Lavoratori sfruttati e poche ambulanze, mai sanificate, il tutto per aggiudicarsi gli appalti a ribasso. Sono queste le accuse mosse alla First Aid One, cooperativa con sede legale a Pesaro che opera nei servizi sanitari, a cui la Guardia di finanza di Pescara ha sequestrato beni per 10 milioni.
Indagate cinque persone, i vertici della coop in sostanza, tre sono siciliani, uno di Benevento e l’altro di Roma. Devono rispondere a vario titolo di turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, caporalato, sfruttamento della manodopera, utilizzo di crediti fittizi e associazione a delinquere. Oltre al blocco di automezzi, terreni e fabbricati, congelate le disponibilità finanziarie degli indagati per circa 200mila euro. Il decreto di sequestro preventivo è emesso dal gip del Tribunale di Pescara su richiesta della procura. Gip che per evitare ingiusti licenziamenti, non ha sospeso l’attività della coop, ma ha incaricato un amministratore giudiziario per la gestione e la continuazione del servizio.
Dalle indagini, partite da Pavia e poi passate a Pescara per competenza, è emerso che diverse gare d’appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza svolti in Abruzzo, Lombardia, Marche, Umbria, Campania, Lazio e Sicilia sono state turbate dalla cooperativa tramite fraudolenti e anomali ribassi di prezzi, garantiti non solo dallo sfruttamento di lavoratori costretti a turni massacranti, senza ferie né contributi e straordinari, retribuiti sotto i minimi previsti dai contratto nazionale di lavoro, ma anche dal mancato rispetto delle condizioni di contratto stipulato con la stazione appaltante.
In particolare il servizio di soccorso è stato fornito, secondo gli inquirenti, con un numero di ambulanze inferiore a quanto contrattualmente previsto, con pochi mezzi mai sanificati dopo il loro utilizzo durante la pandemia, per l’assenza e la mancata previsione di sedi idonee.
Per poter partecipare ai bandi la cooperativa, che opera in tutta Italia con undici unità locali, ha fatto ricorso a un prestanome in modo da occultare l’effettiva gestione e direzione aziendale di uno degli indagati, già condannato in via definitiva nel 2017 per turbativa d’asta, ed evitando così l’esclusione dalle gare. Gli indagati avrebbero escogitato l’architettura criminale accordandosi anche sulle piazze da spartirsi e sui ruoli da ricoprire.
Per quanto riguarda le Marche, già l’anno scorso, i sindacati avevano contestato l’aggiudicazione di diverse gare alla First Aid One vinte nelle ormai ex Aree Vaste. In particolare, per l’Av1 (Pesaro-Urbino) la coop aveva offerto circa 2,1 milioni a fronte di un valore stimato di 2,5 milioni circa, per l’Av3 (Macerata) poco più di 2milioni, per un valore stimato di 2,4 milioni, per l’Av4 (Fermo) 504mila euro, per un valore stimato di 586mila euro, per l’Av5 (Ascoli) 706mila euro, a fronte di un valore stimato di 813mila euro. In pratica la coop ha vinto i quattro lotti con un’offerta complessiva superiore ai 5 milioni di euro. E i sindacati avevano contestato il fatto che a una coop sotto inchiesta (all’epoca era tutto ancora in mano alla procura di Pavia) si fosse aggiudicata gare in tutte le Marche.
«Valutando le circostanze di diritto e di merito – aveva scritto nel documento istruttorio l’Asur Marche – si ritengono prive di rilievo, ai fini che qui interessano, le vicende giudiziarie che hanno interessato la società First Aid One Italia nel periodo antecedente la procedura di gara ed il fatto che le stesse non siano state comunicate in sede di presentazione dell’offerta».
(ultimo aggiornamento alle 15,50)
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Tante sono le imprese che commettono illeciti più o meno rilevanti. Solo alcune di esse alla fine incappano nelle maglie della GdF.
Solo un “grande” (traduci, “pessimo”) dirigente amministrativo poteva scrivere in un atto pubblico quella scemenza incredibile riportata (virgolettata) alla fine dell’articolo!
Per il sig. Ivo Schiaffi. Infatti esiste tra l’altro la Banca Dati Nazionale Unica Antimafia: https://www.prefettura.it/ancona/contenuti/Banca_dati_nazionale_unica_antimafia-638489.htm.
Ma le autorità preposte alla verifica a volte chiudono un occhio.