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Hotel Felycita, al via la demolizione
tra voglia di rinascita e commozione
«E’ una grande festa» (Foto/Video)

USSITA - Partiti i lavori che porteranno alla ricostruzione della storica struttura di Frontignano danneggiata dal sisma. Il titolare Gianfranco Tombini con la sua tenacia ha fatto emergere il problema dell'anticipo Iva. Oggi era con la figlia e la nipote: «E' una giornata ricca di emozione, questo per me è un continuare la vita che ho iniziato in questo posto nel 1971». La sindaca Silvia Bernardini: «Finalmente parlano le ruspe e sono un segnale forte di rinascita»

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L’avvio dei lavori di demolizione

di Monia Orazi

Iniziata poco dopo mezzogiorno di oggi la demolizione dell’ex hotel Felycita a Frontignano di Ussita. Presente in prima fila davanti a tutti Gianfranco Tombini, 83 anni, storico titolare della struttura, abbracciato alla figlia Felicita ed alla nipote Gaia, presente e futuro della famiglia che ha gestito l’hotel per oltre mezzo secolo. Non sono mancati attimi di commozione a vedere sbriciolarsi anni di ricordi a colpi di benna, necessari per ricostruire dalle fondamenta l’edificio gravemente lesionato dal terremoto.

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Gianfranco Tombini e la nipote Gaia Percetti

Tombini non si è arreso al terremoto ed ha lottato per superare l’ostacolo più grande sulla via della ricostruzione del suo albergo: l’anticipo dell’Iva che come previsto dalla legge avrebbe dovuto versare anche per tutti gli anni dopo il sisma, nonostante l’albergo inagibile, con un conto di 450mila euro che di fatto avrebbe reso impossibile ricostruire. E’ stato grazie alla sua tenacia se la struttura commissariale ha iniziato ad interessarsi del problema. Ha detto Tombini: «Abbiamo superato anche la fase della speranza e continuiamo a vivere di speranza, perché in essa c’è la vita. Oggi è una giornata ricca di emozione, l’inizio di quella ricostruzione che aspettavamo. Ringrazio di cuore il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, solamente lui poteva fare una cosa di questo genere, far ripartire le attività commerciali della montagna. Questo per me è un continuare la vita che ho iniziato in questo posto nel 1971». Emozionata anche Gaia Percetti, nipote di Tombini: «Ho vissuto questa struttura sin da quando ho messo piede nel mondo, è stata una casa per me, adesso vederlo così non è una bella sensazione. Siamo fiduciosi, ci è stata data una speranza per continuare ad andare avanti. Speriamo che il futuro sia più in discesa, la mia intenzione da nipote è quella di portare avanti questo hotel il più possibile, far conoscere la sua storia e cercare di riportare un po’ di vita in questo paesino, che ormai da quando c’è stato il terremoto ha perso un po’».

hotel-felycita4-325x183Presente in fascia tricolore la sindaca di Ussita Silvia Bernardini: «Finalmente oggi parlano le ruspe e sono un segnale forte di rinascita e soprattutto il segnale della tenacia e della forza di volontà, di una persona come Gianfranco, che a 83 anni, dimostra come sia possibile possibile ricostruire e ridare una vita a queste nostre terre. Per Ussita oggi possiamo dire che è veramente una grande festa. La commozione ed il fatto di esser qui scatena una sensazione talmente forte che veramente mancano le parole, ma vedere questa ruspa in azione è positivo. Da una parte c’è il dolore della distruzione di una struttura che per noi è storica, ma dall’altra parte c’è la certezza che partirà la ricostruzione e finalmente Ussita avrà di nuovo un albergo, questo sarà solo il primo ad ospitare turisti. Non dimentichiamo che è il primo albergo che beneficia della normativa sull’anticipo Iva varata da Castelli, fatta grazie al lavoro di Gianfranco Tombini, perché se lui non andava a presentare questo problema alla struttura commissariale ed alla Regione non avremmo avuto questo».

hotel-felycita3-325x244Bernardini annuncia anche l’avvio dei lavori per la cabinovia che dal piazzale dell’hotel condurrà al rifugio del Cornaccione, permettendo di riaprire la zona del Canalone: «In realtà di attività produttive come questa, non avrebbero mai potuto anticipare 450, 500mila euro. Stanno per iniziare anche i lavori della nuova cabinovia, il cui cantiere dovrebbe essere consegnato entro l’estate, l’Ambassador è in fase avanzata, sono partiti i lavori al villaggio Ginepro. Complessivamente possiamo dire che a Frontignano si sta andando avanti, questo può essere preso ad esempio come buona ricostruzione. Per noi è importantissimo perché i turisti devono avere un posto dove poter stare; se non gli diamo le seconde case, se non gli diamo le strutture ricettive non possiamo pensare di fare rinascere il turismo»

hotel-felycita5-325x244IL PROGETTO – L’hotel sarà pronto entro marzo 2025, il progetto è dell’ingegnere Gabriele De Simone. A demolirlo è la ditta Eco Demolizioni di Rimini, a ricostruirlo sarà la fratelli Chiodi Costruzioni, per un importo complessivo di 3 milioni e 875mila euro. Le macerie saranno recuperate il più possibile. E’ iniziata la demolizione controllata e selettiva del corpo di fabbrica con strutture portanti in cemento armato e muratura, a raso terra. Sono previsti l’abbattimento delle polveri con l’impiego di getto d’acqua diretto, il taglio di eventuali materiali metallici prodotti durante le attività di demolizione, l’analisi per la caratterizzazione rifiuto che si distingue in macerie da demolizione e terre/rocce da scavo, al fine di determinare il più idoneo percorso di smaltimento o recupero. Successivamente si passerà alla cernita e alla separazione di tutte le diverse tipologie di materiali da demolizione prodotti secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di tracciabilità dei rifiuti. La fase iniziale di demolizione prevede precauzionalmente una durata di 3 mesi, ma potrebbe avere tempi più ridotti. Il cosiddetto ‘frutto della demolizione’ (macerie risultanti dall’abbattimento dell’hotel) verrà gestito secondo criteri di economia circolare, le macerie verranno dapprima lavorate già in cantiere per una prima separazione da residui ferrosi o di altri materiali, grazie all’utilizzo di mezzi specifici. Quindi verranno analizzate, certificate e trasportate in specifici impianti dove verranno frantumate in pezzi omogenei e riutilizzabili. Potranno essere nuovamente impiegate in altri cantieri o destinati ad altri usi (es. realizzazione di bitumi per asfalti, ecc.). Anche i materiali ferrosi, opportunamente separati, vengono inviati alle acciaierie per il loro riutilizzo.

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