Padre Matteo Ricci
Raccontare padre Matteo Ricci a 360 gradi. E’ questo l’obiettivo dello spettacolo ‘La forza del dialogo. Matteo Ricci ponte tra Europa e Cina’, appuntamento previsto per l’11 maggio, alle 17,30, al Politeama di Tolentino. La regia è a cura di Andrea Fazzini, l’interpretazione è affidata a Isabella Carloni ed Andrea Pierdicca con la collaborazione del maestro Vincenzo Ruggiero al liuto e del soprano Chiara Marangoni.
Le danze sono eseguite dai ballerini dell’associazione ‘Aps Quam Pulchra Es’ tratto dall’omonimo libro di Luciana Salvucci, con saggi di Andrea Fazzini, Frediano Salvucci, Francesco Solitario, Antonio Spadaro, Antonio De Caro, con la postfazione di Dario Grandoni e la prefazione di Luigi Lacchè, che ha scritto: «Maestro d’Europa, ma anche, secondo un altro titolo onorifico, ‘studioso confuciano del grande Occidente’, Ricci compì uno sforzo inedito per avvicinarsi all’antropologia culturale cinese mettendo da parte, per quanto possibile, ogni pregiudizio e sentimento di pretesa superiorità».
Lo spettacolo ricostruisce l’esperienza storica di Matteo Ricci ed il primo significativo incontro tra il sapere occidentale e quello cinese, avvenuto negli anni che vanno dagli ultimi decenni del 1500 ai primi del 1600. L’obiettivo è quello di riproporre l’operato di Ricci e la sua tensione verso una conciliazione, attraverso argomentazioni razionali, tra una società basata su tradizioni millenarie con dottrine etiche non facilmente compatibili e la visione della vita derivante dal Vangelo e dalla teologia cristiana.
Locandina dello spettacolo
Presentando lo spettacolo l’autrice maceratese ha spiegato l’importanza del gesuita maceratese per il dialogo con la Cina: «Padre Matteo Ricci è consapevole che il dialogo con la Cina sia importante per la convivenza pacifica tra i popoli e per la diffusione del cristianesimo nel mondo. Per questo non crea dei cortocircuiti né sminuisce la grande cultura di quel popolo, imponendo una visione occidentale. Capisce che in Cina deve confrontarsi con una civiltà grande al pari di quella europea. E’ consapevole della sfida e l’accetta, utilizzando, oltre la Bibbia, la mediazione del pensiero confuciano, del pensiero umanistico ed in particolare del pensiero scientifico».
Nato a Macerata nel 1552, Matteo Ricci ha concluso la sua vita a Pechino nel 1610, esperto nelle scienze, come nelle lettere, sinologo, cartografo e matematico, dopo essere stato ordinato sacerdote nella Compagnia di Gesù in India, nel 1582 parte per una missione verso Macao. Uomo onnisciente e profondo conoscitore del Rinascimento europeo, favorisce la relazione tra le due civiltà più importanti della storia del tempo: l’Europa cristiana, impregnata di Umanesimo e di Rinascimento, e la Cina, sotto la dinastia dei Ming. Porta avanti con tenacia questo incontro di culture, che si estende, in particolare, a temi di astronomia, costumi, governo, principi etici e verità rivelata.
Ottimo spettacolo
In Cina i cattolici sono perseguitati, a meno che non aderiscono alla pseudo chiesa cattolica nazionale controllata dal regime comunista ed i vescovi sono nominati dallo stato. Domandatevi perché i gesuiti furono accolti a corte, mentre i francescani e i domenicani venivano uccisi
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Dovrebbe diventare SANTO non so’ quando, x adesso e’ venerabile.