Da sinistra Stefano Vallesi nuovo segretario provinciale di Azione, Ivo Costamagna presidente e Federico Valori membro eletto dell’assemblea nazionale
di Laura Boccanera
Azione inizia da Civitanova il cammino verso le regionali: «Agiremo senza pregiudizi di natura partitica nelle Marche, ma solo con pregiudizi di natura politica. Chi assicurerà i valori liberali, della democrazia, delle esigenze di imprese e società sulla base di un preciso programma politico avrà il nostro appoggio. Potremmo anche arrivare al punto di correre da soli: bisogna avere il coraggio della sconfitta per concorrere alla vittoria».
E’ questo il primo atto politico sancito dal nuovo coordinamento provinciale eletto lo scorso fine settimana proprio in città. E a distanza di pochi giorni gli storici socialisti Ivo Costamagna, presidente, Stefano Vallesi, segretario e l’avvocato Federico Valori, eletto nella commissione nazionale di Azione dettano un’agenda che inizia a guardare al medio termine. E la prima scadenza è alle regionali di ottobre. Non c’è ancora uno schieramento preferito o un candidato ideale, ma il nuovo gruppo si dichiara certo che le Marche saranno un tavolo di sperimentazione nazionale.
Stefano Vallesi e Ivo Costamagna
A livello locale la presenza nella fase congressuale anche del sindaco Fabrizio Ciarapica e del presidente del consiglio Fausto Troiani fa pendere la bilancia verso una possibile alleanza col centrodestra, ma i giochi non sono ancora fatti, tanto più che proprio alle ultime elezioni amministrative lo stesso Costamagna appoggiò la coalizione di Ciarapica, senza però poi un ruolo effettivo in nessuna stanza dei bottoni.
E lo ribadisce proprio Costamagna: «Ringrazio il sindaco e Troiani per le parole di apprezzamento che hanno avuto nei miei confronti, sia dal punto di vista personale che politico. Si sono spinti anche oltre con ragionamenti sulla possibilità di terreni programmatici che costituiscono una base per il futuro. Sono anche felice che abbiano espresso la volontà di intitolare al più presto una via a Bettino Craxi – afferma Costamagna – con questo nuovo inizio voglio mettere però in guardia che la personale cortesia non basterà più. Per quanto il centrosinistra rimane chiuso, con una difficoltà di dialogo anche con se stesso, occorrerà portare sul tavolo fatti e atti. In passato li abbiamo sostenuti senza chiedere né ricevere alcunché e per questo non siamo ricattabili. Pertanto non posso non rilevare come Civitanova viva una criticità estrema nel settore del commercio e del turismo, la cultura è sparita dai radar e in 7 anni non sono stati capaci di far partire il sottopasso e le rotatorie. Su tutto questo occorre una risposta, non a noi, ma alla città. E la risposta non può più essere l’annuncio di progetti esorbitanti, dal porto Dubai alla nuova “Rambla” per il centro e ora questo stadio. Quindi, bene il dialogo, ma basta promesse, servono fatti».
Il delegato all’assemblea nazionale Federico Valori ha inquadrato il ruolo di Azione nello scacchiere nazionale e internazionale, orientando sulla base degli ideali del partito l’azione locale del partito di Calenda, partendo proprio dal compromesso: «Il nostro ruolo riteniamo sia quello di spezzare l’incantesimo del bipolarismo che ha dimostrato i suoi limiti – ha spiegato Valori – il compromesso è il cuore della politica e va recuperato per evitare derive populiste e autoritarie. L’accelerazione della crisi con Trump e l’ascesa di autocrazie impongono una reazione lucida e riformista, capace di incidere sia a destra che a sinistra. La volontà nelle Marche è trovare una convergenza, le regionali sono ad ottobre quindi faremo da apripista».
Presente anche il nuovo segretario provinciale Stefano Vallesi che ha ribadito la volontà di farsi portavoce di tutti gli iscritti e lanciato la prima tappa del percorso: «Proporrò al primo direttivo provinciale una consulta provinciale permanente aperta al territorio per fare tornare la provincia di Macerata ad essere davvero terra delle armonie».
