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Giorgio Maria Cornelio, il poeta viandante
«Valle Cascia? Mi hanno sempre visto storto.
Ma non mollo, è la mia causa persa»

MONTECASSIANO - Il performer e scrittore ha vinto di recente il premio Fondo per artisti emergenti. Intanto si prepara ad una nuova edizione de I Fumi della Fornace, festival di cui è uno dei direttori artistici, nato dalla rielaborazione di una diceria diffusa nella frazione: «Il sogno è di realizzare tra quelle storiche mura un centro culturale». IL VIDEO

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di Alessandra Pierini

Storto. Così Giorgiomaria Cornelio, poeta, scrittore e performer, è stato sempre visto a Valle Cascia, frazione di Montecassiano dove è nato e per la quale nutre un affetto profondo, quasi inspiegabile per chi qui non ci è nato e vissuto.

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Giorgio Maria Cornelio

Il merito di Valle Cascia è forse quello di non essere stata abbastanza aggressiva da stroncare le sue aspirazioni, così che quel suo essere storto (che contiene un mondo di talenti, competenze e ricche diversità) è diventato un grande valore aggiunto.
Lo dimostra ancora una volta aggiudicandosi il premio Fondo, il progetto coordinato da Santarcangelo dei Teatri e sviluppato in collaborazione con 15 importanti enti nazionali, tra cui Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Emilia Romagna Teatro Ert / Teatro Nazionale, Fondazione Fabbrica Europa, L’arboreto e Triennale Milano.

Si tratta di una rete dedicata allo sviluppo produttivo di artiste e artisti emergenti, con l’obiettivo di sostenere le fasi di ricerca di progetti performativi che per loro natura richiedono lunghi tempi di creazione. Prevede un supporto economico di 20mila euro e almeno 50 giornate di residenza ospitate dai partner.

Il progetto di Cornelio è un vero e proprio corredo di discipline, incontri e saperi, dedicato a Clelia Marchi, una contadina mantovana che decise, alla morte del marito, di scrivere tutta la sua vita su un lenzuolo del suo corredo. Una dei suoi versi più belli dice: «Ò scritto il tuo nome. sul mio cuore. e li si è fermato». 

La storia di Clelia Marchi è il punto di partenza di una interrogazione sulle vite invisibili, spesso “negate” o scritte “ai margini della storia”. La ricerca di Cornelio si collega al suo ultimo libro, il saggio Fossili di rivolta. Immaginazione e rinascita, uscito recentemente per le Edizioni Tlon. Anche qui la ricerca è dedicata a tutte quegli elementi del passato che, bel lontani da essere semplice “materia morta”, possono aiutarci a riaccendere una diversa percezione delle cose, e del futuro. «Ogni mese produrrò una testimonianza di questo transito come se anch’io stessi facendo il mio corredo».
Una bella opportunità perché di teatro non si vive. «Questo fondo – spiega Cornelio – è nato proprio per sostenere i giovani artisti, è la dimostrazione che si deve e si può vivere di teatro se le istituzioni decidono di creare reti per poterlo fare altrimenti no».

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Il collettivo Congerie

Ma come si definisce Giorgiomaria Cornelio? «Il mio percorso è da viandante. Sono stato 5 anni in Irlanda per studiare teatro e cinema al Trinity College di Dublino. Con il mio compagno di vita e di lavoro, Luca Matteo Rossi, abbiamo portato avanti dieci anni di lavori artistici tra cui la Trilogia dei viandanti. Tornati in Italia abbiamo dato vita a Valle Cascia, al festival I fumi della Fornace, che va avanti da 6 anni con il collettivo Congerie». Potrebbe sembrare una sorta di chiusura del cerchio ma è in realtà una apertura a 360 gradi, una esplosione e la volontà di portare “La specie storta” che è anche diventato un libro pubblicato da Tlon Edizioni nel mondo, partendo proprio da Valle Cascia.

«L’idea dei Fumi della fornace parte dalla diceria che i fumi della fornace Smorlesi avessero traviato i giovani residenti e fossero la causa della loro eccentricità e libertà, soprattutto sessuale. Noi abbiamo sposato questa diceria e ci abbiamo costruito il festival. Lo abbiamo fatto con un gruppo nomade guidato da Valentina Compagnucci. Facciamo rete, pur a distanza e spargiamo fumi in tutta Italia. E’ così che a Valle Cascia arrivano persone che mai avremmo potuto immaginare. Un viaggio per dimostrare che un piccolissimo luogo geografico può diventare un luogo di esercitazione viva a dimostrazione della voglia di costruire e ricominciare».

Il festival quest’anno si svolgerà dal 22 al 25 agosto e c’è anche una importante novità: «Paolo Dignani, il nuovo proprietario della fornace, ha ottenuto un vincolo della Sovrintendenza, soprattutto sul forno Offman, intanto abbiamo coinvolto la Sapienza con un bando per creare un archivio delle memorie storiche della ex fornace. Il sogno è quello di trasformarla in un centro culturale».

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Un momento del festival I Fumi della Fornace

E’ inutile dire che la provincia e Valle Cascia hanno inciso profondamente sulla personalità di questo affermato artista: «Quando si nasce in un luogo compresso tra sacralità antica e industrialità evidente si vive con una doppi anima. In questo contesto la poesia è una invisibilità diventata improvvisamente luminosa. Macerata invece ha avuto e continua ad avere grande intensità poetica».
Ma allora perché insistere a dedicare tante energie proprio in questo angolo di mondo? «Perché è una causa persa ma il mondo stesso è una causa persa. La stortura è un modo per guardare il mondo in maniera diversa. Ma se non ci impegniamo per le cause perse perché dovremmo impegnarci? Quella di Congerie è una lotta dell’immaginazione, ogni giorno ci si impegna a creare questa incrinatura nel mondo dello sconforto».

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