In 50mila a piedi da Macerata a Loreto
Il vescovo: «Preghiamo per Gentiana
e per la fine dei femminicidi» (Foto)

IN CAMMINO - Monsignor Marconi ha voluto ricordare la donna uccisa a Tolentino mezz'ora prima dell'inizio della celebrazione per la 47° edizione del pellegrinaggio. Inedita l'accoglienza all'interno del centro fiere di Villa Potenza. La benedizione di papa Leone XIV. Tante le testimonianze: tra tutte quelle particolarmente toccante da Aleppo in Siria e di Franco Coppola, ex detenuto sulla situazione in carcere

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I pellegrini al Centro fiere

di Alessandra Pierini (foto Fabio Falcioni)

Una celebrazione per la pace ma anche contro i femminicidi. E’ la richiesta fatta dal vescovo di Macerata Nazareno Marconi, all’inizio della celebrazione per il 47° pellegrinaggio a piedi Macerata Loreto.

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«Poco più di mezz’ora fa è stata uccisa a Tolentino una donna, Gentiana. La guerra non è lontana ma è dentro casa. Dobbiamo insegnare il rispetto perché questo non accada più. Preghiamo per Gentiana e per la fine dei femminicidi».
Le sue parole sono state pronunciate subito prima dell’inizio della messa celebrata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi.

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I vescovi Marconi e Vecerrica con il cardinale Semeraro

E’ stata una versione inedita dell’accoglienza ai pellegrini quella proposta questa sera al centro fiere di Villa Potenza, a Macerata. E’ sotto ai capannoni della vecchia struttura che hanno trovato posto migliaia di persone arrivate da tutta Italia, ma anche da Colombia, Svizzera e Madrid,  per partecipare al 47° pellegrinaggio a piedi Macerata Loreto. Circa 50 mila in totale considerando quelle che si aggiungeranno lungo il cammino.

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In platea anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli

Il piazzale della fiera invece è diventato un grande altare per la celebrazione. E’ arrivata, tramite un telegramma del segretario di Stato Pietro Parolin, la benedizione del nuovo Papa Leone XIV: «Il Papa esorta a imparare lo stile umile e silenzioso della Vergine Madre e auspica che questo momento di preghiera susciti in ciascuno nuovo entusiasmo nel cammino di fede».

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Il sindaco Sandro Parcaroli

«Ogni anno siete sempre di più, è un vero mistero come questo possa ripetersi ogni anno» ha detto il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli salutando i pellegrini. Al centro fiere un agglomerato di vita e vite che si ritrovano, pur senza conoscersi, per diventare un popolo in cammino nella notte. E’ forse proprio qui, nel momento prima della partenza, che “la casa della speranza” che ha dato il titolo a questa edizione, prende forma. Una casa fatta di cuori, di intenzioni di preghiera, di storie di straordinaria quotidianità.

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Angela Brandolino con la sorella Antonella e le amiche

Come quella di Angela Brandolino, arrivata da Villa Rosa, in Abruzzo, con la sorella Antonella e le sue amiche: «Sono venuta per la prima volta l’anno scorso, subito dopo aver finito di sottopormi alla chemio. Ora vengo a pregare per altre donne. Le mie amiche invece vengono per me». Indossano tutte una maglietta personalizzata a mano sulla quale hanno scritto le loro intenzioni.

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Stefano D’Ippoliti e Simona Bernabei

Stefano D’Ippoliti e Simona Barnabei sono una coppia di Ascoli e hanno una luce negli occhi, l’uno per l’altro ma soprattutto pensando all’esperienza che stanno per fare: «Siamo devoti alla Madonna – spiega Simona – vogliamo ringraziare per quanto ha fatto per noi nella vita e anche per averci fatto incontrare. Io sono già venuta senza di lui, è stato bellissimo, non pensavo di farcela ma ho sentito una forza spirituale. Spero di crescere ancora».  Non sa ancora cosa aspettarsi Stefano: «Camminerò anche per pregare perché la brutta situazione che il mondo sta vivendo. Mi immagino già lo stupore e la soddisfazione all’arrivo».

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Angelo Ciotti

Angelo Ciotti, ex carabiniere, ora in pensione, è al suo 32° pellegrinaggio, ma ha portato con sé un palloncino a forma di numero sette: «Il sette è nel numero di questo pellegrinaggio ma per me ha anche altri significati per questo ho voluto portarlo. Vengo ogni anno per ringraziare la Madonna per quello che mi dà, mi sostiene sempre nella mia vita».

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Maria Silvia Baldarelli

Molto significative e profondamente legate al tema le testimonianze che saranno portate nella notte.
Tra queste quella di Maria Silvia Baldarelli di Pesaro: «Ho tre metastasi incurabili, ora ne ho scoperta una quarta e dovrei essere operata a giorno. Non confido nelle mie capacità, per affrontare il pellegrinaggio o la mia vita, ma sarò sostenuta da mio marito. La vita è un pellegrinaggio, non è essere capaci che conta ma dire sì».

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Franco Coppola

C’è poi Franco Coppola, ex detenuto di Forlì, che ha parlato della sua esperienza in carcere. «Quando ti ritrovi chiuso in carcere, non manca solo la libertà ma a volte anche la dignità. Meno male che c’è il parroco che ti restituisce speranza e normalità. Quando sei in carcere, per restare fuori da certi giri, devi avere delle buone ragioni come ad esempio la catechesi creata a Forli da don Enzo. Poi una volta fuori è difficile trovare persone senza pregiudizi, ma a Forlì ce ne sono di meravigliose. Tra quelle mura dove pensavo di non contare più nulla, ho trovato la felicità».

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Imma El Othmany con la sua educatrice

Imma El Othmany, di origine marocchina, ha passato due anni in comunità per problemi di alcolismo. Ora si è ritrovata, è rimasta a Pesaro e vive in una semiautonomia con altre ragazze. Questa notte camminerà con la sua ex educatrice: «Ho avuto un’adolescenza difficile. Nell’alcol c’era la pienezza che cercavo ma era solo una illusione. Dentro di me c’era altro, ero insicura, passiva. Ho lavorato su di me e sul mio valore con l’aiuto degli educatori. Mi chiedevo cosa avessero nello sguardo, come riuscivano ad alimentare la speranza. Quando l’ho scoperto sono rinata. Io sono musulmana, sempre scappata da religione. Quello che mi mancava era trovare Dio nel volto delle persone».

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Il sindaco Sandro Parcaroli

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