«Siamo un’isola felice? Per la malavita
A Civitanova ci sono tutti:
dalla ‘Ndrangheta alle mafie straniere»

L'INIZIATIVA organizzata da "Insieme in sicurezza" a Macerata ha acceso i fari su una situazione troppo sottovalutata. L'avvocato Giuseppe Bommarito: «I proventi dello spaccio vengono riciclati in acquisto di case, prestiti usurai, acquisto di attività commerciali e aziende». Gianni Giuli: «I dati che riguardano la città costiera sono impressionanti per il consumo altissimo di sostanze». Gli interventi di Romeo Renis e Pietro Marcolini

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Gianni Giuli, Romeo Renis, Pietro Marcolini, Giuseppe Bommarito e Raffaele Berardinelli, i protagonisti dell’incontro di Insieme in sicurezza

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Quella che un tempo era l’isola felice ora non c’è più. Con la droga che la fa da padrona aprendo spazi alla malavita organizzata che trova nelle Marche e anche nella provincia di Macerata territorio fertile.

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Sicurezza urbana, valori della prevenzione, della legalità e della mutualità di vicinato come antidoti per combattere crisi economica, precarietà, disagio giovanile, solitudine che creano i presupposti per una insicurezza, reale o percepita che sia, dei cittadini. Sono stati tra i temi affrontati durante l’iniziativa pubblica dal titolo ‘Tra economia, droga e rischio criminalità: il nostro territorio provinciale è ancora un’isola felice?’ organizzato dall’associazione Insieme in Sicurezza tenutosi alla biblioteca statale di Unimc.

Insieme-in-Sicurezza_FF-5-325x217All’incontro hanno partecipato Pietro Marcolini, professore sulla sostenibilità economica e sui temi del welfare presso Unimc, Gianni Giuli, direttore del dipartimento dipendenze patologiche Ast Macerata e Giuseppe Bommarito, presidente associazione ‘con Nicola, oltre il deserto dell’indifferenza’ e autore di molti articoli su questi su Cronache Maceratesi. Ad introdurre l’incontro Romeo Renis, presidente dell’associazione Insieme in Sicurezza, con dibattito coordinato da Raffaele Berardinelli componente del direttivo ed al quale hanno partecipato anche rappresentanti di Cgil Cisl Uil, alcuni sindacati di polizia, il comandante della Polizia locale Danilo Doria e l’assessore comunale alla Sicurezza Paolo Renna.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

«I nostri territori sono sì un’isola felice  – ha detto l’avvocato Bommarito – ma per le organizzazioni malavitose che sono radicate da decenni, mafie italiane e straniere. C’è una sottovalutazione grave di questo fenomeno, non è un fatto occasionale. Estorsioni, usura, violenze, minacce, l’economia criminale ha in Italia un fatturato di 150 miliardi di euro e il 70% arriva da commercio e traffico di droga. La droga sequestrata è appena il 10% del totale, dati Istat: questo indica che aumentano i consumatori e quindi i morti per overdose. La cocaina è la droga più usata, quella che uccide di più. Da noi lo spaccio interessa prevalentemente la costa, a Macerata e pure nell’entroterra.

Insieme-in-Sicurezza_FF-9-325x217Civitanova da sola è un agglomerato urbano da 250mila persone con tutti i comuni confinanti che sono stati attratti da questo polo economico e malavitoso. Ci sono tutti: cosa nostra, la ndrangheta che è la cosca più forte in assoluto, camorra, i nigeriani come gli albanesi e la mafia russa e cinese. Non manca nulla. Cannabis e cocaina sono gli stupefacenti più diffusi. Questi proventi vengono poi riciclati in acquisto di case, prestiti usurai, acquisto di attività commerciali e aziende. Considerate che il 20% delle somme va a chi aiuta a ripulire il denaro, spesso professionisti insospettabili. Un altro problema che sta facendo scivolare le Marche verso la presenza dei malavitosi è la collocazione dei tanti collaboratori di giustizia che sono nella nostra regione: a Macerata 17, 25 nel Fermano, 30 nell’Anconetano e 25 nel Pesarese».

