«Associazione “Tolentino Arte e Cultura”,
disdetta la collaborazione per scelta politica:
inviate le lettere di licenziamento»

LA CONSIGLIERA di FdI Silvia Luconi critica la scelta dell'amministrazione di voler terminare il rapporto con la realtà creata nella passata legislatura per gestire i musei cittadini

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di Francesca Marsili

La consigliera di opposizione Silvia Luconi solleva quanto sta accadendo all’associazione “Tolentino Arte e Cultura”, nata per gestire i musei cittadini durante la passata amministrazione quando lei era vicesindaco, alla quale l’amministrazione Sclavi ha inviato disdetta di collaborazione.

«Aveva 7 dipendenti, tutti regolarmente assunti – premette -. Da quando si è insediata l’attuale amministrazione, alcuni si sono licenziati per cercare alternative in tempo utile, per via dell’estrema incertezza lavorativa nella quale versavano o per la chiusura di mostre nelle quali avevano lavorato fino al giorno prima. Erano consci, probabilmente, che la convenzione sarebbe stata rescissa e sarebbero rimasti in mezzo ad una strada. Ne sono rimasti 3, ai quali circa dieci giorni fa l’associazione ha dovuto inviare lettera di licenziamento a causa del mancato rinnovo della convenzione che terminerà il prossimo 31 dicembre. Solo questa settimana – spiega – e quindi dopo che l’associazione è stata costretta a licenziare i dipendenti perché altrimenti sarebbero scaduti i termini per farlo, correndo quindi il rischio di non aver avuto i fondi sufficienti per stipendi e contributi vista la chiusura delle strutture e il mancato versamento del contributo da parte dell’Ente, sembra che l’amministrazione abbia comunicato ufficialmente la richiesta di voler prorogare la convenzione per circa tre mesi».

Secondo la consigliera di FdI questo avviene perché «da giugno scorso non si è stati in grado di rielaborare una proposta alternativa e l’amministrazione probabilmente si è resa conto che dal primo gennaio non avrebbe avuto nessuno che poteva aprire e chiudere i musei (quelli rimasti) e torna indietro anche su decisione troppo avventata». Aggiunge che «è stato dirimente per “Tolentino Arte e Cultura”, il mancato sbigliettamento del Castello della Rancia (chiuso da marzo per lavori post sisma) che deve essere indennizzato in maniera seria e non con cifre forfait in quanto i soldi non servono per questioni futili, ma per gli emolumenti di persone che hanno lavorato». Ciò che rammarica la Luconi è che in questa realtà hanno lavorato seriamente giovani e meno giovani tolentinati, e i componenti del direttivo di ieri e di oggi hanno seguito la parte burocratica e gestionale a titolo gratuito». La consigliera ricorda che l’associazione si era proposta gratuitamente per aiutare con l’intrattenimento dei bambini negli eventi dello scorso natale e «fu scartata senza motivazioni apparenti».

Prosegue: «Dicono che sarà loro premura riassumere il personale con un bando corposo economicamente, quindi quale sarebbe stato il motivo della rescissione della convenzione, se non puramente politico? Non ho mai negato che sia nelle facoltà di un amministratore scegliere e non ho la presunzione di dettare l’agenda politico- amministrativa a chi oggi guida la città, ma credo che sia vero anche il contrario: che io possa manifestare liberamente il mio punto di vista: credo che in una città grande come la nostra ci sia posto per tutti».

Parlando delle tante associazioni di Tolentino la consigliera è dell’avviso che possano coesistere tutte, «a partire dai nuovi nati di Proloco 2.0 o da Ricrea, con la quale io stessa avevo iniziato a collaborare negli ultimi mesi del mandato dove ero vicesindaco e immediatamente dopo la loro creazione e riconosco in loro legittima voglia di fare. Lo dico esplicitamente perché sembra che si voglia far passare un messaggio fuorviante e cioè che si vada a giudicare chi oggi fa eventi o manifestazioni. Le associazioni fanno il loro lavoro animate dalla stessa passione di tutti coloro che si impegnano nel sociale a vario titolo. E’ ovvio che un consigliere comunale esprime il proprio giudizio sull’operato dell’amministrazione la quale, indipendentemente da chi decide di coinvolgere, è lei che detta le linee guida. Questo per fare definitivamente chiarezza e far notare la differenza fra chi ne fa una questione personalistica contro qualcuno e chi invece analizza l’operato di chi amministra senza voler attaccare i diretti collaboratori. E’ vero – conclude- che in campagna elettorale dicevano di voler parlare con tutti, ma alla fine sarebbe solo l’ennesima contraddizione. Ci si assuma la responsabilità di dire che si vuole parlare con qualcuno e non con qualcun altro».



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