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Ufficiale: Gironacci fuori dalla Giunta,
il Consiglio di Stato respinge l’appello

CIVITANOVA - Confermata la sentenza del Tar, che aveva respinto il ricorso sulla seconda revoca ad assessore da parte del sindaco Fabrizio Ciarapica: la difesa ha tentato di mostrare come le lettere presentate dagli esponenti di Civitanova Unica, Forza Italia e Vince Civitanova fossero false basandosi sulla registrazione di un colloquio privato. Ora però il primo cittadino dovrà risolvere la questione della parità di genere in giunta e nominare una donna

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Manola Gironacci e Fabrizio Ciarapica

di Laura Boccanera

Revoca della delega (bis) da assessore al turismo a Manola Gironacci, il Consiglio di stato ha respinto l’appello proposto dall’ex assessore della giunta Ciarapica, dopo che per la seconda volta è stata revocata dal suo incarico. Una lunga partita vinta alla fine dal sindaco di Civitanova. 

La storia era iniziata a fine 2023, quando Gironacci aveva partecipato ad un incontro della Lega e in quell’occasione i vertici regionali ne avevano annunciato l’ingresso nel partito, pur venendo Gironacci da una lista civica. Il giorno dopo il sindaco Fabrizio Ciarapica le revoca le deleghe, Gironacci presenta ricorso e lo vince, dal momento che il suo passaggio alla Lega in realtà non è mai stato formalizzato, venendo così reintegrata nella giunta. Ma neanche il tempo di sedersi di nuovo alla scrivania che Ciarapica la caccia di nuovo parlando di «nuovi fatti che compromettono il regolare svolgimento dell’attività amministrativa e facendo appello alla facoltà del sindaco di nominare e revocare i propri assessori». Gironacci tenta di nuovo la strada del ricorso: il Tar delle Marche però lo respinge ritenendo che il decreto di revoca fosse adeguatamente motivato e basato su ragioni di opportunità politico-amministrativa, legate al venir meno del rapporto fiduciario tra il sindaco e l’assessore. ​

La Gironacci aveva contestato la decisione, sostenendo la falsità dei presupposti del decreto e l’illegittimità della revoca, ma il Consiglio di stato ha confermato la validità del provvedimento. ​La sentenza ribadisce che la revoca degli assessori è un atto di “alta amministrazione”, discrezionale e legato al rapporto di fiducia con il sindaco. A pesare anche le motivazioni espresse da alcuni gruppi consiliari di maggioranza (Civitanova Unica, la lista in cui militava la Gironacci, Vince Civitanova e Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia e Lega erano rimasti in silenzio) che hanno giustificato una situazione di tensione politica che avrebbe compromesso la stabilità e la governabilità dell’amministrazione comunale. ​Nella strategia difensiva Gironacci, tramite il suo legale, ha tentato di mostrare come quelle lettere fossero false basandosi sulla registrazione di un colloquio privato. Prove che però il tribunale ha considerato illegittime e irrilevanti in quanto le persone registrate non erano a conoscenza di essere state riprese. Le spese processuali  sono state compensate. ​

Si chiude così una vicenda durata più di 2 anni durante i quali il sindaco ha avocato a sé le deleghe al turismo e agli eventi senza sostituire Gironacci.

Si pone ora anche un problema di discriminazione di genere all’interno della giunta in quanto manca la quota rosa che era rappresentata da Gironacci. Un déjà vu per la giunta Ciarapica, che già nel 2018 si era trovata al centro di una vicenda simile: fu addirittura la commissione Pari opportunità della regione Marche a ricorrere al Tar per far valere il principio della rappresentanza di genere. Solo negli ultimi giorni utili, dopo un lungo tira e molla e autoproroghe fino a 60 giorni, Ciarapica nominò Roberta Belletti come terzo assessore donna oltre a Barbara Capponi e Maika Gabellieri. Ora la storia rischia di ripetersi, ma non è detto che il sindaco sia disposto ad alterare gli equilibri in giunta a pochi mesi dalle elezioni regionali, dove la sua candidatura a consigliere appare ormai scontata.

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