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Il medico più giovane in provincia:
«Subito in campo dopo la laurea
Il Covid ha cambiato il nostro lavoro»

FIUMINATA - Francesco Puglia ha 26 anni, ha completato gli studi nel 2020 con il massimo dei voti. «La mia passione arriva dalla mia famiglia. Finora ho lavorato nel distretto di Camerino e vengo da una esperienza che mi ha visto spesso fuori casa per giorni interi: nell’entroterra c’è carenza di medici e c’è molta richiesta da parte degli utenti, di notte facevo le guardie mediche e di giorno le sostituzioni». Ora si è trasferito a Porto Recanati dove ha aperto un suo studio in sostituzione di Giuseppe Canali

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Francesco Puglia

 

di Giulia Sancricca

«Con la pandemia dopo la laurea ci siamo ritrovati subito sul campo, lavoravo nell’entroterra e ho passato giorni interi fuori casa tra guardie mediche e sostituzioni. Con il sisma ci sono tante persone fragili che hanno bisogno di assistenza». Il quadro lo traccia Francesco Puglia, 26 anni, il medico di base più giovane della provincia. Si è laureato a Chieti con il massimo dei voti, ora lavora a Porto Recanati dove ha aperto il proprio studio per sostituire Giuseppe Casali, oggi in pensione e attuale vicesindaco. Sulla cosa è arrivato trasferendosi da Fiuminata dove il padre fa il suo stesso lavoro.

Come tanti giovani medici che si sono laureati nel periodo della pandemia, anche Puglia è entrato subito in un sistema sanitario che necessitava e necessita di nuova linfa. «Mi sono laureato nel 2020 – racconta – e tecnicamente ho lavorato sempre in continuità assistenziale tra guardie mediche e sostituzioni. A luglio scorso ho iniziato il corso di formazione triennale per medicina generale e adesso sono arrivato a Porto Recanati dopo il via libera che c’è stato dato a ottobre di poter prendere la convenzione mentre portiamo avanti il corso. Una scelta che si è resa necessaria vista la carenza dei medici di famiglia».

Le prime attività, però, sono state nell’entroterra. «Io ho sempre vissuto a Fiuminata – dice – dove mio padre Luigi svolge la mia stessa professione, tanto che la mia passione arriva proprio dalla mia famiglia. Mia madre, invece, è originaria di Porto Recanati, una città che ho sempre frequentato d’estate tanto da sperare di potermi trasferire prima o poi. Ed è successo. Finora ho lavorato nel distretto di Camerino e vengo da una esperienza che mi ha visto spesso fuori casa per giorni interi: nell’entroterra c’è carenza di medici e c’è molta richiesta da parte degli utenti, di notte facevo le guardie mediche e di giorno le sostituzioni. Nei paesi che si sono spopolati per via del sisma e che oggi sono abitati soprattutto da gente anziana il medico di famiglia è un punto di riferimento e permette ai più fragili di evitare di fare molta strada per raggiungere il servizio sanitario più vicino».

Ma anche a Porto Recanati ha trovato una situazione che da tempo chiedeva assistenza: «Quando sono arrivato nella città rivierasca ho capito che l’assenza dei medici negli ultimi tempi aveva creato delle difficoltà, ma ora mi auguro che la situazione sia rientrata». Allora il giovane medico guarda al futuro e lo fa con l’obiettivo di portare tra i mutuati di Porto Recanati una ventata di novità. «Vorrei portare un po’ di innovazione – confida – ho già iniziato con l’invio delle ricette per email alle farmacie e i primi pazienti anziani sono già molto contenti. In questo modo evito a molti di dover venire in ambulatorio e fare la fila». Quello della giovane età, però, potrebbe essere anche un ostacolo per via di qualche paziente più restio, ma Puglia non si preoccupa. «Ho sentito qualcuno meravigliato per via della mia età – ammette – ma lavoro da due anni. Alcuni non lo sanno, però, e pensano che sono alle prime armi, ma avrò modo di farmi conoscere».

Questo, infatti, uno dei fattori positivi che la pandemia ha portato tra i giovani medici. «Ci siamo ritrovati subito sul campo – dice il giovane professionista – , in questo il Covid ha cambiato le modalità di vivere il nostro lavoro. C’è stato un periodo, prima dell’emergenza sanitaria, in cui per molti medici era difficile fare richiesta di ingresso in ospedale o prendere una convenzione, perchè i posti erano saturi. Il Covid, invece, ha velocizzato il ricambio generazionale».

 



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