Lavoro flessibile, stabilizzazioni
e sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori:
Giessegi e sindacati firmano l’accordo

ECONOMIA - L'ingegner Miccini, assistito da Confindustria, ha sottoscritto il contratto integrativo aziendale valido fino alla fine del 2024. Previsti anche meccanismi di premialità incentivando il sistema di welfare aziendale

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Gabriele Miccini

Organizzazione del lavoro flessibile, internalizzazione di una quota significativa del personale in somministrazione, interventi formativi e sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori. Sono i punti cardine del nuovo contratto integrativo aziendale sottoscritto da Giessegi di Appignano e sindacati. E’ valido dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2024 sia per la parte normativa che per la parte economica.

«E’ stato firmato  – scrivono Confindustria e le organizzazioni sindacali – dopo un’articolata ma proficua trattativa tra la Giessegi Industria Mobili Spa, nella persona dell’ amministratore unico, l’ingegner Gabriele Miccini, assistito da Confindustria Macerata e la R.S.U. aziendale, assistita da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil provinciali. La finalità del nuovo contratto collettivo di secondo livello che sostituisce quello scaduto il 31 dicembre 2021, è accompagnare e sostenere, nel triennio di vigenza contrattuale, lo sviluppo e la competitività dell’azienda operante nel settore della produzione di mobili da arredamento domestico attraverso un’ organizzazione del lavoro flessibile, rispondente ai bisogni aziendali».

Nel triennio di durata dell’accordo, viene previsto un processo di internalizzazione di una quota significativa del personale in somministrazione. «E’ una scelta – fanno sapere Confindustria e le organizzazioni sindacali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – che qualifica un percorso di Responsabilità sociale di impresa nei confronti del territorio e che si sostanzia anche attraverso il riconoscimento di un legittimo rapporto tra azienda e lavoratore non solo in ottica quantitativa ma anche qualitativa. Nella stessa ottica, viene posta particolare attenzione al ruolo strategico del capitale umano presente in azienda. In tal senso, di particolare rilievo è la previsione di favorire interventi formativi specifici finalizzati alla valorizzazione professionale dei lavoratori e, dal versante economico, sostenere il loro potere d’acquisto attraverso meccanismi di premialità incentivando il sistema di welfare aziendale già presente in azienda da oltre un triennio. I lavoratori che decidono di convertire il premio di risultato in piani di welfare avranno diritto ad una maggiorazione del 15% della somma spettante utilizzabile sotto forma di beni e servizi».

Tra i punti qualificanti dell’accordo si riscontra un sistema di relazioni industriali incentrato su scambi di informative e incontri periodici, sulla presenza della Banca Ore Individuale per una gestione flessibile di permessi ed eventuali ore di lavoro straordinario, sull’attivazione della Banca ore solidale, ossia la cessione gratuita e compartecipata da parte aziendale a colleghi di ferie e permessi in caso di gravi necessità familiari, sulla graduale stabilizzazione del personale somministrato, così come in materia di classificazione del personale, sulla presenza di una Commissione congiunta con funzioni informative e consultive.

«In un contesto socio-economico come quello attuale- sottolineano Confindustria e i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – fortemente provato da due anni di emergenza pandemica e ulteriormente compromesso dal conflitto russo-ucraino, dai rincari energetici, dalla carenza di materie prime e da una corsa inarrestabile dell’inflazione, le intese raggiunte rappresentano un traguardo importante e significativo in grado di bilanciare le esigenze aziendali di flessibilità e di equilibrio tra costi e risultati con i bisogni professionali e familiari dei lavoratori».



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