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Gianni Giuli

Dal canto suo Gianni Giuli ha affrontato il tema di formazione, prevenzione, dei fenomeni delle dipendenze che non sono legate ai soli stupefacenti. «Ci occupiamo di luoghi e sacche di disagio coinvolte nelle dipendenze -ha ribadito il direttore del dipartimento dipendenze patologiche-. Macerata è certamente diversa dalle metropoli italiane, i legami in provincia sono più stretti e questo è un fatto positivo. Il problema è che il mercato della droga si sta spostando sempre più su internet, arriverà direttamente a casa.

Raffaele-Belardinelli_Insieme-in-Sicurezza_FF-2-325x217Bisogna sviluppare nei giovani un senso critico per dire di no alla droga. Che non è l’unica dipendenza patologica: ci sono pure alcol, gioco d’azzardo, dipendenze digitali che interessano giovani e meno giovani. I dati che riguardano Civitanova sono impressionanti per il consumo altissimo di sostanze, ma non riguarda solo la città ma l’intero agglomerato il polo che attrae verso la costa. Bisogna che ci siano più risorse per implementare quello che stiamo già facendo nei vari programmi di prevenzione: magari utilizzando i beni ed il denaro che viene sequestrato alle mafie le risorse ci sarebbero».

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Romeo Renis

Romeo Renis ha introdotto il lungo dibattito ricordando l’attività svolta dall’associazione Insieme in Sicurezza in tanti ambiti sempre nei confronti della parte più fragile e debole della società maceratese. «I cittadini sono insicuri oggi, dato reale che però spesso non va di pari passo col numero dei reati denunciati che invece diminuiscono anche da noi. -ha detto Renis -. Rispetto a venti anni fa non so se siamo più un’isola felice. Certo è che c’è una nuova organizzazione sociale ed anche una nuova criminalità.

Insieme-in-Sicurezza_FF-3-325x217L’interrogativo è sempre lo stesso e ce lo siamo posto ciclicamente nei decenni. Certo è che la fascia costiera si segnala per una certa illegalità di cui bisogna preoccuparsi. Le paure aumentano e spesso vengono strumentalizzate: da un sondaggio risulta che in Italia il 27% della popolazione acquisterebbe un’arma e che il 24% installa allarmi e inferriate nelle proprie case. Il problema della droga interessa sempre più fasce giovanili di ragazzi: ora nei nostri incontri ci rivolgiamo agli studenti delle medie inferiori. La povertà dovuta alla perdita del lavoro, i conflitti internazionali, le famiglie meno coese di un tempo fanno sì che ci siano più rischi e più insicurezza per le fasce più deboli».

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Pietro Marcolini

Infine Pietro Marcolini ha sottolineato come l’isola felice maceratese sia venuta meno nel corso dei decenni ed è legata «alla mancanza di coesione di una comunità che è sfumata, senza questo l’individuo si trova sempre più solo ed a disagio ed esplode il malessere. Riprendo una relazione del procuratore generale Macrì che fece dodici anni fa nella quale lanciava allarmi sulla presenza di malavita e mafie nelle Marche che purtroppo non è stato recepito dalle istituzioni e dal tessuto socio-economico.

Renna_Doria_Peroni_Insieme-in-Sicurezza_FF-8-325x217Nella nostra terra si sono succeduti eventi come quello del terremoto o il crack di Banca Marche che in termini economici e sociali hanno lasciato il segno. Ci deve far riflettere quando detto da Bommarito su Civitanova e il suo hinterland: è necessario tenere desta l’attenzione e se necessario denunciare l’allarme della presenza di malavita organizzata. Ma voglio anche dire che la forte evasione fiscale in buona parte è anche legata all’economia sommersa della droga e della malavita. Il mancato controllo di questa mole di denaro favorisce fenomeni criminali. Invece vedo troppa tolleranza a livello nazionale sull’economia clandestina».

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L’assessore Paolo Renna

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