Ospedale di comunità,
sindacati critici con Sclavi:
«No ai container in attesa della struttura»

TOLENTINO - Cgil, Cisl e Uil preoccupati per l'ipotesi di accogliere i pazienti per anni in strutture provvisorie posizionate nei pressi del cantiere per il nuovo nosocomio. «Organizziamo un incontro con Saltamartini per sistemare le criticità»

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Il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi

Una delegazione di Cgil, Cisl e Uil con le rispettive federazioni dei pensionati, hanno incontrato nei giorni scorsi il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi per avere notizie sui tempi, le modalità, la futura organizzazione del nuovo ospedale di comunità. Il sindaco ha dato aggiornamenti sulla gara e su come si ipotizza l’organizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari dal momento che sta per avviarsi la cantierizzazione dell’area, che comprende la demolizione del vecchio nosocomio fino al completamento della ricostruzione.

«Abbiamo espresso forte preoccupazione, non condividendo l’ipotesi di collocare i servizi rimasti attivi presso la struttura ospedaliera in container sanitari, che garantiranno un presidio di circa mille metri quadrati, nello spazio adiacente a quello che sarà il nuovo ospedale – affermano le sezioni maceratesi di sigle Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Uilp in una nota unitaria – ciò significherebbe accogliere i cittadini bisognosi di cure ed esami in un’area polverosa, rumorosa in presenza di un cantiere edile in piena attività. Abbiamo chiesto al sindaco di farsi parte attiva per trovare un’area più adatta che sicuramente sarà utilizzata per qualche anno, visti i tempi di ricostruzione che, come da cronoprogramma, saranno di più anni».

Sclavi ha poi informato sui servizi che dovrebbero trovare posto all’interno dell’ospedale di comunità. Di fatto oltre ai letti di cure intermedie, al punto di primo intervento, al consultorio familiare, al servizio di dialisi, l’organizzazione sarebbe quella di un poliambulatorio con tutte le specialistiche, con un punto di prelievo e un presidio diagnostico di base (radiografia, mammografia ed ecografia). I medici di medicina generale non sarebbero previsti all’interno dell’ospedale, ma sarebbero favorite le aggregazioni funzionali territoriali, che dovrebbero avere lo scopo di potenziare e riorganizzare la sanità territoriale, diffusa e di prossimità. Questo permetterebbe la presa in carico e la risoluzione di situazioni croniche riducendo l’iperafflusso nelle strutture per acuti.

«Abbiamo chiesto con forza che a Tolentino sia prevista anche una casa della comunità Hub, che questa sia il luogo dell’integrazione sociale e sanitaria, che sia prevista la presenza dei medici di base e dell’assistente sociale, che sia previsto il punto unico di accesso sociale e sanitario, come previsto dalla legge di bilancio e dal piano della non autosufficienza – proseguono i sindacati – la sua posizione strategica e il bacino d’utenza che fa riferimento a Tolentino è ampia, dunque, la presenza della casa della comunità Hub è assolutamente necessaria. Il Pua, l’Unità valutativa multiprofessionale, il Pai, Piano assistenziale integrato, sono livelli di prestazione sociali di processo obbligatori per legge per garantire la presa in carico delle persone non autosufficienti o che presentano bisogni sanitari, sociali e sociosanitari. Abbiamo convenuto sulla importanza della medicina di iniziativa, sull’attività nel territorio per ridurre o quantomeno ritardare i fenomeni più gravi di non autosufficienza, ma anche accessi tardivi o impropri al pronto soccorso, agendo in via preventiva e non solo emergenziale e d’urgenza. Tutto ciò va concordato e pianificato, pertanto si è deciso di invitare l’assessore Saltamartini ad un incontro dedicato a queste problematiche così importanti per la popolazione di un territorio vasto».



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