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«Acqua, c’è un enorme elefante nella stanza
e tutti hanno fatto finta di non vederlo.
Con il piano Parcaroli gestione al privato»

I COMITATI commentano negativamente il sit-in di ieri durante l'assemblea dell'Ato3: «I numerosi politici locali che sono confluiti si sono limitati a chiedere al presidente della Provincia l'impegno per una soluzione del problema, come se imboccare una strada o l’altra fosse indifferente. Aspetto che già è stato confutato da tre documenti che sono agli atti»

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Il sit-in di ieri in Provincia

«C’era un enorme elefante nella stanza e tutti hanno fatto finta di non vederlo. Si può sintetizzare così l’esito dell’iniziativa promossa ieri dall’avvocato Fraticelli in relazione alla pericolosa situazione del servizio idrico maceratese». E’ tranchant il commento del coordinamento dei comitati per l’acqua pubblica dopo il sit-in organizzato ieri davanti la sede della Provincia a Macerata dal coordinatore provinciale di Azione, a cui hanno preso parte qualche sindaco, esponenti politici di Pd, Italia Viva, Psi e liste civiche.

«I numerosi politici locali che sono confluiti alla sede della Provincia mostrando un apparente interesse per il problema – continua Massimo Rossi, presidente dei comitati e anche lui presente ieri – si sono limitati a chiedere al presidente della Provincia Parcaroli l’impegno per “una soluzione” del problema, come se imboccare “una” strada o “l’altra” fosse indifferente. Tutti i presenti, forse per pigrizia oppure per qualche scheletro nel proprio armadio hanno infatti ignorato il macroscopico nodo del problema oramai chiarissimo come la luce del sole: la “proposta Parcaroli” di costituire un consorzio “di secondo livello” tra le 7 società operative che attualmente gestiscono in modo frazionato l’acqua nell’Ambito Territoriale maceratese non consente di mantenere l’acqua in mano pubblica, come tutti stracciandosi le vesti dichiarano di volere. Non lo consente perché in violazione del Testo unico ambientale non configura una gestione unitaria del servizio idrico, obbligatoria per legge, e perché contempla attraverso espedienti legalmente insostenibili la permanenza nella medesima gestione del socio privato di Astea (legato alla Iren spa)».

sit-in-acqua-4-325x244«Pertanto – continuano i comitati – laddove fosse data questa “soluzione” al problema l’acqua del maceratese finirebbe in mani private non avendo tale “consorzio” i requisiti per il cosiddetto affidamento “in house” del servizio in mani pubbliche, l’unico modo per evitare una gara europea. Questo dato di realtà, confutato solo da qualche “azzeccagarbugli”, è certificato da tre documenti ufficiali agli atti degli enti pubblici coinvolti:  il parere “pro veritate” dell’1/12/2023 commissionato unitariamente dall’assemblea dei sindaci dell’Ato3 (e pagato ovviamente con soldi pubblici) allo studio Boifava di Monza; la nota del 14 Febbraio 2024 dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; la relazione tecnica dell’11 marzo 2024 del direttore generale dell’Ato Massimo Principi in merito alla specifica “proposta Parcaroli”».

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Il presidente della Provincia Sandro Parcaroli

«Come Coordinamento marchigiano dei Movimenti per l’acqua, interessati esclusivamente al futuro dell’acqua e lontani da qualsiasi deprecabile dinamica partitica o di altra natura – continuano – abbiamo provato anche ieri pomeriggio con un accorato intervento pronunciato “fuori dal palazzo” a fare appello al senso di responsabilità chiedendo di imboccare l’unica strada praticabile per raggiungere l’obiettivo dichiarato: quella di procedete senza ulteriori indugi e senza ipocrisie alla costituzione di un’unica società pubblica dei Comuni idonea per legge a gestire direttamente l’acqua in nome della comunità. Un strada impegnativa ma l’unica possibile che le Amministrazioni comunali devono perseguire con impegno e senso di responsabilità. L’aver constatato che il nostro appello apparentemente ascoltato con attenzione dei presenti sia poi scivolato come l’acqua sulla pietra non può che amareggiarci ed allarmarci ulteriormente. Amarezza e delusione nient’affatto mitigate dalla magra consolazione di poter riservarci di dire dopo il disastro ad oggi annunciato che avevamo ragione noi. Pertanto annunciamo nuovi appelli e se necessario nuove proteste per evitare che la volontà espressa dai cittadini nel Referendum popolare sull’acqua pubblica sia calpestata per interessi particolari o di bottega».

 

 

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