La maggioranza come un pugile suonato:
Belletti rischia e la Lega va contro Troiani
«Si dimetta, non siamo pagliacci»

CIVITANOVA - Crisi profonda nel centrodestra per la bocciatura delle due varianti Cristallo e Agriforest. Si va verso una resa dei conti interna. Giorgio Pollastrelli, capogruppo del Carroccio, alza la voce: «Vince Civitanova ha sfiduciato l'assessora all'Urbanistica senza avvertire. L'ha lasciata tutta la sera a difendere il punto. O va via Troiani o lei». Intanto, mentre il sindaco è rimasto solo ed è stato di fatto messo con le spalle al muro dai suoi, una parte dei meloniani (tramite Alberto Feliziani) chiede la creazione di un comitato di salute e legalità pubblica

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Giorgio Pollastrelli esce dall’aula sconsolato dopo l’annuncio di Fausto Troiani

 

di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)

FdI si compatta e fa saltare il banco, Troiani sfiducia la “sua” assessora Belletti, la Lega abbandona e chiede la testa di uno dei due di Vince Civitanova, il sindaco Ciarapica resta solo. E’ il volto da day after della maggioranza, nel giorno dopo la votazione con cui il Consiglio ha bocciato le varianti urbanistiche Cristallo e Agriforest. Un volto che somiglia molto a quello di un pugile suonato e messo al tappeto.

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La protesta prima del Consiglio

Un ko tecnico quello andato in scena ieri sera che rischia di aprire una delle più profonde crisi che questo centrodestra, al governo della città da quasi due mandati, abbia mai affrontato. Se non una vera e propria resa dei conti. E sono stati proprio i volti presenti in aula, prima ancora delle parole e dei colpi di scena, a fornire l’istantanea dell’onda lunga che ha travolto l’amministrazione. Da una parte quelli funerei di Ciarapica, Belletti e Troiani; dall’altra quelli festosi e sorridenti dei consiglieri di opposizione e dei cittadini che possono dire di aver vinto la propria battaglia.

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Fausto Troiani

«Vince Civitanova ha sfiduciato l’assessora all’Urbanistica senza avvertire che lo avrebbe fatto in riunione di maggioranza. L’ha lasciata tutta la sera a difendere il punto. O si dimette lui (il riferimento è al presidente del Consiglio Fausto Troiani) o si dimette lei, noi non siamo pagliacci, non c’è serietà e chiarezza negli atteggiamenti». Il capogruppo della Lega Giorgio Pollastrelli la tocca piano a margine del Consiglio. E così dopo i volti sono le parole a pesare come una macigno sulla maggioranza. L’esponente del Carroccio ha alzato le braccia dopo le dichiarazioni con cui il presidente del consiglio Fausto Troiani ha annunciato l’autosabotaggio, esplicitando che la lista avrebbe votato contro le varianti. Un clamoroso dietrofront che è stato il vero colpo di scena del consiglio. Se sulla posizione di Fratelli d’Italia si era più o meno sicuri, lo stop da Vince Civitanova appare per certi versi inspiegabile dal momento che proprio Troiani è stato assessore all’urbanistica, che la Belletti è la sua erede nell’assessorato e ne continua la linea e che nel primo step dell’iter aveva votato a favore.

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Roberta Belletti, l’assessora “sfiduciata” dai suoi

Un giochetto che non è piaciuto alla Lega che è uscita dall’aula e ha deciso di non votare il punto, con dichiarazioni a caldo da parte del capogruppo Pollastrelli che lasciano intendere una resa dei conti: «Non ci interessa il motivo per cui l’ha fatto – dice – in 22 anni di mia esperienza in consigli comunali non ho mai visto una cosa del genere. Tutto potevamo pensare meno che il gruppo a cui appartiene l’assessore la sfiduciasse, ora o si dimette lui o lo fa lei».

Si apre ora quindi il problema delle dimissioni della Belletti, richieste ieri sera anche dalla consigliera Lavinia Bianchi e che però a cascata creerebbero un problema politico non da poco al sindaco Ciarapica. Che già era stato messo con le spalle al muro da FdI (partito che è stato il vero artefice del naufragio delle lottizzazioni) e che poi ha ricevuto l’inaspettata entrata a gamba tesa anche da Troiani e Vince Civitanova.

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica con Paolo Nori (FdI): gli unici a votare a favore della Cristallo assieme a Nicolò Renzi (Fi)

L’eventuale revoca delle deleghe alla Belletti infatti trascinerebbe dietro di sé la vendetta di Troiani. Ciarapica ieri è stato il vero assente del consiglio comunale: non ha mai aperto bocca se non per rispondere in maniera laconica all’interrogazione urgente sulla questione morale, per poi rimanere in silenzio anche di fronte al liquefarsi della sua maggioranza. E’ rimasto solo con Paolo Nori e Nicolò Renzi a votare la variante Cristallo di Germano Ercoli e addirittura col solo Renzi ad affiancarlo nel Sì ad Agriforest. E anche le assenze (strategiche?) degli assenti hanno contato: mancavano all’appello Piero Croia di Forza Italia, Gianluca Crocetti e Pierluigi Capozucca di Fratelli d’Italia e Pierpaolo Turchi di Vince Civitanova. Un’immagine di sfaldamento che chiaramente dovrà portare se non a una vera e propria resa dei conti, quantomeno e profondo confronto in maggioranza.

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Il voto contrario di FdI

E proprio in maggioranza c’è già chi agita le acque. L’avvocato Alberto Feliziani, espressione di quella parte di Fratelli d’Italia da sempre critica con alcune scelte dell’amministrazione, chiede la creazione di un comitato di salute e legalità pubblica: «Ieri abbiamo assistito ad uno spettacolo penoso dal punto di vista morale e della politica. Auspico e sollecito – ha aggiunto –  la formazione di un comitato di consiglieri comunali di salute pubblica, senza vincoli ideologici, con l’unico obiettivo di restituire onestà, trasparenza e buona amministrazione alla città più bella della riviera marchigiana». Leggasi un gruppo all’interno della maggioranza ma non solo, che faccia pressione al sindaco per richiedere un rimpasto con la revoca delle deleghe alla Belletti.

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In prima fila durante il Consiglio di ieri sera anche l’avvocato Alberto Feliziani

Gongolano invece i promotori della raccolta firme (Giorgio Medori e Gabriele Troiani) che ieri sera anche in presenza (l’aula traboccava di cittadini, oltre 200) hanno voluto far sentire il proprio peso specifico rispetto a scelte urbanistiche ormai considerate fuori tempo massimo. Sono state 4004 le firme raccolte (solo civitanovesi e maggiorenni), considerando che i votanti sono stati alle ultime elezioni 13.362, le 4004 firme hanno rappresentato una presa di posizione netta da parte della città. E un macigno complicato da rimuovere per l’amministrazione.

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