Riapre il parco di Villa Cozza
«Lo riconsegniamo alla città»
Ma senza la sua perla

MACERATA - L'area verde era chiusa dallo scorso luglio a causa dei danni causati dal vento a diversi alberi: tra questi anche il grande esemplare centenario di pino di Guadalupe, unico della specie in Europa, danneggiato in maniera irrecuperabile. Amedeo Gravina, presidente Ircr: «Ci siamo dovuti arrendere all’evidenza che questo albero fosse destinato a morire. Oltre alla zona già conosciuta da tutti, apriremo anche il boschetto cresciuto spontaneamente sopra via Pancalducci»

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Il parco di Villa Cozza

di Mauro Giustozzi

Riapre domenica il parco di Villa Cozza. Sono trascorsi 295 giorni da quando, ed era il luglio 2023, i vertici dell’Ircr comunicarono la necessità di chiudere il polmone verde del quartiere di Santa Lucia, un parco al servizio soprattutto della casa di riposo e usato anche dal vicino asilo nido, oltre che dall’intera cittadinanza. Il taglio del nastro avverrà alle 16.30 e seguirà anche intrattenimento musicale offerto dall’orchestra di fiati Insieme per gli altri.

La decisione della chiusura era stata presa per ragioni di sicurezza a seguito di una tempesta di vento che, nell’inverno scorso, aveva incrinato i rami di due alberi secolari: il pino della Guadalupe, alto 30 metri e per un raggio di ulteriori 30, unico esemplare in Europa, e un cedro del Libano. «Stiamo effettuando gli ultimi sopralluoghi al parco proprio in vista della riapertura, alla quale parteciperanno gli ospiti della casa di riposo e che estendo personalmente a tutta la cittadinanza – afferma Amedeo Gravina, presidente Ircr Macerata – perché questo è un bene che appartiene all’intera comunità che ne ha sofferto la chiusura che però è stata dettata esclusivamente da motivi di sicurezza. Questa è una sorta di riconsegna alla città del parco. La sicurezza dei visitatori, dei dipendenti e degli esperti che hanno lavorato in questi mesi all’interno del parco è stata una priorità assoluta. Massima attenzione e precauzione hanno portato a questa scelta nel tentativo, rivelatosi purtroppo infruttuoso, di salvare una specie arborea unica nel suo genere».

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Il presidenti Ircr Amedeo Gravina

Gli esperti ed i tecnici incaricati dall’Ircr hanno tentato in tutti i modi di risanare il pino di Guadalupe ma alla fine si sono dovuti arrendere in quanto le condizioni della pianta si sono rivelate irrecuperabili. «Abbiamo fatto notevoli investimenti economici per cercare in tutti i modi di salvaguardare il centenario pino di Guadalupe – continua Gravina – con una diagnostica di elevato livello per analizzare se era possibile poi intervenire per salvare questa pianta così preziosa e unica nel suo genere. Purtroppo l’esito è stato negativo, ci siamo dovuti arrendere all’evidenza che questo albero fosse destinato a morire: lo si potrà vedere direttamente domenica, in quanto non riusciremo a portare via tutti i tronchi tagliati, tronchi che sono completamente marci a causa di malattie e di fulmini che nel tempo hanno colpito la pianta. Ora tornerà tutto come prima all’interno del parco di Villa Cozza dove ci sono gli ospiti della casa di riposo, il percorso Alzheimer e l’asilo nido. Ci sarà anche un campo estivo da giugno, che purtroppo lo scorso anno fu annullato per questo rischio sicurezza dovuto alle piante».

riapertura-villa-cozzaIl patrimonio arboreo contenuto nel parco è immenso: c’era l’unico esemplare in Italia del cupressus guadalupensis (Pino di Guadalupe). Intorno al belvedere, tra i testimoni del tempo, sono presenti altri due grandi alberi: il primo è lo spettacolare calocedrus decurrens (cedro deodara), sempreverde originario dell’Himalaya, introdotto in Europa agli inizi dell’Ottocento, anche lui di ragguardevoli dimensioni. Il secondo è un cedrus libani (cedro del Libano), ha fusto diritto e vertice piramidale, cima inclinata fin da giovane e rami principali orizzontali e poco robusti. Ma oltre a queste tre magnifiche essenze arboree, il parco conta un centinaio di alberi con prevalenza di cipressi, lecci, pini, pioppi, cedri, tigli e roverelle. Ed a valle un bosco cresciuto in maniera selvaggia che ha ospitato, tra l’altro, anche una famiglia di istrici negli anni scorsi. «Nelle prossime settimane ci sarà la riapertura anche del bar situato alla Torretta, con una gestione che individueremo tramite un avviso pubblico. La novità ulteriore, oltre alla riapertura del parco nella zona conosciuta da tutti i maceratesi – sottolinea ancora il presidente dell’Ircr – è stato il lavoro di disboscamento e bonifica della parte del verde che si trova a valle e che arriva sino all’altezza della rotatoria di via Pancalducci. Sono state eliminate le piante malate e le infestanti: l’idea che ci siamo prefissi è di ricongiungere questa zona che è in pendenza con quella pianeggiante che la sovrasta, effettuando anche una piantumazione di nuove essenze arboree creando così un percorso fruibile pure in questa area del parco di Villa Cozza».

 

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