Maria Grazia Berdini, sorella di Maria Letizia
di Laura Boccanera
La tragedia di Maria Letizia Berdini arriva su Raiplay. Nell’anniversario del 15 gennaio (data dell’arresto della banda del cavalcavia), a 27 anni di distanza, la Rai ripropone all’interno del palinsesto della piattaforma la puntata di Ossi di seppia dedicata alla memoria della civitanovese uccisa il 26 dicembre del 1996 da un sasso lanciato dal cavalcavia della Cavallosa, vicino a Tortona.
Maria Letizia Berdini, morta per un sasso lanciato dal cavalcavia a Tortona mentre andava a Parigi con il marito
Il documentario della durata di 26 minuti racconta la vicenda attraverso alcuni filmati dell’epoca e con la testimonianza oggi di una delle sorelle di Maria Letizia, Maria Grazia Berdini. Nel corso del documentario anche l’intervista al padre di Maria Letizia, l’indimenticato Vincenzo Berdini e ripercorre anche la vicenda giudiziaria. Maria Letizia fu centrata in pieno dal sasso lanciato dalla banda dei cavalcavia composta dai tre fratelli Furlan, Alessandro, Paolo e Franco e dal cugino Paolo Bertocco, mentre viaggiava col marito verso la Francia per trascorrere il Capodanno assieme ad alcuni amici. Si erano sposati appena sei mesi prima, in estate. Maria Letizia aveva 31 anni.
Vincenzo Berdini in un’intervista dell’epoca
Nel documentario si risente anche la sua voce che canta al matrimonio una dedica al marito. Il documentario, prodotto da 42°Parallelo rappresenta la quindicesima puntata di “Ossi di Seppia, quello che ricordiamo”, e da ieri è disponibile su RaiPlay. Maria Grazia Berdini, ripresa a Civitanova (si vedono scorci del molo e della città) ripercorre quel delitto assurdo che, per emulazione, ha scatenato poi, altri analoghi gesti di follia. «Vi lascio immaginare un sasso di tre chili e mezzo, che viene scagliato dall’altezza del cavalcavia e che impatta sulla macchina che va veloce in autostrada, cosa può aver provocato alla calotta cranica di mia sorella – racconta – ho sempre quell’immagine di Letizia, gli occhi non c’erano più». Un delitto assurdo compiuto «per scacciare la noia, non sapendo come trascorrere una serata d’inverno, durante il periodo natalizio» dice il pm durante il processo, che dopo tre anni, si concluderà con la condanna a ventisette anni e sei mesi per i tre fratelli Franco, Paolo e Alessandro Furlan e per il cugino, Paolo Bertocco. Nessuno di loro, però, ha scontato interamente la pena: tra rito abbreviato, indulto e buona condotta, i giovani che all’epoca dei fatti avevano tutti fra i 18 e i 24 anni, dopo 11 anni di reclusione, dal 2009, sono nuovamente liberi. «A noi, però, la pena non la sconta nessuno. Noi familiari, siamo quelli che hanno l’ergastolo per tutta la vita».
Maria Rosa Berdini in un’intervista dell’epoca
Non c'è fine pena per i familiari.
Carissima ragazza mi ha cantato quando mi sono sposata Rip con il tuo.papa'
Titti, così ti chiamavamo a scuola alle superiori! Quante volte ti penso e quante volte ricordo la tua magnifica voce!
Che Vergogna !!!!
Per una perdita così assurda non c'è rassegnazione, ma rabbia infinita e immenso sconforto. Ai colpevoli, esseri umani irresponsabili e assolutamente inutili, è stata assegnata una pena ridicola e irrisoria, mentre per i suoi cari è vero: è un ergastolo. Povera ragazza! La sua vita è stata recisa nel fior degli anni.
Letizia
Ciao Letizia
Quella tragedia è ancora viva nei miei ricordi
RipM. Letizia e Vincenzo
Rip figlia e padre
Questa è la giustizia italiana......una vergogna
Che dolore!
Ricordo benissimo il caso . Marchigiana come me, ogni volta che passo sotto i cavalcavia in autostrada ci penso. In quegli anni divenne una moda scellerata quella del lancio dei sassi sulle auto in corsa ... assassini è dire poco!
Una morte assurda! Una famiglia distrutta dal dolore, ogni volta che incontravo Vincenzo Bertini mi ripeteva sempre "avrei accettato una malattia, un incidente ma questo non ce la faccio! È vero come si fa a accettare la perdita di una figlia in questo modo? Spero che almeno chi è stato non trovi più pace e sia logorato dal rimorso. Riposate in pace Letizia e Vincenzo
Ricordi ancora vivi in tutti noi
R.I.P.
Che tristezza
Nn commento
Letizia
Non se possa rincuorare, ma non di rado io passando sotto un cavalcavia in autostrada, mi viene da ricordare questa vicenda assurda, il suo nome e la sua memoria è viva nei cuori della gente.
Titti
Che dire non ci sono parole
Vergogna
Una vera vergogna
Ogni volta che passo davanti al cimitero la penso che ingiustizia perdere la vita così e I colpevoli non pagano mai abbastanza per il dolore che hanno causato
La pena del dolore a vita la scontano solo i familiari gli assassini non scontano nessuna pena. Spero solo che avanti a DIO scontassero ciò che meritano
Indimenticabile un vuoto incolmabile
In certi casi indulto e buona condotta non dovrebbero esistere, ma in Italia ormai tutto è possibile.
Cara Letizia
Un dolore immenso
Visto oggi,puntata molto toccante
Sei e resterai nella memoria di chi ti a conosciuto
non mi meraviglio purtroppo ma sono vicina ai familiari. dolore immenso e eterno.
In questi casi l'ergastolo lo fanno sempre i familiari
Questa e' ,la giustizia italiana,!!!
Come è ingiusto il destino
Non resta che appellarsi al Karma che faccia il suo dovere.
POCHE sere fa davano il film di Fracchia e che faceva? Lui stesso lanciò una pietra da un cavalcavia sopra le macchine e li pensai alla cara LETIZIA...SI fanno i film e non si pensa al cattivo esempio che possono dare ai giovani in special modo e poi viene il guaio .
La solita vergognosa giustizia del paese dei balocchi
Non ci sono parole.........
Non ti dimenticherò mai
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Rito abbreviato, sconti di pena… Avevano raccolto parecchie pietre e varie ne lanciarono, a 18-24 anni la testa per pensare ce l’hai, non c’è un briciolo di attenuante morale a quel che fecero. Dovevano pagare fino all’ultimo giorno. Spero che in età matura almeno la coscienza presenti il conto del resto della pena.
Povera ragazza.
La efferatezza e la vacuità di certi delitti richiedono oramai il ripristino della condanna alla pena capitale
tutti siamo stati giovani, in molti abbiamo fatto caXXate più o meno grosse, ma gettare una pietra da un cavalcavia equivale a cercare la morte altrui, per me chi ha mollato la pietra dovrebbe lavorare a vita e dare la metà dei suoi guadagni ai familiari della vittima. Poi la coscienza… quella è un’altra cosa.