione di un nuovo modello di accoglienza efficace, trasparente e capace di generare sicurezza reale per tutti – continua il consigliere comunale 5 Stelle – la destra è bravissima a fare propaganda: parla di “sicurezza”, ma agisce solo con tagli e chiusure. Promette “ordine” e semina disordine. Invece di governare i flussi migratori, li lascia all’abbandono. Invece di investire su inclusione, lascia spazio al degrado. I risultati sono visibili nelle nostre strade, nei parchi, nei quartieri popolari. Noi abbiamo una visione diversa: crediamo che l’inclusione non sia un favore da fare a qualcuno, ma una necessità per la tenuta sociale e per il futuro del nostro Paese. L’Italia ha bisogno, e ne avrà sempre più, di lavoratori stranieri. Ma questi devono poter seguire un percorso di legalità, formazione, diritti e doveri. Oggi, al contrario, la politica della destra crea sacche di marginalità e alimenta un clima di paura, spesso usato strumentalmente in campagna elettorale. È un gioco pericoloso e miope. Perché dove non c’è integrazione, cresce l’insicurezza. Dove mancano politiche serie, si alimentano i conflitti. Serve coraggio. Serve visione. Serve uscire dalla logica degli slogan e tornare alla buona politica».

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Danni al bar Totò

I commercianti, per bocca del presidente dell’associazione Paolo Perini, mettono a fuoco un altro aspetto: gli atti vandalici di cui sono fin troppo spesso vittime le attività, nello specifico il bar Totò di piazza Nazario Sauro. «Lavorare è diventato impossibile – tuona Perini – ogni tot di tempo un’attività commerciale subisce danni per situazioni di questo tipo, alle strutture e ai dehors oppure violenza e risse con gente che si accapiglia. Anche se si denuncia non si riesce a recuperare il denaro sufficiente per riparare i danni, o come in questo caso al bar Totò, ricomprare un dehors ed è la terza volta (ultimo episodio è alla rissa di ieri mattina quando sono stati lanciati dei tavolini, ndr).

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Sta diventando veramente pesante. Mi chiedo come sia possibile l’aumentare di questi episodi in una città di 40mila abitanti che queste scene non dovrebbe vederle o almeno non così spesso. Mi chiedo come poterci tutelare, noi della categoria, ma ovviamente noi come cittadini in primis. Ci sono telecamere che funzionano? Altrimenti, a cosa servono? Quali sono le soluzioni possibili da mettere in campo? Quando accadono cose di questo tipo, è frustrante ciò che rimane: senso di abbandono e solitudine, come si stesse veramente lottando contro dei mulini a vento.

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Paolo Perini

Non basta la tassazione italiana a metterci in ginocchio. È l’ulteriore mancanza di tutela che ci fa sentire invisibili ed in mezzo al nulla. È normale che poi uno si chieda “chi me lo fa fare?” E che chiuda la serranda. Come presidente di Acm dovrei tirare su il morale e spingere tutti i miei colleghi ed associati a non mollare, ma sinceramente ora urge un piano stabile di sostegno che possa quanto meno farci sentire al sicuro, altrimenti io per primo che ci metto la faccia inizio a non avere argomenti validi. Chiediamo sostegno, in primis, e la richiesta è soltanto la sicurezza di poter lavorare. Nient’altro. Con urgenza venga predisposto un tavolo di discussione con il  Comune per poter studiare insieme una serie di misure affinché la città, svuotata dalle attività commerciali che inevitabilmente vorranno mollare, non muoia. È nella coscienza civica di tutti, un’idea del genere, intendiamoci: nessuna richiesta che comporti particolare sforzo, ma è assolutamente urgente che si faccia qualcosa e che sia qualcosa di concreto: sostegno e sicurezza. Coi fatti. Aperti a qualsiasi tipo di proposta, attendiamo di poter dialogare in modo costruttivo e finalmente efficace per tutta la categoria».

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Rissa in piazza Mazzini, un accoltellato. In 4 finiscono al pronto soccorso: tensione all’arrivo dei familiari



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