Congresso di Azione nel segno di Calenda. Vallesi segretario, Costamagna presidente
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Vedo che Sauro Micucci segue con grande “attenzione” le mie dichiarazioni e le ripubblica. Lo ringrazio per tanta solerzia che, se avrò il piacere di conoscerlo di persona, mi potrà tornare utile per… il libro che sto tentando di scrivere. Siccome, però, il suo intento è quasi sempre quello di criticarmi e, quindi, di rilevare la mia presunta incoerenza, colgo l’occasione per ricordargli che io mi sono sempre definito un liberalsocialista, un riformista che, fino ad oggi, privo di una forza politica che potesse rappresentare i suoi ideali ha dato indicazioni per quella… “meno lontana” come è successo a milioni di altri socialisti in Italia. Questo senza chiedere nulla in cambio come lui stesso ha scritto. Il golpe giustizialista ha, infatti, criminalizzato e semidistrutto il PSI. Dopo vent’anni trascorsi a tentare di ricostruirlo, purtroppo di ciò che resta di quel grande partito si è, da qualche anno, impossessato un gruppo dirigente che, a livello nazionale, ha emarginato e, di fatto, espulso tutti coloro che non accettavano che una grande storia venisse utilizzata per obbiettivi esclusivamente personali, senza più alcun progetto o linea politica degna di questo nome. Molti, come me, sono usciti dal PSI per tale motivo ed hanno dato vita all’Associazione “Socialista Liberale”. La stessa ha partecipato alle ultime elezioni europee insieme ad Azione e con Azione vuole proporre una Costituente che riunisca tutti coloro che si riconoscono nelle culture liberale, popolare e del Socialismo Riformista. Tutto questo Carlo Calenda lo ha scritto nella sua mozione congressuale e, per questo, abbiamo convintamente aderito ad Azione e lo abbiamo sostenuto. E’ un tentativo difficile? Sicuramente si ma ridare voce alle culture politiche che hanno prima ricostruito l’Italia e poi l’hanno portata ad essere la quinta potenza mondiale e’ anche l’unico tentativo che vale la pena di fare per chi la pensa come me. Vale la pena perché serve, innanzitutto, al nostro paese ed alle generazioni future. Battersi contro questo falso bipolarismo che ha indotto più del 50% degli italiani a non votare e che, in questi ultimi trent’anni, ci ha fatto arretrare in ogni settore, e’ l’unico modo per poter “risalire la china”. Forse siamo ancora in tempo. Una Costituente Riformista che deve pensare più che alle prossime elezioni alle prossime generazioni, riscoprendo la passione per una politica che sappia dare risposte concrete, valorizzando coloro che sono portatori di “meriti” e sostenendo concretamente i “bisogni” di coloro che, per vari motivi, sono rimasti indietro. Si può non essere d’accordo, pensare che le cose vadano bene così come sono, ma non si può dire che chi ha fatto o farà nel prossimo futuro questa scelta è incoerente o che cerca una facile “collocazione”. Le frasi che Micucci riporta sono coerenti con questo, accidentato, percorso politico. Tutte tranne una, quella in cui dissi che potevo ricandidarmi alla carica di Sindaco e non l’ho fatto. Consentirà Micucci una manifestazione di felicità al termine di una vicenda giudiziaria durata 29 anni (1992 – 2021) e dopo 23 assoluzioni tutte con formula piena e senza alcuna prescrizione. Per la verità lo feci anche per “invitare” il centro-sinistra a rinnovarsi ma rimasi inascoltato. Le conseguenze non mi possono essere attribuite come una colpa ma esclusivamente come una “legittima difesa”. Dalla prossima volta, come scritto nell’articolo, ci auguriamo che non ve ne sia più la necessità e si possa tornare a votare per chi rappresenta gli ideali di tanti elettori riformisti.