La doppietta di De Cesare:
«Un’impresa, come quella del 2022:
ora la D, ma senza smantellare»

TRIONFO BIANCOROSSO - Ieri capitano, oggi direttore sportivo: sulla scalata della Maceratese c'è la sua firma: «I grandi successi si ottengono remando tutti dalla stessa parte: ho voluto inculcare il senso di appartenenza e in questo sono stato un martello. La prossima stagione? Dobbiamo rinforzarci a tutti i livelli, entriamo in un altro mondo. Ma non facciamo tabula rasa»

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Nicolò De Cesare con l’assessore Riccardo Sacchi

di Mauro Giustozzi

Due campionati vinti in due stagioni nell’arco di quattro anni, uno da calciatore l’altro da dirigente. Con la stessa squadra e lo stesso presidente. Se non è un record poco ci manca. Nicolò De Cesare sa come si vince e soprattutto come si festeggia con la maglia della Maceratese, che ha indossato da capitano nella stagione 2021/2022 che ha sancito la vittoria del campionato di Promozione e da direttore sportivo esordiente quest’anno con il successo nel torneo di Eccellenza.

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De Cesare da calciatore con la maglia della Rata

In entrambi i percorsi, la Rata ha compiuto qualcosa di straordinario, riuscendo sempre a spuntarla nella volata finale testa a testa, come i cavalli di razza. «Se devo fare una similitudine tra i due campionati che ho vinto a Macerata – dice Nicolò De Cesare – è che si è trattato di annate tirate fino all’ultimo minuto e che sono state compiute due autentiche imprese, anche se ho avuto ruoli diversi. Quando arrivai alla Maceratese, nel dicembre del 2021, la squadra era in ritardo di 14 punti dal Chiesanuova eppure facemmo un’esaltante cavalcata vincente per me ancor più significativa perché avevo la fascia da capitano in quella squadra. Quest’anno sono tornato in biancorosso da dirigente, il club veniva da due noni posti consecutivi in Eccellenza, l’ambiente contestava, ebbene siamo riusciti a ricostruire un qualcosa di importante ed esaltante alla fine con la vittoria allo spareggio ai calci di rigore. Successi in entrambi i casi arrivati nel finale e sono queste le vittorie più belle perché non c’è mai nulla di scontato e non è stato facile agguantare queste due promozioni. Quest’anno abbiamo avuto qualche momento di flessione in un percorso in cui la squadra è stata sempre costante e continua e ce la siamo meritata assieme ai nostri fantastici tifosi».

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La festa a Del Conero

Due Maceratese diverse quelle vincenti targate De Cesare, ma con uno spirito che ha molto in comune tra la squadra di Sauro Trillini e quella di Matteo Possanzini. «Il punto che accomuna queste due imprese sta nel fatto che i successi si raggiungono quando tutti remano dalla stessa parte – sottolinea il diesse biancorosso – in queste due annate vincenti si è sempre creata quell’armonia e quella magia che ti porta poi a vincere: tutte le componenti hanno lavorato in un’unica direzione, i giocatori si sono sacrificati per raggiungere questo obiettivo ed hanno avuto il supporto di tutto l’ambiente. La cosa che ho sempre detto anche al presidente Crocioni è quella di inculcare il senso di appartenenza alla Maceratese, di rendersi utile per il club e sotto questo aspetto sono stato un vero e proprio martello. Essere un tutt’uno tra società, dirigenti, staff tecnico e calciatori alla fine ha fatto la differenza».

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La festa in piazza a Macerata

Per la Rata ieri ultimo allenamento della stagione ma il rompete le righe definitivo giungerà venerdì, quando la squadra si ritroverà a cena per un ultimo saluto per poi fare festa e brindare ancora alla vittoria del campionato.

De-Cesare_Maceratese_FF-15-325x217Dopo si volterà pagina perché c’è una Serie D conquistata che incombe tra la gioia di essere tornati sul palcoscenico nazionale e la determinazione a costruire una squadra che possa consolidarsi in questa categoria. Come hanno fatto negli ultimi anni Fossombrone e Castelfidardo, ma anche ricordando, come insegnamento da non seguire, i molti errori commessi dai “cugini” della Civitanovese retrocessi dopo un solo anno perché il divario tecnico e di qualità tra le due categorie, in particolare nel girone F dove ci saranno sette marchigiane, è davvero notevole. «Il livello si alza di parecchio in serie D – afferma De Cesare – ti confronti con altre realtà importanti, dimensioni di città simili alla tua, altri stadi, altre tifoserie abituate anche a categorie superiori. Insomma un altro mondo rispetto a quello dell’Eccellenza regionale. Bisogna che la Maceratese si attrezzi, alzi il livello di ogni componente: dall’organizzazione societaria al marketing, ovviamente anche la squadra dovrà essere attrezzata per questo impatto con una categoria molto impegnativa. Toccherà alla proprietà dare le linee guida sulla nuova squadra e sugli obiettivi da perseguire: personalmente sono dell’avviso che questo organico non debba essere smantellato, come avvenne l’anno dopo il successo in Promozione, amo la continuità del progetto che può ripartire da una base solida, anche se è ovvio che poi serviranno innesti di categoria per poter farci valere anche in D».

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Sulla validità del lavoro svolto da Nicolò De Cesare, prima con gli scarpini e oggi dietro la scrivania da dirigente, si è espresso anche il presidente della Maceratese. «Con lui ho vinto due campionati – ha detto Alberto Crocioni – De Cesare si è sempre confermato un ragazzo molto preparato, l’ha dimostrato prima in mezzo al campo e adesso come diesse. Assieme al direttore generale Serangeli ha costituito una coppia vincente per noi».

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